mercoledì 30 novembre 2011

Lavrov: "Basta coi 'tamburi di guerra' imperialisti contro la Siria!"


Forte presa di posizione del Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov che, dimostrando come Mosca abbia pienamente assorbito la lezione dopo che la sua inattività (o addirittura connivenza) nel caso della crisi libica ha permesso all'avido e guerrafondaio Occidente imperialista di immischiarsi nelle faccende interne di un paese terzo cercando di portare avanti le proprie agende di sfruttamento e assoggettamento, sta spendendo tutte le proprie energie, diplomatiche ma sostenute anche dal peso economico e militare necessario a dar loro maggior forza, per evitare che qualcosa di simile possa accadere anche con la Siria, sottoposta ormai da mesi a uno stillicidio di attacchi terroristici da parte di agenti provocatori infiltrati appoggiati a pochi estremisti (perlopiù islamisti di matrice wahabita) avversi al Presidente Bashir Assad.

"L'Occidente e i paesi a esso allineati devono capire che non é tempo di perentori quanto vacui ultimatum, ma di ingaggiare un dialogo politico, il più aperto e conciliante possibile, che possa portare a quelle riforme effettivamente desiderate dal popolo siriano senza lasciare spazio di manovra a coloro che sono semplicemente interessati a spargere violenza e terrore nella speranza di guadagnare influenza o potere", queste le chiare, piane parole del capo della diplomazia di Mosca, riportate dall'Agence France Presse poche ore orsono.

Lavrov non ha mancato di criticare e stigmatizzare come "avventuristiche e improduttive" iniziative come quella sponsorizzata dai paesi filo-occidentali della Lega Araba (in maggioranza monarchie assolute impegnate attivamente nella repressione sanguinosa di manifestazioni di protesta della loro popolazione) o dalle stesse potenze imperialiste occidentali presso il Consiglio dei Diritti Umani dell'ONU, nel tentativo di isolare, mettere sotto accuso o comunque screditare e colpire Damasco e il suo Governo, impegnato invece a portare avanti il processo di riforma e democratizzazione dell'apparato statale combattendo le gang di terroristi e difendendo contro le loro azioni la popolazione civile.
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