lunedì 24 ottobre 2011

I militari sionisti lanciano l'allarme: "Abbas é indebolito dalla vittoria di Hamas, dobbiamo aiutarlo", ma Netanyahu fa orecchio da mercante!


Più passa il tempo e più Israele assomiglia alla Germania Nazista, dove militari con idee chiare e realistiche erano sottoposti a leader politici ideologizzati, fanatici, che vivevano fuori dalla realtà; a quanto riportano fonti libanesi, infatti, il Comando supremo dell'IDF é convinto che la posizione di Mahmud Abbas, presidente de facto dell'Anp e leader di Fatah sia ai minimi storici di popolarità, dopo un breve guizzo all'insù nel gradimento presso la popolazione cisgiordana (sotto l'arbitrio della fazione di Abu Mazen dal 2007, in seguito al tentativo di golpe contro il Governo legittimo di Hamas), registratosi a settembre con l'istanza del riconoscimento ONU, ci ha pensato il 'coup de theatre' dell'accordo tra Hamas e Tel Aviv per la liberazione oltre mille prigionieri politici a far precipitare le quotazioni del baffuto 'successore' di Arafat.

I militari quindi hanno iniziato a fare pressioni sul Governo affinché, per risollevare un po' la stella di Abbas e garantire un suo ruolo anche futuro nella politica interna palestinese (che molto farebbe comodo ai sionisti, vista la disponibilità di quest'ultimo a collaborare con l'occupazione trasformando i militanti di Fatah nei suoi 'gendarmi indigeni'), si acconsenta a liberare più dei 550 detenuti pattuiti nelle trattative con Hamas, aggiungendo nomi di altri membri di Fatah alla lista.

I prigionieri liberati finora, nella prima fase degli scambi, appartenevano sia ad Hamas che a Fatah, ma vi era una prevalenza dei primi rispetto ai secondi; tra i 550 liberandi, invece, i nomi di appartenenti ad Al-Fatah sono leggermente preponderanti; "aumentiamoli ancora", ragionano i militari di Sion (che stupidi non sono) "e di riflesso un po' di prestigio cadrà anche sul leader di Ramallah". Ma sembra che da quell'orecchio Netanyahu, Barak e Lieberman proprio non vogliano sentirci; soprattutto sembra che siano inferociti verso il Premier proprio i Ministri della Guerra e degli Esteri, che gli rimproverano di avere 'ceduto' all'organizzazione che si rifiuta di "riconoscere Israele" e di abbandonare la lotta armata.

Un'altra proposta, poi, sarebbe quella di far passare certe zone della West Bank dal grado di sicurezza 'B' (che prevede controllo civile palestinese sotto sicurezza militare israeliana) ad 'A' (totale controllo palestinese, civile e militare); riusciranno i militari ad avere la meglio sui politici estremisti che detengono le leve del potere? E basterà qualche dozzina di prigionieri liberati o la transizione di qualche ettaro di terra da una definizione di 'bantustan' a un'altra a rinvigorire lo spompato prestigio politico di Abbas?
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