venerdì 25 marzo 2011

La Svizzera favorevole all'abbattimento totale dell'assedio sionista contro Gaza


Il Presidente della Confederazione elvetica Micheline Calmy-Rey ha annunciato che il suo paese sta sviluppando un piano comprensivo per aprire tutti i varchi di frontiera della Striscia di Gaza, ponendo così termine in maniera definitiva all'insensato assedio che l'ha strangolata lungo il corso degli ultimi cinque anni.

Ha anche affermato che, qualora l'Egitto decidesse autonomamente di aprire a ogni genere di merce e traffico il varco di Rafah, la Svizzera sarebbe ansiosa di contribuire efficacemente al flusso di materiali edilizi necessari a riparare le distruzioni della campagna militare israeliana del 2008-2009.

Le importanti dichiarazioni sono venute nel corso di un incontro con diversi rappresentanti dell'Unione Europea, organizzato e ospitato dal Consiglio per le relazioni Euro-palestinesi. L'incontro serviva per discutere il ruolo svizzero nel sostegno al discorso democratico in Medio Oriente e i punti specifici, all'interno di questo quadro, riguardanti la Palestina.

Le discussioni hanno coinvolto il membro del Parlamento inglese Lord Andrew Phillips (sopra), i membri del Parlamento Europeo Alexandra Faith e Derek Vaughan e l'elvetico Geri Müller. Lord Phillips, che guidava la delegazione, ha dichiarato che la mancanza di condanne aperte ed evidenti da parte della Comunità intenrazionale per la condotta persecutoria tenuta da Israele verso la Striscia di Gaza é la causa prima del prolungarsi dell'assedio. "Tel Aviv ha capito che, fino a che non si sentirà condannata esplicitamente per i suoi atti, potrà indulgere in ogni vessazione contro i Palestinesi".

Geri Müller, dal canto suo, ha enfatizzato l'importanza del ruolo svizzero nel rispettare la Convenzione di Ginevra e nello spingere lo Stato ebraico a smettere di violarla e calpestarla; la Svizzera, fedele alla sua tradizione di imparzialità ed equilibrio nelle relazioni internazionali, ha riconosciuto le elezioni democratiche tenutesi nei territori palestinesi nel 2006 e, da allora, ha mantenuto canali di comunicazione aperti sia con il legittimo Governo espresso da Hamas sia con la fazione golpista di Fatah.

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