giovedì 14 aprile 2011

Proteste in Cisgiordania: "Fatah liberi tutti i prigionieri politici prima di celebrare la Giornata dei Prigionieri"


Con la Giornata dei Prigionieri Palestinesi che dista meno di quattro giorni le famiglie dei Prigionieri Palestinesi detenuti da altri Palestinesi, (cioé dagli sgherri di Fatah che agiscono in funzione di gendarmeria coloniale per conto di Israele) hanno rinnovato i loro appelli per la liberazione dei loro parenti e per la fine delle persecuzioni politiche come prodromo di una vera ed effettiva riconciliazione tra Hamas e Fatah.

La cosiddetta Anp, ormai svuotata di ogni senso e trasformata solo in un contenitore di burocrati da Fatah, incercera infatti oltre 500 prigionieri per reati esclusivamente 'politici', in massima parte sostenitori e simpatizzanti di Hamas, ma anche della Jihad Islamica o ancora membri delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa che non hanno accettato la svolta di Dayton e l'abbandono della lotta contro l'occupazione.

"La Giornata dei Prigionieri ci sprona a dimenticare le frizioni e le contrapposizioni del passato per intraprendere un nuovo sentiero di fratellanza e riconciliazione il cui primo passo, necessariamente, deve essere costituito dal rilascio di TUTTI i prigionieri politici", così si é espresso Mohammed Natsheh, fratello di Mutasim Natsheh, prigioniero di Fatah (nonché del martire Mahmoun -foto sopra-, ucciso lo scorso ottobre).

"E' assurdo e irrazionale che in Cisgiordania venga celebrata la Giornata dei Prigionieri in mano a Israele senza menzionare che spesso quando un carcerato finalmente é rilasciato da Israele subito viene preso in custodia da Fatah, in maniera che la sua detenazone possa essere surrettiziamente prolungata".

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