domenica 18 dicembre 2011

Il Libano protesta all'ONU contro lo spionaggio israeliano ai suoi danni: "Tel Aviv viola di continuo la risoluzione 1701!"


Una formale richiesta di censura é stata depositata al Palazzo di Vetro dal capo della delegazione di Beirut, in seguito alle operazioni congiunte tra tecnici dell'Esercito ed esperti di sicurezza di Hezbollah, che hanno portato alla scoperta di numerosi impianti di spionaggio nel Sud del paese, l'ultimo dei quali é stato smantellato appena un paio di settimane tra Srifa e Deir Kifa, in parte demolito da una carica esplosiva interna azionata via radio (quando i controllori sionisti si sono resi conto che l'apparato era stato scoperto), in parte recuperato dai militari e dagli uomini della Resistenza che, correndo gravi rischi, sono riusciti a disinnescare parte dell'esplosivo prima che brillasse.

La delegazione libanese ha definito le attività israeliane "inaccettabili violazioni della nostra sovranità nazionale e dello spirito e della lettera della Risoluzione 1701" in base alla quale sono state interrotte le ostilità tra il regime ebraico e il Paese dei Cedri, il documento menziona esplicitamente la necessità per Tel Aviv di "riconoscere e rispettare la sovranità e l'integrità territoriale del paese vicino". A sostegno della denuncia libanese, nell'esposto in questione, sono citate dozzine e dozzine di rapporti UNIFIL che evidenziano i voli di sorveglianza sionisti come chiare infrazioni della Risoluzione 1701.

Solamente pochi giorni fa l'ultimo di una serie di attentati esplosivi contro i militari della forza internazionale ha ridato forza alle voci secondo le quali gruppi sodali o manipolati dallo Stato ebraico vorrebbero, attraverso simili attacchi, forzare un ritiro o un ridimensionamento del contingente di osservatori che, ora come ora, di fatto impedisce la ripresa delle aggressioni armate israeliane contro il Libano meridionale.

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