martedì 4 gennaio 2011

Sciopero della fame: i detenuti nelle mani di Fatah ormai prossimi alla morte, proteste di Hamas e di organizzazioni umanitarie


Il capo del Comitato palestinese indipendente per i Diritti umani, Mamoudh al-Aker ha comunicato che lo sciopero della fame portato avanti da alcuni detenuti politici rinchiusi nelle galere di Fatah ha raggiunto uno "stadio critico" ed é la diretta reazione agli abusi e alle torture fisiche e psicologiche a cui i detenuti in questione sono stati soggetti.

Aker ha detto al Centro palestinese per l'Informazione che una delegazione di avvocati inviati dal Comitato indipendente é riuscita per la prima volta domenica scorsa a visitare gli scioperanti in un ospedale a Betlemme, aggiungendo poi che gli scioperanti hanno portato la loro protesta fino al punto di rifiutare l'ingestione anche di semplice acqua, giurando di non sospendere l'iniziativa fino a quando non saranno liberati.

Il capo del Comitato ha affermato che l'amministrazione ospedaliera ha detto che un numero di prigionieri é stato più volte trasferito presso la struttura sanitaria negli ultimi giorni, indicando come il digiuno, prolungatosi ormai oltre 43 giorni, stia lasciando segni profondi nella salute dei soggetti.

Il Comitato ha chiesto più volte alle forze di sicurezza di Fatah di poter visitare i detenuti ma prima di adesso aveva sempre incontrato l'inamovibile opposizione degli alti dignitari dell'organizzazione, che controlla la Cisgiordania dopo il fallimento del suo Colpo di Stato contro il legittimo Governo palestinese espresso da Hamas.

In un sit-in di solidarietà tenutosi a Gaza il Ministro degli Affari concernenti i Detenuti del legittimo Governo palestinese, Mohamed al-Ghul, ha dichiarato di ritenere Fatah direttamente e pienamente responsabile delle vite dei detenuti politici che trattiene nelle sue prigioni per ingraziarsi i suoi sponsor occidentali e sionisti, sottolineando come i loro diritti siano protetti dalla Legge e non revocabili secondo il piacere e l'arbitrio dei loro carcerieri.

Di tutti i prigionieri impegnati nello sciopero della fame quello le cui condizioni destano maggiore allarme é Muhammad Mahmoud Neiroukh, che nella giornata di domenica veniva descritto dal bollettino medico come: "letteralmente a un passo dall'entrare nello stadio di morte clinica".

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