venerdì 29 ottobre 2010

I Samaritani di Palestina celebrano il Sukkot

Una delle molte "polpette avvelenate" che i media filoisraeliani (controllati da lobby ebraiche o comunque asserviti agli interessi sionisti) regolarmente propinano alle platee europee e americane non altrimenti informate e consapevoli è che l'esistenza di Israele, un Israele "ebraico", superarmato ed aggressivo sia in qualche modo "necessaria" per evitare l'orgia di sangue e distruzione a cui, altrimenti, si abbandonerebbero le riottose e violente "masse arabe", ansiose di prendere ogni non-arabo fra il Giordano e il Mar Mediterraneo, decapitarlo e berne il sangue prima di gettarne il cadavere ai flutti con qualche barbara danza di guerra.

Ovviamente, non é così e, più di mille parole, lo dimostra la maniera pacifica e rispettosa con cui sono trattati i Samaritani che vivono nei territori di Palestina; una comunità che affonda le sue radici nel territorio da oltre trentacinque secoli e che vive in pace con gli abitanti cristiani e musulmani della Cisgiordania.
I Samaritani praticano l'originale e inalterata religione ebraica, come era strutturata prima dell'esilio babilonese, da cui ritornò cambiata e modificata per sempre; ad occhi profani essa può sembrare quasi indistinguibile dalla fede giudaica attuale: è organizzata attorno a una ''Torah'', usa la ''Menorah'' come simbolo, chiama i propri sacerdoti "rabbi" e così via, ma le differenze con la fede giudaica maggioritaria sono numerose e profonde e ad esse (oltre che alla frattura originaria fra Regno di Samaria e Regno di Giudea) i Samaritani stessi si appellano per definirsi un popolo differente dagli ebrei, con una cultura e una religione tutte proprie.
Testo sacro samaritano: i Samaritani hanno da secoli adottato l'alfabeto arabo.
In questo periodo, i Samaritani che vivono vicino a Nablus si preparano a festeggiare il Sukkot, la "festa dei tabernacoli", che cade durante il settimo mese del loro calendario (Tishri) a partire dal quindicesimo giorno e dura per i sei giorni successivi. Durante il primo giorno di Sukkot i Samaritani vanno in pellegrinaggio al Gerizim, la loro montagna sacra, e nelle loro case costruiscono graticci cui vengono appese dozzine e dozzine di frutti di stagione, creando un vero pergolato di frutti profumati e policromi.
La devozione per il monte Gerizim si spiega col fatto che secondo i Samaritani il famoso Tempio di Salomone si sarebbe trovato lì, come menzionato dalla Torah per tredici volte, mentre l'attuale residuo che i giudei adorano come "Muro del Pianto", a Gerusalemme, non é mai nominato.
Torah samaritana.
I Samaritani, loro malgrado, vengono considerati "ebrei" dalle autorità israeliane e le loro comunità sono circondate da cordoni militari come se avessero bisogno di essere "protette"; in realtà i Palestinesi di Nablus e dintorni considerano i Samaritani come un'altra minoranza etnico-religiosa di Palestina e, oltre a fornire loro documenti riconosciuti dall'Autorità Nazionale di Palestina, riservarono loro un seggio nell'assemblea legislativa creata nel 1996.

I Samaritani, conosciuti in Europa e America per via delle parabole evangeliche che li menzionano, dimostrano con la loro storia di lunga e pacifica convivenza, che il popolo di Palestina è pronto ad accettare e riconoscere tutte le diversità; il che fornisce la migliore e più credibile garanzia che anche nel futuro, quando l'odioso regime dell'apartheid sionista sarà abbattuto e dimenticato, gli Ebrei di Palestina non subiranno persecuzioni o discriminazioni di sorta.

4 commenti:

  1. il che fornisce la migliore e più credibile garanzia che anche nel futuro, quando l'odioso regime dell'apartheid sionista sarà abbattuto e dimenticato, gli Ebrei di Palestina non subiranno persecuzioni o discriminazioni di sorta.

    ....ahhhhhh..ahhhhhhh..ahhhhhhh....ahhhh che ridere...bella come battuta, complimenti un bell'articolo da cabaret!!!

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  2. Nonostante tutti i suoi commenti, sig. Bario, trentacinque secoli di continuata presenza samaritana in Palestina testimoniano della bontà di quanto abbiamo detto e scritto...ancora una volta lei fa una ben magra figura, ma pensiamo che ormai ci sia abituato.

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  3. che il popolo di Palestina è pronto ad accettare e riconoscere tutte le diversità;

    sempre a proposito di accettare tutte le diversità,
    guarda un pò come la pensano i tuoi fratelli musulmani

    http://www.youtube.com/watch?v=u8G_VWXmsxE

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  4. Ancora non ha imparato ad embeddare i link, sig. Bario?

    Hahahahahahaha...si vede che é impresa troppo ardua per il suo cervello!

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