sabato 29 gennaio 2011

Le strade di Amman si riempono di manifestanti, al re Hashemita vengono i sudori freddi!


Migliaia di persone in Giordania si sono riversate nelle strade protestando e manifestando per chiedere le dimissioni del Primo Ministro Samir Rifai, nonché una decisa azione del Governo per calmierare i prezzi dei beni di prima necessità, che l'inflazione fuori controllo e un devastante tasso di disoccupazione stanno rapidamente mettendo fuori della portata di acquisto della maggioranza delle famiglie.
Sovrano da operetta buono per i servizi dei rotocalchi, Abdallah di Giordania con la sua sottomissione ai diktat del liberismo imperialista ha condannato il suo popolo alla miseria e alla fame...
Come già la settimana scorsa e quella ancora prima la protesta ha preso il via dopo le tradizionali preghiere del venerdì, con gli attivisti del maggior partito d'opposizione di ispirazione musulmana che si sono uniti a rappresentanti dei sindacati e dei partiti e delle organizzazioni di sinistra e progressiste fuori dalle moschee, inalberando cartelli e srotolando striscioni che recitavano: "Mandate i corrotti in tribunale".
Samir Rifai in una foto d'archivio, oggigiorno sorride molto di meno...
Rifai (foto sopra), campione delle ricette neoliberiste e dell'economia finanziaria e creativa raccomandata dall'IMF, dalla Banca Mondiale e da simili centrali dello sfruttamento globale dei lavoratori, é letteralmente detestato dai suoi concittadini, che lo ritengono architetto degli sconti fiscali progressivi che condannano i lavoratori dipendenti e salariati a pagare, in proporzione, più tasse rispetto alle fasce più agiate della popolazione".

"Rifai, rifai, vattene via, i prezzi sono in fiamme e lo siamo anche noi", é solo uno (e anche uno dei più educati) fra gli slogan scanditi ieri nelle strade di Amman.
Cibi tipici della gastronomia araba e beduina, una tavola simile é diventata via via un sogno per una fascia sempre più vasta di famiglie giordane...
L'inflazione nel regno Hashemita é volata dal 4,6 per cento al 6,1 per cento solo nel corso dell'ultimo mese, dodici giordani su cento non hanno alcun reddito e uno su quattro vive al di sotto della soglia di povertà.

Per affrontare le richieste della popolazione l'impopolare primo ministro ha annunciato un nuovo pacchetto di incentivi per far scendere il prezzo del riso, dello zucchero, del bestiame e del gas combustibile anche se sembra che ormai la piazza non possa accontentarsi di meno che della sua rimozione. "Nemmeno le dimissioni di Rifai arresteranno la nostra protesta", puntualizza Ibrahim Alloush (sopra), professore universitario incarcerato nel 2003 per reati d'opinione, intervistato dall'Associated Press; "Non é una questione di facce, ma delle scelte e delle politiche che ci stanno dietro, per troppo a lungo la Giordania é stata governata a esclusivo vantaggio della corte e di un ristretto gruppo di privilegiati, ora tutto questo deve cambiare".

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