sabato 5 novembre 2011

Di nuovo imponenti proteste popolari contro il tiranno Saleh, beniamino di Obama, Re Saoud e Netanyahu!


Più passa il tempo e più non si riesce a trattenere l'ammirazione, la pura e semplice ammirazione per quanto sta facendo in questi mesi il popolo yemenita, il quale nonostante la recrudescenza sempre più selvaggia della violenza con cui il disperato tiranno Ali Abdullah Saleh cerca di puntellare il proprio trono traballante ogni settimana scende regolarmente e puntualmente in piazza incurante del tributo di sangue estorto dalle milizie del dittatore, chiedendo le sue dimissioni, il suo arresto, il processo di fronte a una corte di giustizia e quindi la transizione a un regime democratico.

Esattamente un giorno dopo che diciannove civili erano stati massacrati tra la capitale Sanaa e il capoluogo meridionale di Taizz dozzine di migliaia di cittadini si sono radunati all'uscita dalle moschee e hanno marciato scandendo slogan che dicevano: "La Pace é la nostra scelta, la Determinazione la nostra lotta" e anche: "La voce yemenita é una sola: porteremo il corrotto Saleh davanti alla Giustizia". Pretoriani e miliziani fedeli al tiranno hanno attaccato a più riprese i marciatori ma, finora, non sono filtrate notizie di morti o feriti gravi.

Intanto, il fronte delle opposizioni ha annunciato la creazione di un Comitato Legale che lavorerà a raccogliere e ordinare prove e testimonianze riguardo le gravi violazioni dei Diritti Umani avvenute in queste ultime settimane, per sporgere poi ufficialmente denuncia presso la Corte Criminale Internazionale dell'Aia. Saleh ha il sostegno dell'Arabia Saudita, degli Usa e di Israele, che fingono di non accorgersi della brutale e sanguinosa repressione che sta scatenando contro il suo popolo, ma di fronte alla schietta determinazione degli Yemeniti c'é il serio rischio che anche il potere di tutti questi 'padrini' possa non bastare a mantenerlo in sella.
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