venerdì 7 ottobre 2011

Nella Striscia di Gaza in costante emergenza umanitaria arriva il convoglio di aiuti "Miles of Smiles 6"!


Come in precedenza annunciato, il sesto convoglio di aiuti 'Miles of Smiles' é riuscito a raggiungere il ghetto assediato di Gaza con circa 100 tonnellate di medicinali e altre provviste mediche; anche se apparentemente impressionante in senso assoluto il carico di aiuti non rappresenta che un temporaneo sollievo nella costante e perdurante emergenza sanitaria e umanitaria che, a causa dell'assedio sionista, disumano e illegale, ha trasformato l'enclave costiera palestinese nel più grande carcere a cielo aperto del mondo, una prigione con un milione e secicentocinquantasettemila detenuti, premuti in meno di quattrocento chilometri quadrati (la sesta densità di popolazione al mondo, dopo Macao, Montecarlo, Singapore, Hong Kong e Gibilterra).

Accompagnato da quarantun volontari internazionali (Europei, asiatici e africani) Miles of Smiles 6, come tutte le carovane solidali che lo hanno preceduto, ha l'obiettivo, oltre che di portare beni e generi disperatamente richiesti dalla popolazione di Gaza, anche di aumentare la coscienza e la consapevolezza del 'mondo esterno', troppo spesso anestetizzato dalle balle e dalle menzogne dell'Hasbara made in Israel, propalata dai complici e sodali dell'occupazione annidati nella comunità dei media, nei partiti e nelle compagini di governo europee e americane, nelle istituzioni sovranazionali.

Poche ore prima dell'arrivo del convoglio Miles of Smiles, sempre nella giornata di giovedì 6 ottobre, altre due delegazioni, una tunisina e una tedesca, hanno concluso le loro rispettive visite alla Striscia assediata tenendo conferenze stampa: in quella della società cristiana 'Pax Christi' Wiltrud Rosch-Metzler ha dichiarato ai rappresentanti dei media: "E' fondamentale che ognuno di noi continui il proprio lavoro contro questo assedio illegale"; l'attivista del convoglio tunisino 'Karameh' Sabrin al-Areebi, invece, ha dichiarato: "Siamo qui per mostrare non solo compassione, ma anche e soprattutto solidarietà con i nostri fratelli e sorelle palestinesi, sostenendoli nella loro lotta per una vita decente e dignitosa".

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