giovedì 17 febbraio 2011

I bambini di Gaza colpiti da leucemie e tumori dopo il 'pogrom' militare israeliano, vittime di sostanze tossiche e radioattive.


I bambini occidentali che sviluppano un cancro hanno comunque un'alta possibilità di batterlo e tornare a una vita normale, grazie a una combinazione di diagnosi precoce, terapie e riabilitazione, ma nella Giornata internazionale del Cancro infantile i bambini della Striscia di Gaza sono diventati il simbolo di tutte le difficoltà che chiunque sia nato al di fuori della fascia privilegiata della popolazione umana deve affrontare per sperare di arrivare a un simile esito.

Giovani malati di cancro erano seduti nella sala dell'ospedare Abdulaziz al-Rantisi dove si celebrava la ricorrenza, contribuendo ad essa tramite la lettura di dichiarazioni che chiedevano alle Organizzazioni a sostegno dei Diritti umani di dirigere più attenzioni e più sforzi verso quelli che, come loro, sommano alle sofferenze dovute all'inumano assedio dell'enclave costiera decretato da politici e militari sionisti, anche quelle di una patologia tanto grave e devastante.

Le due questioni non sono affatto scollegate, visto che, tra i mille strascichi drammatici del brutale pogrom militare israeliano denominato "Operazione Piombo Fuso" vi é stato anche un vertiginoso aumento delle patologie neoplastiche, dovuto ai residui contaminanti, chimici e radioattivi, lasciati dalle devastanti armi impiegate senza riguardo alcuno da Israele contro la popolazione civile: napalm, fosforo bianco, munizioni all'uranio impoverito e missili e proiettili esplosivi a metallo denso inerte, che oltre a lasciare orrende ferite spesso penetrano la carne e vi si depositano permanentemente, continuando ad avvelenare e contaminare la loro vittima per anni e decenni.

Ogni anno, oltre 60 piccoli abitanti di Gaza sviluppano un cancro, di questi, circa un terzo sono leucemie.

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