sabato 12 marzo 2011

Abbas al-Sayyed dichiara lo sciopero della fame contro le inumane condizioni di prigionia


Abbas al-Sayyed, comandante delle Brigate Ezzedin al-Qassam (braccio militare del movimento Hamas), attualmente rinchiuso nella prigione sionista di Rimon (Tulkarem), dove i suoi persecutori vorrebbero che rimanesse fino alla morte, é recentemente entrato in totale sciopero della fame, per protestare contro le indegne e inumane condizioni di prigionia a cui non soltanto lui, ma anche i suoi compagni di prigonia, sono sottoposti.

Ne ha dato la notizia Ikhlas Al-Sayyed, sua moglie, che ha riportato come, a seguito della richiesta di aiuto e miglioramento delle condizioni carcerarie lanciata durante la sua udienza di Appello, Abbas sarebbe stato duramente torturato da secondini e autorità carcerarie israeliane: "Tra le ritorsioni subite da mio marito, a parte la confisca di tutti gli effetti personali che aveva con sé in cella, la più grave é certo quella dell'isolamento sotterraneo, dove é stato tenuto per giorni interi, recluso in uno spazio talmente ristretto da somigliare a un loculo".

L'isolamento totale sotterraneo é l'ultima trovata sionista per aggravare ulteriormente le condizioni di prigionieri che, normalmente, spendono mesi e mesi, oltre un anno nel caso di Abbas al-Sayyed, in celle di isolamento, venendo quindi sottoposti a uno stress emotivo e mentale facilmente immaginabile. L'isolamento costituisce la più comune e frequente forma di tortura a cui Israele sottopone i prigionieri della Resistenza palestinese, visto che non lascia tracce evidenti sul corpo, ma distorce e segna profondamente la psiche e l'anima dei carcerati, che a lungo andare diventano larve d'uomo stranite e disadattate come i naufraghi delle isole deserte.

Questo é il moderno "Arcipelago Gulag" dell'Apartheid israeliano, a denunciare il quale non vi sono pasciute lobby interessate come quelle foraggiate dal Dipartimento di Stato americano e dalla CIA come ai tempi della Guerra Fredda.

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