giovedì 24 marzo 2011

Reportage dai funerali delle vittime dei raid di Gaza! Le foto che non troverete mai su 'La Repubblica' e 'La Stampa'!!

Si sa, nella narrativa divulgata dal "giornalistame" (giornalismo-letame) filosionista, che impera e imperversa nel panorama italico della cosiddetta "informazione", non vi é spazio per capire le ragioni, le motivazioni, le cause della Resistenza armata palestinese.

Fedeli ai diktat dei loro padri-padroni, testate come "Il Giornale", "Libero", "Il Messaggero", "La Stampa" e "La Repubblica" riempono la testa dei loro lettori di 'Hasbara' a ogni edizione, presentando i Palestinesi come una bizzarra e selvaggia 'specie animale', istigata, da chissà quali ferini impulsi, a scatenarsi 'con violenza' contro i poveri inermi israeliani, che sono capitati in Palestina per caso, forse fuggendo dall'Olocausto.

Sulle prime pagine della disinformazione filosionista non si vedono mai gli scempi, le lacrime, i volti contorti dalla rabbia per la perdita di figli, fratelli, genitori, amici delle vittime del 'democratico' Stato di Israele (latore della peculiare forma di 'democrazia' che prevede l'etnocentrismo e la segregazione razziale)

Tocca quindi a noi compensare tale squilibrio mostrando come, prima delle recenti risposte delle fazioni armate palestinesi, che hanno attaccato con razzi e mortai avamposti illegali di coloni armati, pedine dell'occupazione militare israeliana, cinque civili e quattro militanti della Resistenza siano stati uccisi da Israele in una serie di attacchi tra cui un bombardamento d'artiglieria 'alla cieca' che ha livellato una casa di Nazaz Street, a Gaza.

Sotto le macerie sono rimasti Mohammed Jihad al-Halw, di 11 anni, Yasser Ahmed al-Halw, di 16, Yasser Ahmed al-Halw di 50 e Mohammed Sabr Harara, di 20.

Le esequie congiunte di civili e militanti si sono svolte nella mattinata del giorno seguente, nella Moschea Al-Omari di Gaza dove si é radunata una folla imponente, per tributare l'ultimo saluto tanto ai combattenti quanto alle vittime indifese.

Il carattere corale, socializzato dei funerali palestinesi, permette alle famiglie di esprimere il loro dolore e il loro risentimento in maniera catartica, in una sorta di esorcismo collettivo del male di sopravvivere e della disperazione di fronte all'ingiustizia. La comunità, stringendosi attorno a defunti e ai loro parenti onora la memoria dei primi e giura ai secondi che il loro sacrificio non si rivelerà vano.

In un ultimo, supremo gesto di sfida e di orgoglio, giovani palestinesi si sono arrampicati sui minareti issandovi bandiere nazionali, facendole garrire verso il cielo nemico, da cui arrivano i proiettili e i missili 'made in Usa' con cui lo Stato ebraico fa vigliaccamente scempio delle proprie vittime.

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