martedì 6 dicembre 2011

Il Principe Turki al-Faisal si conferma "Lo Stranamore di Riyadh" dichiarando: "Vogliamo la bomba atomica!"


Altro che ispettori IAEA a Teheran, Natanz e Bushehr, altro che ispezioni alle centrifughe iraniane; se la comunità internazionale non fosse instupidita quotidianamente dal diluvio di propaganda esalata dalle fucine della disinformazione sionista e volesse veramente prevenire e bloccare sul nascere una pericolosa corsa alla proliferazione nucleare in Medio Oriente essa dovrebbe volgere lo sguardo dall'altra parte del Golfo Persico e fissarlo intensamente sull'Arabia Saudita, dove, ben sicuro del supino supporto americano e sionista l'ex capo delle spie di corte, Principe Turki al-Faisal, non ha remora alcuna a dichiarare a voce alta la propria intenzione di perseguire quanto prima un piano di armamento atomico.

Armi di distruzione di massa in mano all'ultima monarchia assoluta del pianeta, un apparente 'paradosso temporale' che rischia di precipitare tutta la regione nell'insicurezza, ancor più di quanto non stia già facendo il regime ebraico col suo "arsenale pirata" di oltre duecento bombe atomiche non dichiarate. Anzi, giocando sull'ambiguità, il Principe Al-Faisal vorrebbe dare a bere all'opinione pubblica araba che un programma atomico militare saudita sia da vedere in ottica 'anti-israeliana' ("I nostri sforzi e quelli del mondo non hanno convinto Tel Aviv ad abbandonare le sue armi nucleari"), quando é invece chiaro a chiunque che Riyadh vuole 'la bomba' in funzione anti-iraniana, per minacciare le minoranze sciite del Golfo Persico (a partire dalla propria) e convincerle ad abbandonare i propositi di protesta, di riforma e forse anche di cacciata delle dinastie sunnite dai troni sui quali furono collocati dagli imperialisti e sfruttatori occidentali tra XIX e XX Secolo.

"E' nostro dovere verso il nostro popolo considerare, tra le altre opzioni, anche il possesso di armi simili" chiocchia Faisal, ma di quale popolo starebbe parlando? Certo non quello che scende in piazza denunciando l'autoritarismo di Casa Saoud e chiedendo riforme democratiche e un più equo investimento dei proventi petroliferi! Quel 'popolo' il Principe Turki al-Faisal lo odia con ferocia!
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