domenica 24 luglio 2011

Casa Saoud rinforza il suo contingente d'occupazione in Bahrein, per meglio reprimere le proteste popolari!


Nel ballificio mediatico occidentalista, asservito agli interessi di Tel Aviv e Washington non passa giorno senza che "riccioluti" reporter e newscaster ci 'informino' delle pretese 'nefandezze' che avverrebbero in Iran, in Siria, in Libano, in tutti quei paesi, insomma, che non si piegano alle ubbie egemoniche di Israele e dei suoi tirapiedi palesi e occulti; poco o punto ci viene detto di quel che succeda in Yemen, in Bahrein, in Giordania, insomma in tutti quei paesi che dalla soffocante e dittatoriale 'tutela' dei mastini locali degli interessi USraeliani vorrebbero affrancarsi e, magari, allacciare strette o comunque cordiali relazioni con Teheran, Damasco, Beirut, che magari, col loro esempio, hanno proprio dimostrato che una via indipendente, autonoma e dignitosa di regolare i propri affari interni ed esteri senza subire l'abbraccio soffocante e mortale dell'occidentalismo é una scelta possibile e praticabile.

Naturalmente, i mastini dell'imperialismo non sono tali per niente e quindi, con i loro arsenali lautamente rimpinguati dalle industrie delle armi occidentali, non hanno scrupoli o remore morali a impiegarle contro uomini, donne e bambini disarmati, cercando di soffocare ogni afflato e ogni sforzo verso la democrazia e la libertà in un diluvio di sangue e dolore (chissà, quando si vedono scene di stragi raccapriccianti come quelle perpetrate a Sanaa e a Manama dove sono tutti i 'difensori dei diritti umani' occidentalisti, forse a inventarsi proteste in Siria, forse a spulciare i siti-web di George Clooney?). Così, nei mesi scorsi le truppe della Casa di Saoud hanno invaso il Bahrein scosso dalle proteste popolari per menare strage agli ordini del corrotto monarca di Ryiadh e dell'ancor più indecente e screditato satrapo di Casa Al-Khalifa, ai cui antenati sunniti gli imperialisti inglesi consegnarono il dominio su un'isola quasi totalmente sciita per far sì che non potesse mai affrancarsi dall'interessato "aiuto" di Londra (che poi ha passato le consegne a Washington per raggiunti limiti di senilità imperialista).

Nuove colonne di veicoli corazzati sauditi sono state viste sbarcare nell'Isola delle Perle, second quanto riportato dalla locale outlet mediatica Rasad News, mentre, sempre da documenti trasmessi in queste ore, si vede che la partecipazione delle truppe di Ryiadh alle retate, alle aggressioni a manifestanti e alla repressione violenta dei moti popolari non é mai venuta meno e anzi, prosegue con inusitata violenza proprio perché l'attenzione del mondo, distratto dalle 'fanfaluche' della stampa occidentalista, non si concentra sui fatti del piccolo regno del Golfo Persico con l'attenzione che invece vi dedicava qualche mese addietro.
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