domenica 20 marzo 2011

Lungo e articolato discorso del leader di Hezbollah sulla situazione nordafricana e mediorientale


Sayyed Hassan Nasrallah, Segretario Generale del Movimento sciita Hezbollah, é intervenuto nella serata di ieri con una lunga e approfondita analisi degli avvenimenti recenti che, giorno dopo giorno, stanno cambiando volto al Nordafrica arabo e al Medio Oriente, definendoli "una primavera che ha solo incominciato a fiorire".

In primo luogo Nasrallah ha omaggiato il Popolo Arabo che, solo, deve ricevere lode e credito per i grandi movimenti di lotta e riscatto che ha saputo sollevare e portare avanti: "Coloro che, da destra o sinistra, vedano la mano degli Usa, dell'Iran o persino di Al-Qaeda dietro questi grandi movimenti non sono che sciocchi ed illusi, i cui paraocchi ideologici gli impediscono di apprezzare la verità".

Subito dopo é passato a castigare l'ipocrisia statunitense, con cui la Casa Bianca vorrebbe accreditarsi come 'dama patronessa' della primavera araba: "Fino a quando gli Stati Uniti continueranno a sostenere l'ingiusto regime dell'Entità sionista nessuna loro affermazione in favore della libertà e della democrazia potrà essere presa seriamente, noi non scordiamo che, solo poche settimane orsono, gli Stati Uniti, da soli, hanno silurato una risoluzione ONU che avrebbe chiesto conto a Israele della sua illegale condotta riguardo gli insediamenti ebraici in terra palestinese".

In Tunisia ed Egitto, Nasrallah ha invitato i popoli vittoriosi contro i regimi dei tiranni filo-occidentali e filo-israeliani a tenere alta la guardia contro tentativi di restaurazione e normalizzazione e a essere pronti a tornare in piazza a lottare se ve ne fosse necessità.

Per quanto riguarda la situazione libica, Nasrallah ha declinato di commentare la recente risoluzione ONU per la 'No Fly Zone', notando però come il mondo occidentale abbia tardato a muoversi fin quando quasi Gheddafi non era riuscito a ristabilire la situazione; rivolgendosi agli insorti libici egli li ha chiamati 'fratelli', accomunando la loro lotta contro l'esercito e i mercenari di Gheddafi a quella di Hezbollah contro Israele nell'estate 2006, ha poi ricordato come, il rapimento dell'imam Moussa Sadr da parte di agenti libici abbia scavato un solco incolmabile tra gli sciiti libanesi e il 'rais' di Tripoli.

Per lo Yemen e il Bahrein Nasrallah ha avuto parole di solidarietà e sostegno, elogiando i dimostranti di Sanaa per aver scelto di rinunciare a una reazione violenta, nonostante la grande quantità di armi disponibili nel paese e stigmatizzando l'operato dei sauditi nell'isola del Golfo affermando che, coi loro raid negli ospedali, coi loro rapimenti, con le loro demolizioni i wahabiti al soldo di Casa Saoud hanno "bene appreso le lezioni dei loro maestri israeliani".

Per quanto riguarda la situazione interna libanese, Nasrallah ha rotto il silenzio dichiarato da Hezbollah in merito alla campagna di fango e diffamazione contro le milizie della Resistenza iniziata settimane fa dal leader della minoranza parlamentare ed ex-Primo Ministro Saad Hariri e dai suoi alleati ex-miliziani falangisti Gemayel e Geagea dicendo: "Le armi della Resistenza sono puntate esclusivamente contro i nemici esterni del nostro paese, statene lontani e non avrete nulla da temere; la vostra retorica non contiente elementi nuovi da dover discutere, mettetevi e toglietevi pure tutti gli indumenti che credete (riferimento allo 'show' di Hariri durante la fallimentare manifestazione della scorsa settimana), non vi daremo spazio per innescare una diatriba che finirebbe solo per indebolire il Libano e lasciarlo esposto alla mercé di chi lo vorrebbe sottomesso".

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