venerdì 1 aprile 2011

Israele nega agli avvocati di visitare i loro assistiti in carcere!


Il regime dell'Apartheid israeliano ha approvato una legge che permetterà ai tribunali di proibire le visite da parte dei rappresentanti legali dei prigionieri palestinesi per oltre un anno dopo gli arresti; l'allarme in merito é stato prontamente dato dalla PPS, la Società di Betlemme che porta avanti la lotta per proteggere i detenuti dagli abusi e le angherie del sistema carcerario di Tel Aviv.

Israele ama umiliare e torturare i propri prigionieri più 'celebri' sottoponendoli a lunghissimi periodi di carcerazione in isolamento, che però possono venire punteggiati dalle regolari visite del rappresentante legale del carcerato, ora, in virtù di questo inumano provvedimento, lo Stato ebraico avrà la certezza di poter tenere in completo isolamento le proprie vittime per dodici e passa mesi, mettendo a grave rischio la loro salute mentale.

Simili provvedimenti non sono altro che misure di persecuzione e tortura a cui, con sfacciata ipocrisia, il regime dell'Apartheid tenta di dare una facciata di legalità, pur sapendo di andare contro lo spirito e la lettera di tutte le dichiarazioni e gli statuti di Diritto umano internazionalmente riconosciuti.

In una notizia correlata, attivisti palestinesi per la Resistenza hanno attivato una pagina Facebook per mostrare la loro solidarietà ad Abbas al-Sayyed, leader delle Brigate Ezzedin Al-Qassam incarcerato che ha passato gli ultimi 23 giorni impegnato in uno sciopero della fame totale, che ha gravissimamente minato la sua salute. L'iniziativa é stata lanciata dopo che, con una lettera consegnata al suo legale, Abbas stesso aveva domandato una mobilitazione mediatica internazionale a favore non tanto delle sue sofferenze, ma del motivo per cui ha iniziato lo sciopero: il miglioramento delle condizioni di detenzione dei suoi compagni di prigionia.

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