sabato 6 agosto 2011

In memoria di Houssam Abdul Al-Moussawi: un martire di Hezbollah zelante e pio


In questo video commemorativo di martiri del 2006, dal minuto 4:05 al 4:22, é possibile vedere e sentire Houssam al-Moussawi.

Nel quinto anniversario della vittoria delle forze della Resistenza sciita contro l'invasione sionista, il ricordo tributato da questo articolo va al martire Houssam Abdul Hadi Al-Moussawi, nato il 12 luglio 1979 a Nabi Shieth, nella Valle della Bekaa; per quanto la nascita di un figlio sia sempre considerata una gioia e una benedizione, la famiglia Moussawi ancora adesso ricorda l'arrivo del piccolo Abdul come il coronamento di un periodo particolarmente lieto e gioioso. Una testimonianza degna di nota visto che, già all'epoca, il Libano era scosso dalle violenze e dagli scontri che sarebbero presto deflagrati in oltre undici anni di guerra civile senza quartiere.

La famiglia Moussawi si era sempre distinta nella comunità per la sua fede e la sua devozione religiosa ed egli continuò questa tradizione lungo tutto il corso della sua vita; la dedizione ai precetti dell'Islam sciita, che il suo zelo portava ben oltre i 'semplici' doveri di un fedele (fino all'ultimo giorno della sua esistenza egli insistette nel compiere la sesta preghiera quotidiana, quella notturna -Tahajjud/Salat-u-Lail-, non obbligatoria nei doveri del fedele, anche se raccomandata), non impedì affatto ad Abdul di raccogliere successi e affermazioni nella vita 'pratica', come ad esempio il conseguimento, col massimo dei voti, di una laurea specialistica in Storia e Filosofia presso l'Université Libanaise di Beirut.

Nel 1993, appena adolescente, si unì all'Unità di Mobilitazione Educativa di Hezbollah, contribuendo agli sforzi della Resistenza per mantenere salda e compatta la comunità sciita (al tempo ancora minacciata dall'occupazione sionista) anche da un punto di vista culturale e spirituale; appena compiuti 18 anni domandò e ottenne di passare alle Unità di Mobilitazione Militare, impegnandosi in prima persona nella lotta per la liberazione della patria dagli invasori israeliani e dai loro lacché libanesi dell'SLA.

Quando nel 2000 il Sud del Libano venne finalmente abbandonato da sionisti e traditori la sua famiglia, orgogliosa di lui, gli chiese se non gli fosse possibile ottenere un trasferimento nella Bekaa per poterlo avere più vicino ma egli rispose: "Abbiamo pagato un grande tributo di sangue e sofferenze per le terre del Sud, non me la sento di abbandonarle ora, perché presto potremmo essere chiamati a combattere di nuovo per esse". Houssam si era mostrato già allora buon profeta.

Quando nel 2006 la sua previsione si avverò, Houssam si trovava nella Repubblica Islamica dell'Iran, impegnato in un pellegrinaggio al sacrario del Settimo Imam dello sciismo duodecimano, Ali Al-Rida, figura per la quale aveva sempre avuto un'estrema reverenza e devozione, tanto da convincere la moglie a chiamare il loro primogenito con il suo nome. Immediatamente fu di ritorno in patria, dove, tralasciando persino di salutare la sua famiglia, prese posto sul campo di battaglia insieme ai suoi commilitoni di Hezbollah, fino a quando, il primo agosto 2006, venne ucciso da un attacco aereo sionista.

Il suo corpo rimase disperso per diciotto giorni e soltanto dopo la fine delle ostilità e la fuga degli invasori fu possibile ritrovarlo, identificarlo e dargli degna sepoltura. Durante la cerimonia suo padre rese questo omaggio al figlio martire:"Piango per te, Houssam, il mio grande amore e il mio grande orgoglio nei tuoi confronti mi fanno sentire ancora più ardentemente il dolore della perdita e il desiderio di rivederti; sei stato ammirevole tanto in vita quanto nella tua morte, possa Dio avere avuto in te le stesse soddisfazioni che ho avuto io".
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