sabato 3 settembre 2011

Hamas accoglie con favore ed entusiasmo le rappresaglie diplomatiche turche contro lo Stato ebraico!


Hamas, l'organizzazione musulmana di Resistenza che legittimamente amministra la Striscia di Gaza in accordo coi risultati delle elezioni del 2006, ha accolto molto positivamente la decisione del Governo Erdogan di degradare la propria rappresentanza diplomatica a Tel Aviv, espellere l'ambasciatore sionista ad Ankara e interrompere i progetti di cooperazione con il regime sionista. In un comunicato esteso nella serata di ieri la rappresaglia per l'assenza di scuse ufficiali e riparazione per le famiglie delle vittime dell'aggressione armata consumatasi sulla Mavi Marmara nella primavera del 2010 é stata definita come "Un passo nella giusta direzione".

"In risposta alla violenza piratesca dell'attacco e alla prolungata e studiata arroganza mostrata a riguardo dai politici sionisti la reazione turca é giusta, misurata e ineccepibile dal punto di vista legale e morale". Sostegno ancora più caloroso ha riscosso l'annuncio sempre di parte turca che denunce e richieste di prosecuzione verranno sporte presso tutte le sedi legalmente competenti a livello internazionale affinché i responsabili morali e materiali dell'arrembaggio e della strage che ne é seguita vengano messi sotto processo.

Il movimento Hamas ha altresì invitato i paesi arabi, mediorientali e asiatici, musulmani e non, a mobilitarsi per rendere ancora più stringente e nocivo il boicottaggio economico degli interessi sionisti, per abbattere una volta per tutte l'iniquo e disumano strangolamento economico della Striscia e per prestare maggiore e più coerente sostegno al Popolo di Palestina per consentirgli di riavere integra la propria libertà, i propri diritti e la dignità nazionale come Stato democratico, autonomo e indipendente.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Sui rapporti con Tel Aviv cala la scure di Erdogan e Davutoglu: tra Turchia e regime ebraico è ormai 'guerra fredda'!


Come annunciato, l'ONU ha rilasciato il suo rapporto sull'incidente della motonave 'Mavi Marmara' durante il quale forze militari israeliani arrembarono con forza letale una nave disarmata di attivisti umanitari massacrandone una decina (nove cittadini turchi) e ferendone oltre quaranta, agendo fuori da ogni legalità e aggredendo un natante che si trovava in acque internazionali. Come promesso e annunciato a più riprese e in diversi consessi, una volta pubblicate le conclusioni delle Nazioni Unite, il Governo Erdogan ha dato il via al cosiddetto 'piano b' di ritorsione diplomatica ed economica contro lo Stato ebraico che, a oltre un anno di distanza dai fatti, continua pervicacemente a rifiutarsi di estendere scuse ufficiali al popolo turco e alle famiglie delle vittime.

L'ambasciata turca in israele é stata trasformata in un segretariato di secondo livello mentre l'ambasciatore sionista in Turchia ha ricevuto nelle scorse ore notifica di espulsione e dovrà tornare in patria entro il 7 settembre; tutti gli accordi e i progetti comuni in campo scientifico, culturale e militare sono immediatamente interrotti. In un periodo in cui Israele sta perdendo tutti i suoi interlocutori nel mondo arabo, lo sfacelo dei rapporti diplomatici con un paese musulmano importante come la Turchia sono un grave scacco per Tel Aviv.

La colpa di queste severe misure é ascrivibile in toto alla condotta del regime di Tel Aviv; sarebbe bastato molto poco a disinnescare la tensione e risolvere la crisi, ma evidentemente Netanyahu e i suoi alleati militaristi e integralisti tengono più alla loro bullistica fama di "duri che non chiedono scusa" piuttosto che agli interessi del loro paese e del loro popolo. Il deputato arabo-israeliano Haneen Zoabi (a sua volta reduce della 'Mavi Marmara' ha applaudito la risoluta mossa turca, commentando che, a causa della condotta irresponsabile ed aggressiva dello Stato ebraico quelli con Ankara non saranno certo gli ultimi rapporti bilaterali a subire guasti e battute d'arresto.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Il popolo giordano chiede riforme e una nuova costituzione, il reuccio ascemita nicchia e traccheggia!


Migliaia e migliaia di dimostranti si sono riversati nelle strade e nelle piazze del regno di Giordania dopo le usuali preghiere del venerdì, non soltanto nella capitale Amman, ma anche a Tafileh, nel Sud del paese e in altri centri come Az-Zarqah e Irbid. Testimoni oculari hanno riferito che le manifestazioni, pur mantenendosi pacifiche, hanno rimarcato con molta forza l'esaurimento della pazienza e della tolleranza della popolazione nei confronti delle politiche reali, che non sanno affrontare alla radice i problemi della popolazione e, contemporaneamente, mantengono in vita un anacronistico sistema di autoritarismo paternalistico, dove le libertà civili e politiche sono severamente limitati senza che nessuna delle ipocrite prefiche occidentali della "democrazia" abbia niente a che ridire.

Inflazione, erosione del potere d'acquisto e una macchina statale e amministrativa corrotta e inefficiente completano il quadro delle 'doleances' dei sudditi della monarchia ascemita che si sono mobilitati nella giornata battezzata 'Venerdì della Determinazione' per chiedere al pittoresco reuccio Abdallah uno scatto di orgoglio e riforme finalmente credibili e incisive. Finora il monarca, popolare sui rotocalchi europei e occidentali soprattutto per la sua appariscente 'moglie-trofeo' (che siamo certi lo abbia impalmato perché accattivata dalla sua sfaccettata e profonda personalità) si é limitato a dirigere uno stanco e poco convincente 'gioco delle sedie' nell'esecutivo e a concedere finanziamenti pubblici per calmierare i prezzi di gasolio, riso, zucchero e altri generi di prima necessità, ma senza riuscire a disinnescare il malcontento popolare che anzi, da dicembre a oggi, si é soltanto diffuso e rafforzato.

Nel frattempo, attivisti politici giordani, hanno lanciato su media convenzionali e telematici l'appello a una grande manifestazione di massa di fronte all'ambasciata del Bahrein, per condannare la brutale e sanguinosa repressione di Re Al-Khalifa contro la popolazione a maggioranza sciita che da mesi protesta contro la violenza e la corruzione che imperversano nell' Isola delle Perle, dove la dinastia messa arbitrariamente al potere dagli Inglesi per proteggere i loro interessi navali nella vicina Persia é sempre più impopolare e ha dovuto giovarsi dell'intervento di truppe saudite, degli UAE e di mercenari pachistani per scatenare una vera e propria persecuzione contro gli oppositori (il tutto nel beato silenzio dei media occidentali asserviti agli interessi americani, sionisti e britannici).
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

venerdì 2 settembre 2011

Khaled Mishaal torna al negoziare il rilascio di Gilad Schalit: il regime sionista sarebbe pronto ad accettare le condizioni di Hamas!


Il quotidiano del Movimento Hamas, Al-Risala, ha riportato nella sua edizione di ieri che una delegazione di alto livello, capeggiata dal leader dell'Ufficio politico Khaled Mishaal si sarebbe messa in viaggio verso il Cairo nel corso del week-end, citando una fonte fidata all'interno della Resistenza secondo la quale lo scopo della trasferta sarebbe quello di far disimpantanare le trattative per il rilascio di una consistente quota degli oltre ottomila prigionieri politici palestinesi in cambio del rilascio dell'ebreo francese Gilad Schalit, catturato con un'operazione di sicurezza preventiva mentre si preparava ad attaccare la Striscia di Gaza con altri membri delle forze armate sioniste.

Altre fonti interne ad Hamas vorrebero che Mishaal, a fianco dell'importante obiettivo, ne stia perseguendo anche altri, come ad esempio discutere il livello di coinvolgimento e sostegno che l'Egitto ufficiale e quello sociale, religioso e politico sono disposti a investire a favore delle organizzazioni islamiche di Gaza.
Diverse settimane orsono un altra serie di colloqui su un possibile accordo Schalit-prigionieri collassò senza che venissero registrati passi avanti; da allora i contatti tra il negoziatore sionista David Meidan e il capo delle operazioni militari di Hamas Ahmed al-Jaabari sono stati sporadici e sempre indiretti, portati
avanti da vari mediatori terzi che facevano da spola tra le due parti riferendo all'una le reazioni e controproposte dell'altra.

Il quotidiano sionista Haaretz, a sua volta, pretende di avere raccolto da informatori egiziani il 'rumor' che durante l'ultima tornata di colloqui a cui Mishaal avrebbe preso parte direttamente si fosse aperto uno spiraglio riguardo il numero di prigionieri palestinesi che, una volta liberati dalle proprie carceri, il Regime ebraico pretenderebbe di espellere permanentemente dalla Cisgiordania. Israele (che ufficialmente non ha mai nemmeno ammesso di voler liberare dei detenuti politici) avrebbe acconsentito ad abbassare "di molto" la quota degli esiliandi, attestandola attorno ai 150 in confronto alla precedente richiesta di 500 o più espulsioni.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Il Comitato britannico contro la tortura stigmatizza le vendite inglesi di armi al tiranno del Bahrein!



Sull'ipocrisia delle corrotte potenze occidentali, prontissime a travalicare i termini di una Risoluzione ONU che imponeva una zona di non volo sulla Libia, trasformandola in una vera e propria licenza di bombardare e uccidere, ma non a condannare le monarchie petrolifere saudita e del Bahrein quando menano stragi contro cittadini disarmati che chiedono democrazia, siamo già edotti a sufficienza e anche su queste pagine abbiamo spesso dato spazio a denunce e notizie che "chissà come" non trovano modo di comparire sulle pagine delle gazzetterie allineate e coperte con gli interessi imperialistici.

Particolarmente specie, per non dire direttamente schifo, fa però la conferma che, a parte la mancanza di denunce per non dire di interventi a favore dei cittadini del Bahrein perseguitati dal loro sovrano il Governo di Sua Maestà britannica é colpevole di molto peggio, avendo continuato a vendere munizioni e armi leggere al Governo di Manama per tutti gli ultimi mesi, quando le notizie della sanguinosa repressione, spesso accompagnate da foto scioccanti come quella riportata qui sopra, avevano ormai ampia diffusione e circolazione.

Commentando la notizia il Segretario del Comitato britannico contro la Tortura in Bahrein Rodney Shakespeare, parlando ai microfoni dell'emittente iraniana PRESSTV ha dichiarato: "La vendita di armi personali e di squadra, con relative munizioni al Governo del Bahrein é una lampante prova delle disgustose e ipocrite menzogne riguardo all'impegno 'umanitario' del Governo inglese"; Shakespeare ha ricordato come, in risposta a un'interrogazione della sua ONG riguardo la repressione in atto da mesi nell'isola del Golfo Persico il Foreign Office avesse preteso di "essere al lavoro dietro le quinte" per far desistere Re Al-Khalifa dalle sue draconiane rappresaglie.

Intanto, i registratori di cassa del Cancellierato dell'Exchequer, probabilmente, tintinnavano per gli utili delle vendite di 'small arms' allo stesso sanguinario sovrano, misti agli spari dei suoi giannizzeri sauditi e pachistani e ai rantoli di agonia delle sue vittime.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

La Turchia pronta a elevare sanzioni contro Israele in assenza di scuse e riparazioni per le vittime della Mavi Marmara!


"Non é nemmeno remotamente possibile per noi acconsentire a un ulteriore ritardo di sei mesi", il Ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu ha così liquidato il suggerimento che il suo Governo potesse essere disposto a 'concedere più tempo' allo Stato ebraico per addivenire a una composizione dell'aspro contrasto che vede opposte Ankara e Tel Aviv riguardo la questione delle scuse ufficiali e delle riparazioni dovute da quest'ultima per l'aggressione armata in acque internazionali che, a maggio 2010, vide nove cittadini turchi, equipaggio della nave di aiuti umanitari 'Mavi Marmara', cadere sotto i colpi dei militari sionisti.

"Per noi il termine ultimo entro il quale le autorità israeliane possono ancora risolvere questa questione in maniera mutuamente soddisfacente é il giorno della presentazione del rapporto ONU sull'incidente (previsto per oggi pomeriggio ora italiana - NdR), altrimenti ricorreremo al piano alternativo che abbiamo già esplicato a fondo ai nostri interlocutori israeliani e riguardo le caratteristiche generali del quale abbiamo anche informato alcuni altri attori della scena internazionale".

Davutoglu si riferisce a un vasto e profondo ventaglio di rappresaglie diplomatiche e commerciali tra cui é annoverato il ritiro definitivo dell'ambasciatore Tel Aviv e la trasformazione della residenza diplomatica in un semplice ufficio di rappresentanza di secondo livello, nonché la cancellazione di ogni programma di cooperazione militare, tecnologica, scientifica e di ogni rapporto commerciale con Israele, misure che costerebbero centinaia di milioni di dollari allo Stato ebraico.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

giovedì 1 settembre 2011

Un piede, due scarpe: gli Usa con una mano bombardavano Gheddafi, con l'altra lo invitavano a rivolgersi a Israele per aiuto e sostegno!



Documenti segreti ritrovati in questi giorni in quello che una volta era il Quartier Generale dell'agenzia di intelligence libica del Rais libico Muammar Gheddafi mostrano che, lungi dall'aver tenuto coerentemente la posizione filo-insurrezionale che hanno sbandierato a lungo gli Stati Uniti, o perlomeno alcuni loro rappresentanti ed agenzie, sono stati a lungo ambivalenti riguardo l'atteggiamento verso Tripoli e il movimento di ribellione che sembra aver scardinato la Jamahiryia libica instaurata dal Colonnello 42 anni fa, arrivando persino a suggerire a Gheddafi di farsi aiutare da Israele (come poi é puntualmente successo tramite l'invio di mercenari dell'Africa Nera tramite una compagnia di contractors di Tel Aviv e con un traffico d'armi dato 'in subappalto' alla marionetta palestinese Mohammed Dahlan e al suo collaboratore curdo).

Le carte in questione, minute di un incontro tra l'ex Assistente Segretario di Stato David Welch ed ex ambasciatore Usa in Egitto (che aveva progettato e portato a termine il ristabilimento dei rapporti diplomatici tra Usa e Libia nel 2008) e due dignitari triplini, sono state mostrate e commentate da Jamal el-Shayyal di Al-Jazeera, che é stato uno dei primi giornalisti a compiere una ricognizione nell'ex sede dei Servizi del Colonnello. Welch raccomandava caldamente a Gheddafi di insistere sulla matrice Qaedista e fondamentalista dell'insurrezione cirenaica in maniera da spingere Marocco, Giordania e Arabia Saudita a sostenere la sua repressione.

Molto interessante sarebbe poi un altro documento riguardante contatti tra il parlamentare Usa ed ex-Sindaco di Cleveland Dennis Kuchinich e il figlio di Gheddafi Saif al-Islam, il congressista americano chiedeva con insistenza documentazioni e prove per montare una campagna anti-insorti, come ad esempio testimonianze di corruzione nel Consiglio nazionale di Transizione, collegamenti tra i rivoltosi e gli estremisti islamici e così via. Welch ha declinato di commentare le rivelazioni, mentre il Dipartimento di Stato ha negato di essere coinvolto nei suoi contatti col Governo di Gheddafi, Kuchinich da parte sua ha rivendicato il suo impegno per far interrompere i bombardamenti NATO sulla Libia, che considera un abuso della Risoluzione ONU sulla 'no fly zone', ma ha contemporaneamente smentito di aver mai contattato funzionari di Gheddafi o suoi figli.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Landau: "Israele dovrebbe attaccare militarmente e annettersi tutti i territori occupati!", deliri fantapolitici del Ministro delle colonie illegali


Il Ministro delle Infrastrutture del Regime ebraico, Uzi Landau, appartenente al partito razzista di Avigdor Lieberman e personalmente responsabile della crescente "metastasi" degli insediamenti illegali su terra palestinese rubata ha avuto recentemente il coraggio di 'suggerire' (come il Johnatan Swift di "Una Modesta Proposta", ma senza nemmeno un'ombra di sarcasmo o ironia) che Tel Aviv dovrebbe "annettersi" tutti i territori occupati, non solo in Cisgiordania e sul Golan, ma persino la Striscia di Gaza.

Ovviamente, il razionale dell'assurda e improponibile "pensata" di mister Landau sarebbe quello di impedire, con un atto di aggressione armata che si risolverebbe in un bilancio di decine di migliaia di morti, di 'impedire' il riconoscimento dello Stato palestinese presso l'Assemblea Generale dell'ONU, in programma nelle prossime settimane. L'idea, naturalmente, dimostra solo l'ignoranza storico-politica del Ministro che evidentemente non ha idea di come sia possibilissimo che l'ONU riconosca e persino accetti come membro uno Stato rappresentato da un Governo in Esilio, nel caso di torbidi e occupazione militare (per anni e anni la delegazione di una Cambogia militarmente occupata dal Vietnam ha occupato il suo scranno all'ONU, tanto per fare un esempio).

Landau ha rilasciato il suo beato "raglio" all'emittente Israel Radio, paventando l'ormai certa ammissione della Palestina come "membro osservatore non votante" alle Nazioni Unite come "una tragedia" per gli interessi del Regime dell'Apartheid. A parte una manciata di paesi, infiltrati pesantemente dalla lobby filosionista, Israele si é però rivelato incapace di coalizzare un numero soddisfacente di stati attorno alla sua posizione, come precedentemente segnalata da altri esponenti politici sionisti e puntualmente riportato in altri nostri articoli.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

UFree lancia campagna di mobilitazione per la pronta liberazione del giornalista palestinese Samir Allawi!


Il Network europeo con base a Oslo per il Sostegno ai Diritti Umani dei Prigionieri palestinesi, UFree, ha intimato al Regime dell'Occupazione sionista di rilasciare quanto prima il reporter palestinese di Al Jazeera Samir Allawi, incarcerato con speciose e infondate accuse dopo che si era rifiutato di diventare "confidente" del Mossad.

Allawi era stato accostato da esponenti del servizio di spionaggio estero dello Stato ebraico in quanto il suo ruolo di caporedattore dell'emittente qatariana in Afghanistan gli dava modo di entrare in contatto con notizie esclusive e delicate, che evidentemente facevano molta gola ai burattinai del cosiddetto "Istituto"; dopo aver rifiutato recisamente di diventare collaborazionista di Israele il quarantaseienne giornalista si é trovato bloccato al varco di confine del Ponte Allenby mentre si apprestava a lasciare la Cisgiordania occupata dove si era trattenuto qualche giorno per visitare i suoi familiari e immediatamente gettato in carcere in "detenzione amministrativa".

UFree considera l'Occupazione sionista "pienamente responsabile dal punto di vista morale e penale" delle buone condizioni psicofisiche del prigioniero e ha invitato tutti gli attivisti e le ONG locali e internazionali di unirsi a una vasta campagna di pressione per il rilascio del detenuto e contro le prolungate e frequenti violazioni delle Libertà e dei Diritti dei detenuti politici.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Israele continua le sue trame in Africa, dopo aver destabilizzato e smembrato il Sudan ora vuole usarlo come 'testa di ponte'!


Continuando un processo di infiltrazione e destabilizzazione dell'Africa nera in senso anti-arabo e anti-musulmano il Regime dell'Apartheid cerca, con crescente avventurismo e irresponsabilità di "recuperare" le posizioni che sta rapidamente perdendo nell'area Mediorientale e Nordafricana con la caduta di Ben Ali, Mubarak, Gheddafi e con le crescenti difficoltà incontrate dagli ultimi leader arabi filoamericani e filosionisti come i re giordani e sauditi e il presidente-dittatore yemenita. Del coinvolgimento israeliano nel terrorismo e nelle guerriglie sudanesi e darfuriane abbiamo già parlato a lungo, così di come tali movimenti siano stati foraggiati e riforniti di armi grazie al decisivo contributo delle mafie ebraiche russe e ucraine; ora che l'integrità territoriale del Sudan é stata sconciata grazie all'imbecillità della politica internazionale sempre pronta a credere alle balle mediatiche 'cucinate' dalla lobby mediatica filoisraeliana e ripetute ad arte da "esperti" tanto autoreferenziali quanto impresentabili come George Clooney (quello dei film) e Colin Powell (quello che spiegava all'ONU la minaccia dei 'furgoncini chimici di Saddam'), Israele passa alla "fase b" del piano: condurre un 'golpe morbido' in Sud Sudan e usarlo come agente prossimo dei suoi interessi nella zona.

Il primo passo di questa nuova strategia lo si é visto ieri quando il Vicepresidente del Parlamento sionista Daniel Danon si é recato nel Sudan secessionista, a Iuba, per 'dichiarare l'apertura ufficiale di rapporti diplomatici con il paese'. Il locale cacicco investito del dicastero degli Esteri, un ceffo a nome Deng Alor, ha accolto "il riverito ospite" con tutta la pompa servile del caso, non trascurando di alleggerire l'atmosfera formale del meeting indossando buffi copricapi tra cui, sembra di notare dalla foto sopra riportata uno "stetson" da cowboy. Danon ha ripetuto tutta una serie di banali piaggerie sulla 'felicità' israeliana per l'avvenuta secessione, promettendo che Israele "é ansioso di aiutare lo sviluppo dell'economia locale", come se lo Stato sionista abbia mai aiutato qualche economia che non fosse la propria.
Israele trasformò la Georgia in un suo 'stato fantoccio' infiltrandone il governo con elementi ebraici o comunque filosionisti, come Temur Yakobshvili, Lado Gurgenidze e Davit Kezerashvili...
In realtà Israele spera solo di poter vendere armi in quantità ai sudanesi secessionisti e poi magari scatenarli in qualche guerra come é stato fatto con la Georgia (anch'essa oggetto della 'generosità' israeliana) contro la Russia nel 2008 (ricordiamo che non andò 'benissimo' per gli alleati dei sionisti). Danon, per non essere da meno del suo ospite ha pensato bene di rendersi a sua volta ridicolo invitando "tutti i sudanesi del sud" a visitare lo Stato ebraico. Siccome noi sappiamo come i razzisti khazari trattino le persone di colore (ad esempio lanciando copertoni in fiamme nei loro salotti e cercando di soffocarli), ci riserviamo di dubitare che tutti questi 'turisti' avranno una buona impressione del loro eventuale viaggio nella Palestina occupata.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

mercoledì 31 agosto 2011

Madame Netanyahu nuovamente accusata di maltrattamento a una collaboratrice domestica!


Spesso e volentieri si leggono sulle cronache del gazzettame 'occidentalistico' raccontini dell'orrore infarciti di particolari più o meno truculenti di cui sono protagonisti sventurate colf e cameriere bengalesi, indiane, indonesiane, malesi o comunque dell'Asia Meridionale che si trasferiscono a lavorare negli sceiccati petroliferi del Golfo Persico o comunque in altri paesi arabi.

Ci informano, con compiacimento sadico e pietismo ipocrita, i gazzettieri occidentalisti che le poverine, come in una saga di martirologio dell'Alto Medio Evo finiscono in mano di aguzzini e aguzzine che sembrano usciti da qualche 'torture porn' hollywoodiano (di quelli che riempono le sale cinematografiche in tutto 'l'avanzato mondo occidentale'), che le sottopongono ad angherie ed abusi, sottraendo loro i documenti, sequestrandole, colpendole, umiliandole in ogni modo.

Naturalmente, dietro tali denunce vi saranno effettivamente casi di violenza, quel che ci fa specie é lo scopo per cui tali notizie trovano spazio sulla italica gazzetteria razzista (che, ricordiamo é squisitamente bipartisan e va dai ruspanti fogliacci quali Padania e Libero fino ai più subdoli e accorti 'Repubblica' e 'La Stampa), che normalmente non si scomoda se in Olanda o in Inghilterra una cameriera denuncia di esser stata maltrattata dai datori di lavoro; lo scopo, naturalmente é mostrare che arabi e musulmani (i termini sono intercambiabili nella mentalità dei moderni razzisti, anche quando musulmane sono anche quasi tutte le vittime) sono mostri disumani, alieni da ogni sentimento di solidarietà umana e pietà.

Stranamente (e ripetiamo 'stranamente') nessuna gazzetta islamofoba ha non dico fatto un titolo, ma nemmeno riservato un trafiletto o una menzione a una notizia simile, ben più degna degli altari della Cronaca, perché coinvolge nientemeno che la moglie di un Premier di livello internazionale, accusata degli stessi identici reati che normalmente ricevono l'attenzione degli articoli menzionati.

Succede che in Israele la Signora Sara, moglie del leader di Estrema Destra Benji Netanyahu, abbia il viziaccio (In comune con i 'sottouomini' arabo-islamici! Che figura, signora mia!!) di prendere a botte e spintoni il personale di servizio, di lesinare a questo i pagamenti e persino, a quanto raccontato da una badante Nepalese assunta per prendersi cura del vecchio patriarca Shmuel Ben-Artzi (ormai senile e non più autosufficiente), di tenerlo a digiuno per lunghi periodi. Ovviamente, non essendo le imprese di Madame Netanyahu utili a rafforzare l'odio e il pregiudizio verso arabi e musulmani é ovvio che i giornali di casa Elkann e De Benedetti si siano tenuti alla larga dal menzionarle!


La badante nepalese é stata tanto a lungo e tanto gravemente angariata da decidere di lasciare la poisizione che aveva in Casa Netanyahu al che sarebbe stata letteralmente sequestrata fino a quando non é riuscita letteralmente a fuggire, ovviamente senza paga e senza liquidazione. Ma, lungi dal farsi demoralizzare dall'enorme potere dei suoi ex-aguzzini la donna ha deciso di denunciare tutto alle associazioni di difesa dei diritti dei migranti (di cui abbiamo già parlato negli articoli sul profondo razzismo della società israeliana) e, ora, sembra pronta a ripetere le sue accuse di fronte a un tribunale. Riuscirà la piccola, coraggiosa donna asiatica a trionfare sull'arroganza del sionismo razzista?


Al contrario di quanto accade sulle pagine del gazzettame prezzolato e filoisraeliano, "Palaestina Felix" non avrà remore a pubblicare tutti gli aggiornamenti possibili sul caso.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU biasima ufficialmente Israele per la strage del 15 maggio!


In una mossa che sottolinea il crescente isolamento e la disistima della Comunità internazionale per le provocazioni violente e le aggressioni perpetrate a mano salva dal Regime dell'Apartheid di Tel Aviv il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha ufficialmente censurato la reazione omicida scatenata dalle truppe sioniste contro i manifestanti civili che stavano prendendo parte alla "Marcia del Ritorno" presso il villaggio di Maroun al-Ras, sul confine col Libano, tenutasi lo scorso 15 maggio nel 63esimo anniversario della "Nakba", la violenta pulizia etnica che diede inizio alla tragedia del Popolo palestinese.

Il documento approvato dal Consiglio considera Israele moralmente responsabile delle dieci morti tra i manifestanti e del ferimento in maniera più o meno grave di altre 100 persone (cui bisogna aggiungere anche i morti sul confine con il Golan siriano occupato). Insieme ad altri documenti come il Rapporto Goldstone e l'atteso rapporto sui fatti della Motonave Mavi Marmara il documento si aggiunge alla mole di prove sulla condotta irresponsabile e criminale del regime ebraico nei confronti dei Palestinesi e di quanti condividano con l'impegno politico e civile la loro giusta lotta di liberazione e di affermazione dei propri diritti.

Tra le risoluzioni passate anche una riguardo la necessità di investigare meglio gli attentati esplosivi che nelle scorse settimane, in Libano meridionale, hanno coinvolto, ferendoli in maniera anche grave, militari del corpo di interposizione UNIFIL italiani e francesi. Il Governo libanese ha a più riprese avanzato l'ipotesi che a compiere gli attentati stradali siano stati gruppi armati vicini all'ex Primo Ministro Saad Hariri, desiderosi di destabilizzare il Sud del Libano. L'ONU ha altresì esteso il mandato della missione militare internazionale per 12 mesi, fino al prossimo agosto 2012 e ha caldeggiato l'adozione di un 'dialogo strategico' tra truppe ONU e militari libanesi, per rafforzare il controllo del territorio da parte dell'Esercito di Beirut. La maggioranza di Governo guidata da Amal, Hezbollah e dai cristiani dell'LMP ha sempre auspicato un maggiore coinvolgimento dell'Esercito nel Sud del Paese in modo da rafforzare la difesa integrando sempre più truppe regolari e forze della Resistenza.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Al-Maliki: "Non resteranno truppe Usa in Irak sotto nessuna forma dopo il dicembre 2011"


Il Primo Ministro irakeno Nouri al-Maliki ha dichiarato che a partire dal 2012 non rimarrà nessuna base, insediamento o altra forma di permanenza di truppe Usa nel paese, cogentemente con gli accordi stipulati con l'ex-Presidente Bush nel 2008 "Tale accordo sarà implementato secondo la tabella di marcia come lo é stato finora e, nel nuovo anno non rimarranno truppe americane in Irak sotto alcuna forma" ha dichiarato il premier sciita all'Agenzia France Presse.

Soprannominato SOFA (Status of Forces Agreement) l'accordo ha obbligato il Pentagono a cessare le operazioni in Irak entro l'anno scorso: da allora i 50mila militari rimasti nel paese si sono dedicati a operazioni di supporto delle forze locali, addestramento e simili. In coincidenza con alcuni tentativi di sondaggio dei politici locali per un'eventuale estensione della presenza militare americana in Mesopotamia si erano registrate vibrate proteste, tra cui quelle dell'influente leader religioso Moqtada al-Sadr che aveva minacciato un ritorno alla lotta armata qualora le truppe Usa avessero cercato di prolungare la loro presenza.

Il Vicepreseidente irakeno Tarek al-Hashemi aveva anche dichiarato che, lungi dall'essere un aiuto o un vantaggio, una prolungata presenza militare usa a nove anni dell'invasione avrebbe rappresentato "nient'altro che un problema e una difficoltà", sottolineando come, senza più truppe straniere sul suo territorio la situazione di sicurezza del paese "migliorerà sicuramente".
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Come ti sgretolo Camp David: l'Esercito egiziano schiera 1500 uomini con blindati ed elicotteri nel Sinai 'demilitarizzato'


Sempre più in un fantozziano "marasma allucinante" il Ministro sionista della Guerra Ehud Barak ha compiuto quello che potrebbe rivelarsi come il più madornale errore di una carriera politico-militare non esattamente 'eccelsa' (era Primo Ministro nel 2000 quando l'Esercito di Tel Aviv venne costretto alla precipitosa ritirata dal Libano) consentendo, con decisione resa esecutiva in questi giorni, che l'Egitto riporti centinaia di truppe (1500 in un primo scaglione), mezzi blindati ed elicotteri nella Penisola del Sinai.

Un altro chiodo si aggiunge al coperchio del feretro in cui verrà seppellita la cosiddetta "Pace di Camp David" (in realtà un'umiliante capitolazione di Anwar Sadat ai diktat americani e sionisti), si potrebbe dire, ma quello che rende la circostanza eccezionale é che l'Egitto non ha dovuto nemmeno incomodarsi a forzare la mano; lo stesso regime ebraico, nella persona del suo malaccorto 'Kriegsminister' si é premurato di servire al Cairo, sul proverbiale 'piatto d'argento', la possibilità di riaffermare "con gli stivali sul terreno" la propria sovranità sul Sinai.

Il 'razionale' per la sorprendente decisione sta nella consapevolezza da parte israeliana (nonostante tutte le dichiarazioni riguardo la paternità di Gaza) che il recente attacco ai busi di militari presso Eilat é stato compiuto da un commando di combattenti entrato in Israele tramite il Sinai e che quindi, per "pattugliare la zona" sono necessarie truppe cairote nella zona. Quello che ci chiediamo, e la domanda la porgiamo retoricamente anche a tutti i nostri lettori, è questo: "Chi o cosa assicura Barak che le truppe egiziane nel Sinai agiranno nel migliore interesse dello Stato sionista? Ci troviamo di fronte a una eccessiva fiducia nei sentimenti filosionisti della Giunta Tantawi? E cosa accadrà quando, dopo le elezioni, le truppe dovranno obbedire a un Governo di segno molto diverso??".
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

martedì 30 agosto 2011

Ragazzo palestinese straziato da missile israeliano muore dopo undici giorni di agonia, aveva solo 14 anni!


Poche ore fa abbiamo pubblicato il nostro articolo sulla lieta giornata odierna dell'Eid ul-Fitr, la festività musulmana che segna la fine del Ramadan, e come essa coinvolga particolarmente bambini e ragazzi, che ricevono regali, giocano e stanno insieme in questa occasione che ha un po' della Pasqua e un po' del Carnevale. Haitam Marouf, quattordicenne abitante di Gaza non solo non ha avuto occasione di ricevere alcun regalo o di incontrare amici e parenti coetanei per stare con loro, ma non avrà mai più modo di farlo, essendo morto nella notte tra ieri e oggi a causa delle gravissime ferite riportate in uno dei bestiali bombardamenti sionisti della scorsa settimana.

Haitam, che abitava con la famiglia nel quartiere di Beit Lahiya, rimase ferito nei bombardamenti del 19 agosto; undici giorni di agonia in uno degli ospedali di Gaza portati sull'orlo del disastro umanitario dal mostruoso e ingiustificabile strangolamento economico mantenuto da Israele contro il ghetto palestinese assediato sono serviti solamente a farlo 'sopravvivere' attaccato a macchine e respiratori fino alla fine del mese di Ramadan.

Haitam si aggiunge alle quasi trenta vittime fatte dagli attacchi aerei israeliani; attacchi che hanno seguito l'operazione di Resistenza di Eilat, dove un commando di combattenti ha ingaggiato forze militari sioniste dell'Occupazione. Nonostante sia certo che il gruppo combattente sia entrato in Israele dall'Egitto il Governo sionista ha subito accusato i Palestinesi di Gaza, nel tentativo, con questa ingiustificata presa di posizione di riuscire a eliminare il Primo Ministro Ismail Haniyeh (messo invece in salvo da una tempestiva 'soffiata' dei servizi di informazione egiziani).
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Beirut onora i feriti e commemora i caduti della 'Marcia del Ritorno' con un'evento speciale per la fine del Ramadan!


Il "Comitato per la Marcia del Ritorno" ha tenuto uno speciale banchetto di fine del Ramadan a Beirut nella giornata di ieri, invitando quanti, partecipando alla grande manifestazione di massa dello scorso Nakba Day sono stati feriti dalla violenta e scomposta reazione delle truppe del regime ebraico, che non si sono fatte scrupolo di aprire il fuoco su civili disarmati che volevano solamente esercitare il loro legittimo diritto a tornare nelle loro terre e villaggi d'origine (riconosciuto in sede internazionale). Erano altresì presetni i familiari dei caduti di quel giorno, che hanno pagato il prezzo massimo per affermare che il Diritto al Ritorno non é dimenticabile e non ha data di scadenza.

Il Segretario Generale dell'Associazione Sindacale, ex-membro del Parlamento Zaher Khatib ha ringraziato tutti i convenuti con un messaggio nel quale ha affermato che le divisioni dello spettro politico palestinese sono finora servite solo all'Occupazione sionista e ai suoi obiettivi, ribadendo che la riconciliazione "più che un obiettivo é un dovere" e chiedendo alle leadership di tutti i movimenti e le fazioni palestinesi di rendersi consapevoli dell'eccezionalità e della criticità di questo momento storico, che ancora più di altri richiede scelte condivise e coraggiose.



Il Segretario dell'OLP in Libano, Fathi Abu Ardat ha quindi preso la parola parlando della Marcia del Ritorno, sottolineando che essa non é stata altro che un passo su un sentiero che necessariamente porterà all'abbattimento dell'Occupazione ebraica e alla liberazione di Al-Quds (Gerusalemme), il che rappresenterà un punto nodale di svolta e di non-ritorno nella storia araba e mediorientale. Altri oratori hanno poi preso la parola, fra di essi feriti e parenti delle vittime dell'esercito sionista.

Al termine della cerimonia e del successivo banchetto, targhe commemorative sono state distribuite ai feriti della Marcia e alle famiglie delle vittime.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Oggi termina il mese sacro del Ramadan; Gaza spera in un giorno di festa senza aggressioni e attacchi sionisti


Oggi in tutto il mondo musulmano si celebra la festività dell' Eid ul-Fitr, che decreta il termine del mese sacro del Ramadan, dedicato al digiuno, alla penitenza e alla solidarietà con i meno fortunati. Anche in Palestina, come in tutti i paesi della regione, la fine del Ramadan é una delle festività principali dell'anno, che si prolunga solitamente per uno o due giorni dopo la data effettiva ed é molto attesa soprattutto dai bambini.

Per i piccoli musulmani l'Eid ul-Fitr é molto simile alle feste occidentali in cui si ricevono regali (giocattoli, vestiti nuovi) e si consumano specialità tipiche, in modo particolare dolci; le famiglie si riuniscono per pranzi e cene comuni e i bambini e i ragazzi hanno molte occasioni di congregarsi, giocare e passare tempo insieme.
Piccoli pazienti di un reparto di oncologia giocano con familiari ed educatori in occasione dell'Eid ul-Fitr. A Gaza leucemie e tumori infantili sono diffusissimi a causa dell'uso indiscriminato di munizioni all'Uranio e al Fosforo da parte di Israele.
Naturalmente tutti questi aspetti sono messi in forse, se non direttamente in pericolo, in una zona come la Striscia di Gaza, che ormai da anni vive sottoposta all'arbitrio e alla minaccia militare sionista, che più volte l'anno si scatena in vere e proprie orge di aggressione come quelle consumatesi ad aprile e pochi giorni fa, o addirittura come durante il "Pogrom" di dicembre 2008 e gennaio 2009, le cui devastazioni non sono ancora state completamente riparate.
Il Governo di Hamas guidato da Ismail Haniyeh non ha lesinato sforzi per cercare di far passare un sereno Eid ul-Fitr alla popolazione della Striscia.
L'illegale assedio economico ha ridotto in indigenza molte famiglie, che non potranno fare regali ai loro piccoli come negli anni scorsi; anche per questo le autorità di Hamas hanno sostenuto la creazione di mercati di beneficienza come quello creato dall'associazione "Al Anwar" nel Nord della Striscia. Ulteriori iniziative sono state attivate per le famiglie particolarmente in difficoltà, come ad esempio quelle dei prigionieri politici o quelle colpite dagli effetti dei bombardamenti israeliani.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

UFree invita l'Europa a prendere posizione a favore dei deputati palestinesi illegalmente detenuti da Israele!


Il Network europeo di sostegno ai prigionieri politici palestinesi "UFree" ha chiesto all'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa (PACE) di prendere "una posizione chiara e determinata" contro la prolungata incarcerazione cui le autorità sioniste continuano a sottoporre 19 Palestinesi che sono stati eletti quali membri del Parlamento dell'Autorità Nazionale nel 2006.

Il richiamo arriva dopo che l'Assemblea Parlamentare europea ha raccomandato che il Consiglio Legislativo Palestinese sia accettato come "Membro Osservatore" e riceva il titolo di 'Partner nella Democrazia"; la concessione di tale status e titolo verrà dibattuta e discussa durante il mese di settembre. "UFree", che ha il proprio quartier generale nella capitale norvegese Oslo (recentemente colpita dal terrorismo filosionista) ha lodato questi sviluppi, notando come essi forniranno un'opportunità di prendere posizioni chiare che esercitino pressione concreta per la liberazione dei parlamentari imprigionati.

Il Segretario di UFree, Mohammed Hamdan ha dichiarato in un comunicato stampa che l'organizzazione si aspetta che l'Assemblea Parlamentare porti la questione al centro della sua prossima riunione del 6 settembre e che, in base a tutte le leggi e le convenzioni internazionali, il regime ebraico non ha alcun diritto di arrestare o detenere parlamentari stranieri. Hamdan ha aggiunto che UFree si sta mobilitando per mantenere i parlamentari europei informati sulle questioni relative non solo ai deputati palestinesi prigionieri, ma anche riguardo gli altri ottomila prigionieri poltici in mano ai carcerieri sionisti.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

lunedì 29 agosto 2011

L'Iran inaugura una nuova fabbrica di avanzati missili anticarro per le sue forze di terra!


Il Ministro della Difesa della Repubblica Islamica dell'Iran, Brigadier Generale Ahmad Vahidi ha capeggiato la delegazione di alti ufficiali delle Forze di Terra, della Guardia Rivoluzionaria e di funzionari governativi che nella giornata di oggi ha visitato e inaugurato la nuova linea di produzione di missili guidati anticarro, il cui output costituirà un ulteriore importante gradino nella "Jihad di Autosufficienza Militare", l'ambizioso programma con cui l'Iran, portato allo stremo delle forze dal lungo conflitto del 1980-88 contro l'Irak di Saddam Hussein, ventun anni fa decise di affrancarsi da ogni dipendenza verso l'estero nei campi della difesa nazionale: terrestre, aerea, marittima e balistica.

I missili assemblati nella nuova linea produttiva sono ulteriori evoluzioni del modello 'Toophan' (Tifone) sviluppato dal BGM-71 TOW acquistato dallo Shah prima della sua cacciata in seguito alla Rivoluzione Islamica e passato attraverso successivi stadi di perfezionamento di cui l'ultimo é rappresentato dal 'Toophan-5'. Già ai tempi della dinastia Palhevi i militari iraniani si erano lamentati della qualità del missile americano, che i manuali davano in grado di penetrare dai 600 agli 800 millimetri di corazza omogenea e che invece stentava ad avere la meglio su blindature di appena 400mm. I Toophan-2 usati da Hezbollah nella sua vittoriosa lotta contro gli israeliani, nella guerra di cinque anni fa, divennero invece il terrore dei carristi di Tel Aviv, rivelandosi in grado di vincere le corazze dei carri Merkava 3 e 4, a testimonianza dei grandi miglioramenti introdotti dai tecnici di Teheran.

Oltre che contro carri armati e blindati da trasporto truppe Vahidi ha notato come i missili Toophan possono essere usati nel confronto contro bunker e posizioni protette, dando alla fanteria una capacità di 'hard strike' autonoma, senza dover richiedere interventi di supporto che, nei fluidi campi di battaglia della "guerra asimmetrica", non sempre possono essere disponibili. Congratulandosi con ingegneri, tecnici, operai e altre maestranze Vahidi non ha mancato di notare come anche questo traguardo dell'industria militare iraniana rafforzi la dissuasione contro ogni genere di aggressione militare esterna.
(Sopra e sotto - due differenti versioni di Toophan,il primo con testata a carica cava, quello sottostante con un precursore di penetrazione per sconfiggere le armature stratificate e/o reattive)

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.