martedì 18 gennaio 2011

Boicotta, disinvesti, sanziona! Anche John Lewis dà lo sfratto ai cosmetici Ahava, frutto dell'Apartheid!


Questa settimana l'importante distributore britannico John Lewis ha comunicato il proprio rifiuto a continuare a ospitare i prodotti cosmetici della ditta Ahava, unendo il nome del proprio business alla ormai sempre più lunga lista delle catene che hanno dato l'ostracismo ai "fanghi del Mar Morto" prodotti negli insediamenti ebraici illegali di Mitzpe Shalem e Kalia.

La decisione di John Lewis rappresenta un grandissimo successo per la campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro l'Apartheid israeliano che, nei sei anni trascorsi dal suo inizio, ha raccolto sotto le sue bandiere un numero sempre crescente di attivisti (ormai arrivati a vari milioni, presenti in tutto il mondo) e ha persuaso centinaia di operatori economici ad abbandonare la distribuzione di prodotti derivati dalle pratiche sioniste di occupazione ed esproprio di terra palestinesi, così come ha convinto numerosi governi a mettere sotto accusa le compagnia israeliane e internazionali che profittano da tali crimini.

Nella lettera rivolta al movimento BDS britannico il Direttore esecutivo della catena John Lewis, Andy Street, ha scritto: "Come operatori socialmente responsabili, alla John Lewis prendiamo molto seriamente la questione del trattamento dei lavoratori coinvolti nella produzione degli articoli da noi stoccati; ci aspettiamo che tutti i nostri fornitori non solo rispettino le leggi in merito, ma operino in maniera rispettosa delle leggi, degli interessi e del welfare dei loro impiegati, delle loro comunità e dell'ambiente. In relazione alle vostre richieste riguardo la compagnia Ahava posso confermarvi che la John Lewis ha smesso di stoccare i suoi prodotti poco dopo l'inizio del 2011".

Sarah Colborne, direttrice delle campagne operative del gruppo PSC (Palestine Solidarity Campaign), ha così replicato al messaggio di Street: "Al PSC abbiamo accolto con grande gioia l'annuncio della John Lewis, i continui attacchi dello Stato ebraico contro la popolazione palestinese, sia quella costretta a vivere sotto la stretta dell'assedio economico, sia quella sottoposta all'occupazione in Cisgiordania o quella languente sotto l'oppressiva cappa dell'Apartheid nella Palestina occupata nel '48, stanno portando a un graduale ma continui "slittamento tellurico" nell'opinione pubblica, con il movimento per la pace e la giustizia che sta guadagnando sempre più sostegno e supporto a livello internazionale".

Mitzpe Shalem e Kalia, gli insediamenti ebraici illegali in cui vengono prodotti i cosmetici della Ahava, sono solo due colonie in una galassia di avamposti di occupazione ed esproprio israeliano di terra palestinese; comunità affidate ai più violenti e radicali rappresentanti dell'integralismo religioso e nazionalista giudaico, dove vivono oltre mezzo milione di individui, che si fanno notare per le loro continue aggressioni e violenze ai danni dei palestinesi, fra cui contano pestaggi, incendi di campi, distruzione di alberi da frutto, roghi di case e di edifici sacri (moschee, chiese), vandalismi di cimiteri e molto latro ancora.

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