venerdì 5 novembre 2010

Mr. Clinton racconta favole sul "processo di pace" dalle colonne del NY Times



In un articolo pubblicato sulle pagine del New York Times l'ex presidente usa Bill Clinton mette a frutto l'eloquenza esercitata negli anni di conferenze e letture pagate profumatissimamente e tesse, con una sapiente mescolanza di pietismo, anedottica e gusto teatrale quello che dovrebbe leggersi come un "commosso e commovente" panegirico di Ytzhak Rabin, l'ex primo ministro israeliano assassinato da un Ebreo fondamentalista per aver firmato con Arafat gli "Accordi di Oslo", ma che in realtà, a una lettura informata e disincantata, si rivela come l'ennesimo inutile tentativo, da parte americana, di rivitalizzare l'agonizzante "Processo di pace" centrato attorno al dialogo Abbas-Netanyahu.

In tutta la sua retorica rievocatrice Clinton non si ferma mai a ricordare al lettore che il capo di Fatah Mahmoud Abbas non ha ALCUN TITOLO per condurre trattative a nome dei Palestinesi ESSENDO IL SUO MANDATO PRESIDENZIALE SCADUTO DA OLTRE VENTIDUE MESI. Abbas è semplicemente "l'uomo forte" di una fazione politica (Fatah), che ha ignominiosamente perso le libere e democratiche elezioni tenutesi nel 2006 in tutta la Palestina, non ha accettato la spartizione del potere con Hamas e il governo da esso espresso e ha tentato di rovesciare il voto con il fallito colpo di stato del 2007.

Si questi fatti fondamentali ed essenziali per capire "perché" il processo di dialogo e trattativa che dovrebbe portare alla costituzione del fantomatico 'Stato palestinese' non vi é traccia nella narrativa clintoniana; va da sé quanto la sua lettura sia utile a formarsi una corretta idea dei passi che sarebbero necessari per portare la pace e la stabilità nella regione.

Il discorso di Clinton, la cui moglie, seduta sullo scranno del ministero degli esteri del governo Obama, non si lascia sfuggire occasione per rinsaldare i legami con gli esponenti della lobby sionista in attesa di usarne l'influenza per fare le scarpe ad Obama in sede di "nomination" per le presidenziali del 2012, si lascia andare ad apprezzamenti calorosi e bonari nei confronti di assassini come Netanyahu, l'esecutore del progetto di apartheid e pulizia etnica sognato dai rappresentanti dell'ultradestra religiosa, Ehud Olmert, il boia di Beirut e di Gaza, che scatenava Tsahal contro i civili ogni volta che perdeva un punto di popolarità rispetto ai likudnik e infine di Barak, il laburista ex-capo del Governo che oggi sostiene il Governo-monstre di Netanyahu (likudnik conservatori, razzisti dell'ultradestra e laburisti).
Democrazia "opzionale" per la Palestina. Abbas viene mantenuto al potere con l'approvazione e i soldi dell'occidente perché é noto a tutti che nuove elezioni confermerebbero il supporto della popolazione ad Hamas.
Il Governo israeliano passa leggi razziste e discriminatorie, i coloni ebrei dell'ultradestra religiosa tengono marce provocatorie e attaccano i Palestinesi in ogni dove, rubando loro la terra e distruggendo i loro luoghi di culto, le forze armate di Israele bersagliano i Palestinesi con la consueta impunità e, in tutto questo, una cricca di 'cacicchi' che disonora e infanga la memoria e l'eredità politica e umana di Yasser Arafat viene coccolata e vezzeggiata dall'occidente imbelle e ipocrita, che la foraggia copiosamente di fondi (su cui non viene esercitato nessun controllo e richiesta nessuna accontabilità) e, prima o poi, le chiederà persino di rifiutare "ufficialmente" l'innegoziabile "Diritto al Ritorno" (nonostante il monito che le associazioni di profughi palestinesi hanno recentemente lanciato in merito).

In realtà solo da un riavvicinamento fra Fatah e Hamas, come quello che si spera possa nascere dai prossimi colloqui di Damasco) potrebbe iniziare a prospettarsi un clima favorevole per il decollo di una trattativa con Israele; ma, qualora anche si arrivasse a quel punto, sarebbe necessario un onesto e imparziale brokeraggio della trattativa stessa da parte usa, con incentivi e dissuasioni nette e insindacabili verso Israele per farlo desistere da pratiche duplici e disoneste come quelle tenute finora nel corso dei "colloqui" con l'azzoppato e screditato Abbas.

1 commento:

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