giovedì 22 settembre 2011

Evo Morales esprime il sostegno della nazione boliviana alla lotta e alle richieste del popolo di Palestina!


Siamo fortemente critici riguardo all'utilità e alle eventuali conseguenze di un riconoscimento ONU di uno Stato di Palestina sulla base dei confini del 1967, tuttavia, dobbiamo ammetterlo, proviamo un innegabile piacere quando assistiamo a scene di solidarietà nei confronti della Causa palestinese e ancora una volta ci é stato gradito l'intervento del Presidente ex-campesino Evo Morales, alla guida della Bolivia dal 2005 che, durante il suo discorso all'inaugurazione dell'Assemblea Generale che dovrebbe deliberare sulla richiesta di riconoscimento sporta dall'Anp, ha dichiarato il profondo e convinto supporto del Governo e della nazione boliviana alle richieste palestinesi.

La dichiarazione boliviana, unita a quelle di Sudafrica, Brasile e Libano testimonia del vasto e trasversale sostegno di cui la Causa palestinese può godere a livello internazionale, prova ulteriore di quanto l'entità sionista sia isolata e impopolare, capace di sostenersi solo grazie alla parassitosi esercitata tramite la 'Lobby a Sei Punte' nei confronti degli Stati Uniti, fedeli e docili esecutori dei 'diktat' di Tel Aviv grazie al cappio strangolante che i sionisti tengono attorno al sistema dei mass-media americani e mondiali e alle enormi quantità di denaro che AIPAC e altre organizzazioni filoisraeliane possono contribuire alle campagne elettorali di governatori, congressisti, senatori e candidati presidenti: Israele é diventato per gli Usa "la coda che muove il cane".

Morales ha anche accusato l'ONU di essere un'organizzazione che, per quanto nobile nei suoi intenti, in realtà risponde a logiche 'capitaliste e imperialiste', dando eccessivo potere ad alcuni stati membri e venendo da questi utilizzati per 'vidimare' le loro aggressioni e i loro piani colonialistici e di sfruttamento internazionale (Libia, anyone?), in particolare ha stigmatizzato la struttura e il regolamento dell'UNSC, da lui ribattezzato nel corso dell'intervento "Il Consiglio di Insicurezza".
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