martedì 4 ottobre 2011

Sondaggio d'opinione rivela che tre egiziani su quattro vorrebbero 'tagliare il gas' per sempre al regime sionista!


Secondo un sondaggio svolto su base nazionale da Synovate circa il 73 per cento dei cittadini egiziani ha dichiarato la propria assoluta e totale contrarietà a proseguire sotto qualunque forma le forniture di gas a Israele, solo il 9 per cento del campione statistico era di opinione contraria (favorevole quindi al proseguire le esportazioni) e il 12 per cento non ha azzardato un'opinione in merito.

Tanto nella fascia d'età dai 18 ai 25 che in quella dai 26 ai 35 le percentuali relative rimangono coerenti (72 percento i contrari tra i più giovani, 74 tra i più maturi); per gli Egiziani il fatto di dover esportare gas verso il regime ebraico ha sempre scatenato reazioni molto vibrate, esso infatti, fu uno dei punti più contesi tra le condizioni della cosiddetta 'Pace di Camp David' (in realtà una supina accettazione da parte di Sadat delle condizioni dettate da Tel Aviv e Washington), su cui Carter e Begin furono particolarmente adamantini.

In seguito alla capitolazione di Sadat quello che era stato il più grande avversario di Israele, l'Egitto, si trovò a fornire allo Stato dell'Apartheid quantità enormi di gas combustibile, peraltro svenduto a prezzi del tutto irrealistici, con grave danno per l'erario del Cairo. Laute 'bustarelle' distribuite da politici e uomini d'affari sionisti alla famiglia Mubarak, a ministri e sottosegretari energetici egiziani, garantivano la regolarità e il volume del flusso di metano attraverso i gasdotti del Sinai.

Secondo gli accordi rinnovati nel 2005 Tel Aviv si affidava all'Egitto per il 40 per cento del suo fabbisogno di metano. Da quando il flusso si é quasi del tutto smorzato, risultato della rivoluzione anti-Mubarak e degli attentati esplosivi dei beduini del Sinai contro le stazioni di pompaggio, Israele é stato costretto ad alzare vertiginosamente i prezzi delle bollette (contribuendo così a scatenare le proteste degli 'indignati') e ad aumentare lo sfruttamento dei giacimenti marini di metano, fino ad esaurire il pozzo di Yam Thetys.
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