mercoledì 26 gennaio 2011

Kathleen Christison analizza le rivelazioni di Al-Jazeera: chi ne esce peggio? Fatah? Israele? Gli Usa??


Molta gente lo ha detto, e lo stava dicendo ancora nei giorni scorsi, che i cosiddetti 'Accordi di Oslo' del 1993 non erano giusti, non erano equilibrati e non avevano alcuna speranza di poter generare una situazione stabile e ancor meno una pace duratura, perché facevano troppe richieste ai Palestinesi e nessuna a Israele, perché imponevano controlli e sanzioni ai Palestinesi e lasciavano a Israele la libertà di comportarsi come voleva senza nessun controllo e nessuna credibile minaccia di punizione, perché tutelavano in ogni modo gli interessi israeliani e non concedevano nulla alle legittime preoccupazioni palestinesi.

Nessuno ha ascoltato, né ai tempi di Oslo, con Mr. Clinton presidene, né tantomeno ai tempi di Bush jr e della sua cricca e nemmeno ora con Obama e le chiavi della politica estera a stelle e strisce saldamente nelle grinfie dell'AIPAC e della sua plenipotenziaria dama Clinton e dei suoi accoliti. Da allora il cosiddetto processo di pace si é trascinato stancamente, attraverso il quasi completo collasso del 2000, un collasso che non fu "colpa" dei Palestinesi, come inferiscono i filosionisti di ogni cotta, ma la responsabilità dello Stato ebraico che era più interessato a mangiare la torta piuttosto che a dividerla equamente, a mangiarne quanta più possibile, approfittando del virtuale "via libera" configurato dalla complicità americana e dall'inazione europea.

Nel 2000 sono morte definitivamente tutte le speranze per una genuina ed equa "Soluzione a Due Stati", chi ne parla oggi come di un piano ancora perseguibile non é altro che un illuso, qualcuno che vive nel passato.

La massiccia e sconvolgente rivelazione di oltre 1600 documenti segreti (minute e appunti vergati durante varie fasi 'negoziali' fra l'Autorità palestinese egemonizzata da Fatah e vari rappresentanti israliani) compiuta dal canale satellitare Al-Jazeera, ottentuti da fonte sconosciuta ma già riconosciute come attendibili e autentiche da entrambe le parti coinvolte costituisce una incredibile occasione per "calarsi all'interno" di un dialogo rimasto finora pressoché sconosciuto al grande pubblico e verificare quanto la percezione scettica e pessimista sul futuro del "Processo di pace" fosse in realtà (all'insaputa di quegli stessi che la sostenevano) giustificata e aderente alla realtà delle cose.

I Palestinesi, come mostrato dai documenti, hanno offerto a Israele ogni sorta di compromesso, arrivando praticamente sulla soglia della totale resa, della capitolazione cartaginese, arrivando nel 2008 a offrire a Ehud Olmert: i confini conquistati con la forza nel 1967, il forfait del Diritto al Ritorno, il totale controllo di tutti gli insediamenti illegali; gli israeliani trovarono il coraggio di rifiutare commentando che l'accordo "non incontrava i loro desiderata"...questo perché il desiderio recondito di ogni Governo israeliano é quello di far semplicemente sparire i Palestinesi, annientarli, sterminarli, trasferirli, farli uscire dall'equazione.

Finora la maggior parte delle reazioni, soprattutto da parte araba, si é concentrata sullo stigma e la riprovazione verso Fatah, che a cuor leggero mercanteggiava coi diritti di otto milioni di persone in maniera totalmente assoluta e svincolata, come se si trattasse di "cosa sua"; ma un attento esame delle carte mostrerà come, di tutte le parti in causa (Israele, Fatah e il 'disonesto mediatore' Usa) in realtà siano gli Stati uniti a dover portare il più pesante e svilente fardello di vergogna.

Nelle parole dell'ex ufficiale della CIA Robert Grenier, pronunciate dopo un cursorio esame dei sommari dei vari documenti rilasciati finora: "Queste carte espongono una condotta statunitense che é tutto meno che dignitosa, un sentiero di espedienti politici apertamente parziali e favorevoli a Israele inanellati l'uno dopo l'altro a costo della nostra decenza, di ogni senso di Giustizia e persino dei nostri stessi interessi e obiettivi politici internazionali a lungo termine; queste carte testimoniano un'eredità di ignominia che peserà a lungo sulla reputazione americana in Medio Oriente, nel Mondo arabo e nel Mondo musulmano".

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