martedì 4 ottobre 2011

A Bengasi si organizza il "Dopo Gheddafi", mentre Sirte si ostina a non cadere

Appena nominato un Governo ad interim per gestire la fase di transizione del paese dai postumi dell'insurrezione e della guerra civile ai primi passi di un nuovo corso, i leader del Consiglio Nazionale di Transizione che sembra ormai avere il controllo della Libia hanno affermato che in futuro la nazione sarà ordinata da leggi in sintonia con la cultura e la religione musulmana, e hanno anche annunciato le loro prossime dimissioni una volta che anche le ultime sacche di resistenza di lealisti del Colonnello fuggitivo saranno espugnate e ridotte all'impotenza.

Mustafa Abdel Jalil, (foto sotto) Capo del CNT, e Mahmoud Jibril (foto sopra), Capo del suo Ufficio Esecutivo, hanno rilasciato le dichiarazioni rilevanti nella giornata di ieri, durante una conferenza stampa congiunta, tenutasi nella città di Bengasi, centro e motore dell'insurrezione anti-Gheddafi, anziché nella capitale Tripoli, dove pure sono in pieno corso le attività necessarie a trasferirvi il centro del potere nazionale (per riaffermare anche con la locazione geografica la natura nazionale e legittima del nuovo esecutivo).

Mahmoud Jibril manterrà il suo ruolo, assumendo nel contempo l'interim degli Esteri, Ali al-Tarhouni continuerà a svolgere le funzioni di Ministro del Petrolio, Abdelraman al-Keissah assumerà il nuovo dicastero dei reduci feriti e mutilati dalla guerra civile, Hamza Abu Fas rimpiazzerà Salem al-Sheiki come Ministro degli Affari Religiosi.

Intanto dai fronti di battaglia arrivano notizie di piccole vittorie degli insorti, che sembrano voler nascondere la mancanza di progressi sui fronti principali; per l'ennesima volta in poche settimane il comando delle forze insorte dichiara che la caduta di Sirte e Bani Walid é 'questione di giorni, forse ore', annunciando nel contempo la presa del villaggio di Qasr Abu Hadi, notevole unicamente per il fatto che esso fu luogo natale di Muammar Gheddafi.

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