domenica 23 ottobre 2011

Venti morti in Yemen, ecco la risposta di Saleh agli inviti dell'ONU e dei Paesi del Golfo!


Violenti scontri sono esplosi ieri a Sanaa, capitale dello Yemen, tra unità dell'Esercito dichiaratesi contro la dittatura di Ali Abdullah Saleh e fedeli del regime, i combattimenti si sarebbero sviluppati nel quartiere di Hassaba, secondo quanto riportato dall'agenzia statunitense Associated Press. Secondo quanto trapelato finora tra le vittime si conterebbero: tre civili, cinque militari anti-Saleh, sette guerriglieri tribali e cinque lealisti del regime.

Questo scontro sembra l'ennesimo segnale di rifiuto da Saleh verso ogni opzione di transizione pacifica dal suo quasi quarantennale regime, nonostante l'invito in tal senso ricevuto venerdì dal Consiglio di Sicurezza ONU e la proposta del GCC (Il Consiglio di Cooperazione del Golfo) per un passaggio di poteri "con immunità e garanzie contro la prosecuzione), che pure ha sollevato la contrarietà dell'opposizione e del Nobel per la Pace Tawakkul Karman.

Con i morti di ieri si avvicina a 2000 il conto delle vittime che da gennaio hanno perso la vita per mano dei pretoriani del dittatore; un pesante tributo di sangue (molto superiore, per dire, a quello versato in Egitto o in Tunisia) per il paese che i Greci chiamavano "Eudaimon"-fortunato e i Latini "Arabia Felix". Il bilancio avrebbe certamente potuto essere peggiore se a fianco dei cittadini e dei combattenti tribali (contro cui Saleh ha scatenato repressioni sanguinose, col beneplacito di Washington e la scusa della 'Guerra al Terrorismo') non si schierassero di tanto i tanto i militari delle unità dell'Esercito passate all'opposizione.
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