lunedì 20 dicembre 2010

Spiragli sui risarcimenti economici per le famiglie delle vittime turche


In seguito agli abboccamenti ginevrini fra Sinirlioglu e Ciechanover negli ambienti diplomatici internazionali ha cominciato a circolare insistentemente la notiza che, pur di limitare il danno di immagine derivato dal piratesco raid sulla Mavi Marmara, il Governo israeliano sarebbe disposto a corrispondere una compensazione monetaria alle famiglie dei cittadini turchi freddati dai commando navali dello Stato ebraico.

Israele tiene a puntualizzare che tale gesto non corrisponderebbe però a un'ammissione di colpa di alcun genere per quanto accaduto a bordo dell'ammiraglia della flottiglia umanitaria che stava cercando di raggiungere la Striscia di Gaza sotto assedio, e che all'emolumento non seguirebbero messaggi di scuse. Nonostante ciò si tratterebbe pur sempre di un passo avanti rispetto alle dichiarazioni precedenti del ministro degli esteri Lieberman che aveva negato anche solo le riparazioni finanziarie.

Lo Stato sionista teme, a ragione, che un ufficiale riconoscimento di responsabilità potrebbe essere addebitato in sede legale, qualora dal massacro della Freedom Flotilla nasca un rogito internazionale contro istigatori ed esecutori dell'abbordaggio. La progressiva costruzione di un sistema di corti internazionali dalla giurisdizione sempre più ampia, abilitate a perseguire crimini di guerra e violazioni dei diritti umani da parte di Stati e organizzazioni multi- o sovranazionali costituisce una viva preoccupazione per Tel Aviv, soprattutto da quando é apparso chiaro che, come nel caso dell'Inghilterra, nemmeno le ricche e agguerrite lobby filosioniste sono in grado di opporvisi con sicura efficacia.

Secondo il quotidiano anatolico Hurriyet, l'ex ambasciatore in Israele Namik Tan, attuale ambasciatore turco negli Usa, ha incontrato Michael Oren, suo collega israeliano a Washington, a quanto pare con la piena approvazione e il benestare del Primo Ministro Erdogan. Contemporaneamente, con un gioco di "piccolo cabotaggio", l'ex Primo Ministro israeliano Ehud Olmert ha preso a pretesto le voci in merito per lanciare un velenoso attacco al suo successore Benyamin Netanyahu, accusandolo di essere "troppo arrendevole" e quasi "vantandosi", nel suo termine come capo del Governo sionista "di essere riuscito a mantenere Gaza sotto assedio e avere intercettato le navi di aiuti umanitari senza incidenti e senza dover pagare compensi a nessuno".

Bizzarro orgoglio sionista, che mena vanto di avere "efficientemente" affamato centinaia di migliaia di ragazzi e bambini...siamo certi che ai tempi della Soluzione Finale anche gli ufficiali comandanti dei campi di sterminio facevano "la ruota" coi numeri della loro 'attività', in maniera tutta simile ad Olmert...

Nessun commento:

Posta un commento