sabato 22 ottobre 2011

L'opposizione Yemenita: "Saleh impari dai fatti di Libia, si dimetta ora o farà la fine di Gheddafi!"


Dimostranti anti-governativi hanno trasformato di nuovo il pomeriggio di venerdì in una massiccia manifestazione contro il tiranno yemenita Ali Abdullah Saleh, che, nonostante il richiamo della comunità internazionale e la comoda "uscita di sicurezza" rappresentata dalla bozza di accordo per la transizione dei poteri stilata dal Consiglio di Cooperazione dei Paesi arabi del Golfo Persico non mostra alcuna intenzione di lasciare il potere, evidentemente fidando nel sostegno degli Usa, dell'Arabia Saudita e di Israele.

"Ali ora è il tuo turno, i dittatori finiscono sempre male!", cantavano i manifestanti a Sanaa in marcia lungo Viale Sittine, appena usciti dalle moschee, con evidentemente riferimento alla recente morte di Gheddafi; uomini e mezzi della Prima Divisione Corazzata, schieratasi ormai da mesi contro il Presidente, fiancheggiavano il corteo e controllavano i dintorni, per evitare che cecchini e provocatori del regime attaccassero la popolazione civile, come é successo molte volte anche nelle ultime settimane.

Walid al-Ammari, portavoce dei Giovani per il Cambiamento, ha fatto a sua volta esplicito riferimento alla morte dell'autocrate libico, nella speranza che il timore di una fine simile convinca Saleh a dare il via allo smantellamento della sua stessa autocrazia; tuttavia, forse nel timore di sembrare troppo sanguinario, arriva presto una correzione di rotta: "Non vogliamo uccidere Saleh, vogliamo che risponda delle sue azioni in 38 anni di dominio assoluto su questa nazione e sul suo popolo".
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