giovedì 2 giugno 2011

Nutrita delegazione egiziana in visita a Teheran, si rafforza l'asse Egitto-Iran!!



Come é possibile vedere riportato nell'estensivo e dettagliato servizio televisivo andato recentemente in onda sull'emittente iraniana di lingua inglese PressTV una nutrita delegazione di rappresentanti politici, culturali e religiosi egiziani ha raggiunto 48 ore fa la capitale Teheran per una cinque-giorni nella Repubblica islamica. Commentando l'importante sviluppo nella costruzione di rapporti fruttuosi e amichevoli con l'Egitto post-Mubarak il Ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salehi ha dichiarato: "Questo viaggio di amicizia, cui partecipano rappresentanti di prestigiose istituzioni accademiche come l'Università Al-Azhar e anche membri della comunità cristiana copta, misura i progressi rapidi e irreversibili che i nostri paesi stanno facendo per colmare un trentennio di mancata comunicazione a causa delle politiche filo-imperialiste e filo-sioniste seguite da Hosni Mubarak.


L'Egitto, infatti, interruppe tutti i contatti con l'Iran all'indomani della cacciata del tiranno filo-occidentale, Reza Palhevi, arrivando persino a offrire 'asilo politico' allo Scià deposto, che infatti morì, illamentato, al Cairo, visto che il dittatore egiziano aveva respinto tutte le richieste di estradizione della Repubblica islamica. Come passo verso il ristabilimento di normali relazioni diplomatiche Salehi e la sua attuale controparte egiziana, Nabil al-Arabi, si sono confrontati a lungo la scorsa settimana a lato della Sedicesima Conferenza dei Ministri degli Esteri dei Paesi Non-Allineati, tenutasi a Bali, in Indonesia.

Contemporaneamente, il Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejahd ha dichiiarato che l'Egitto e l'Iran hanno sfide e obiettivi comuni di fronte a loro e che quanti si oppongono al miglioramento delle loro relazioni reciproche sono gli stessi che vorrebbero continuare a mantenere la loro egemonia in Medio Oriente e Nordafrica secondo il vecchio adagio del "divide et impera", nello specifico gli Stati Uniti e lo Stato sionista. "L'egemonia sionista e americana non soltanto é ostile alla Rivoluzione egiziana quanto lo é stata alla Rivoluzione iraniana, ma teme in massimo grado il ristabilirsi di normali e amichevoli relazioni tra i nostri paesi perché vede in ciò un ulteriore passo lungo il sentiero del totale e irreparabile rovesciamento degli equilibri di potere regionali a suo sfavore".
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2 commenti:

  1. Il potere in movimento in Egitto deve trovare nuove sponde presso cui accreditarsi. E comunque nel mono arabo era un'anomalia che i due paesi non dialogassero

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  2. L'Iran non é un paese arabo, ma, detto questo, era certamente una forzatura che il più grande e influente paese arabo e sunnita (l'Egitto) non intrattenesse rapporti col più grande paese persiano e sciita (l'Iran).

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