domenica 27 novembre 2011

L'ex-agente della CIA Bob Baer ammette: "In Iran abbiamo subito una catastrofe dietro l'altra, abbiamo perso tutti i nostri uomini!"


Essendo la 'Spycraft', l'arte insidiosa e rischiosa dei servizi segreti, quel che é ovviamente non ci si possono aspettare comunicati stampa e commenti ufficiali da parte di Langley sulla recente debacle che ha visto dodici uomini della CIA arrestati in Iran prima che potessero mettere a frutto i loro piani di sabotaggi e attentati contro il programma nucleare civile della Repubblica Islamica; tuttavia il network statunitense ABC é riuscito a interrogare in merito Bob Baer, ex-dirigente di alto livello della 'Compagnia', che ha offerto la sua personale interpretazione dei recenti eventi.

"La perdita di così tanti agenti in Iran, non solo ultimamente, ma anche nei mesi passati, non é un incidente isolato, ma solo l'ultima tessera di un mosaico di sconfitte e rovesci catastrofici. Perdere un intero gruppo di agenti così é una vera iattura ed é attribuibile a nuove generazioni di operativi che hanno dimenticato, o non hanno mai imparato, i metodi tradizionali di raccolta delle informazioni".

"I nuovi non conoscono più le regole del gioco" ammette con amarezza Baer "C'é sempre stata nella CIA la tendenza a trascurare l'aspetto umano, 'low end' dell'arte dello spionaggio e a cercare di sostituirlo con la fede nelle macchine, nella tecnologia: cimici, satelliti, adesso i droni senza pilota. Ci sono operativi della CIA che pensano di poter controllare e scovare il nemico e se il caso eliminarlo, senza vederlo mai di persona, facendo tutto attraverso le camere remote di un UAV. Sarò antiquato ma dico questo: non si può basare tutto sui droni o comunque sulla tecnologia, il fattore umano ha sempre il suo peso".

Secondo il report della ABC Baer, che é ancora regolarmente in contatto con diversi ex colleghi della CIA ha anche attribuito alle numerose e recenti campagne belliche in cui gli USA si sono trovati impegnati negli ultimi dieci anni l'avere favorito una mentalità da 'tempo di guerra' tra le nuove leve della Compagnia, mentre con l'avanzare dell'età e i pensionamenti i membri della 'vecchia guardia' addestrata durante la Guerra Fredda e più abituati a gestire le operazioni in paesi in pace sono stati marginalizzati o messi a riposo.
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