venerdì 4 marzo 2011

Baku in stato d'allerta, l'Azerbaijan si prepara a scendere in piazza?


Forti misure di sicurezza oggi in tutto l'Azerbaijan, ex-Repubblica sovietica del Caucaso, dove circa il 96% della popolazione professa la fede musulmana (quasi due terzi nella confessione sciita, il resto sunniti); sembra infatti che per l'11 e il 12 marzo si preparino imponenti manifestazioni di piazza, il cui "tam tam" ha già iniziato a viaggiare sui monitor e sugli smartphone della fascia di cittadinanza giovane, politicamente e socialmente impegnata e insoddisfatta della politica filoisraeliana e filoamericana del Governo in carica.

L'Esecutivo starebbe spostando unità militari di provata fedeltà nella capitale Baku, per reagire a ogni accenno di rivolta. Il Parlamento nazionale, al contrario, sembra sostenere l'iniziativa di protesta, legandola alle proprie istanze di dimissioni immediate dell'attuale Governo, del lancio di un vasto e ambizioso programma di riforme costituzionali e del rilascio di tutti i prigionieri politici e d'opinione.
Il Primo Ministro azero Artur Rasizade
Sotto la comoda "scusa" della lotta al terrorismo, l'Azerbaijan é stato trasformato in uno stato senza garanzie democratiche, un comodo 'avamposto' di Israele e degli Usa in funzione anti-iraniana. Secondo quanto riportato da fonti di informazione indipendente il messaggio di protesta avrebbe raggiungo più di 20,000 indirizzi e account e sarebbe stato raccolto, per ora, da oltre 5,000 utenti.

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