sabato 15 ottobre 2011

Musulmani e Copti marciano dalla Moschea di Al-Azhar alla Cattedrale di San Marco, accusano Tantawi per i morti di Maspero!



In una dimostrazione di solidarietà e coesione nazionale migliaia di cristiani copti e decine di migliaia di musulmani egiziani hanno marciato fianco a fianco e mano nella mano attraverso le strade della capitale Il Cairo dalla Grande Moschea di Al-Azhar fino alla Cattedrale di San Marco, condannando la sanguinosa repressione della scorsa domenica in seguito alla quale si sono lamentate più di due dozzine di morti e accusando il Governo ad interim e il Consiglio supremo delle Forze armate di voler rallentare la marcia del paese verso le elezioni e la liquidazione degli ultimi lasciti del regime di Mubarak.



La giunta militare del Maresciallo Tantawi, personalmente e profondamente colluso col sistema di Mubarak, ha cercato di negare le proprie responsabilità nella carneficina avvenuta nel quartiere di Maspero, ma le testimonianze e i video raccolti dai sopravvissuti mostrano chiaramente come i militari abbiano ricorso a forza letale sparando con munizioni di piombo ad altezza d'uomo e lanciando i loro mezzi a tutta velocità contro la folla. Proprio all'uso di veicoli blindati come 'arieti' contro la folla si imputa la maggior parte delle vittime.



Di fronte a prove tanto schiaccianti suonano insincere e ridicole le parole del Maggior-Generale Adel Emara, Viceministro della Difesa, che alla stampa e alla televisione locale aveva dichiarato, nella giornata di mercoledì che: "Non é nella pratica dell'Esercito travolgere e schiacciare le persone, nemmeno sul campo di battaglia". Delle 25 vittime accertate, tuttavia, solo tre erano uomini in uniforme e il resto civili indifesi.
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Mishaal incontra il capo dei Servizi segreti egiziani per concordare le procedure di scambio dei prigionieri nel Sinai!


Il Leader politico di Hamas, Khaled Mishaal si é recentemente incontrato con il Direttore dell'EGID, il servizio segreto egiziano, Mourad Muwafi, per discutere dei particolari tecnici e tattici dell'operazione di scambio tra i prigionieri politici che verranno rilasciati dal regime di occupazione e l'Ebreo francese Gilad Schalit, detenuto da Hamas dopo essere stato sorpreso, in uniforme militare sionista, mentre si preparava a invadere la Striscia di Gaza.

Mishaal ha ringraziato personalmente Mufawi e per esteso l'intero Egitto che ha definito: "Paese fratello", grazie ai cui sforzi la Resistenza é riuscita a cogliere un risultato che rappresenta un raggiungimento storico nella storia della Palestina. L'Egitto giocherà anche un ruolo fondamentale nella liberazione dei prigionieri, che dovrebbe avere luogo la prossima settimana nel Sinai, in modo da garantire un 'campo neutro' ed evitare la tentazione (soprattutto da parte sionista) di improbabili e rischiosi 'colpi di mano'.

In una notizia correlata riportiamo che Saeb Erekat, del Comitato centrale della fazione Al-Fatah ha dichiarato che il Presidente ad interim Mahmud Abbas incontrerà presto Mishaal per "accelerare il processo di riconciliazione"; Erekat ha dichiarato che sia Mishaal che il Premier palestinese Ismail Haniyeh hanno tenuto Abbas 'costantemente aggiornato' in questi giorni sui progressi dell'accordo di scambio tra i detenuti politici e Schalit. Finora le procedure di riconciliazione (secondo quanto stabilito a maggio con l'accordo firmato proprio al Cairo e mediato dallo stesso Muwafi) erano state 'congelate' da Fatah con la scusa del dibattito all'ONU sul 'riconoscimento' dello Stato palestinese.

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Riesplodono a Tripoli pesanti scontri a fuoco tra insorti e partigiani di Gheddafi!


Il Consiglio nazionale di Transizione riporta che scontri a fuoco sarebbero in corso nella capitale libica, Tripoli, tra 'gruppi fedeli a Muammar Gheddafi' e miliziani ribelli; le due fazioni si sarebbero bersagliate con fuoco di armi leggere, razzi spalleggiabili e granate tra le strade e le piazze del distretto di Abu Salim, la cui popolazione si é sempre distinta per il sostegno all'ex uomo forte.

Bollettini medici parlano di 'numerosi' morti e feriti senza scendere in dettagli, forse costretti dal Consiglio di Transizione a non fornire elementi da cui si possa evincere l'entità della battaglia riaccesasi nella capitale, data per conquistata ormai diverse settimane fa, ad agosto. Questa é la prima occasione in cui sostenitori di Gheddafi tornano a impugnare le armi in una zona controllata dagli insorti.

La notizia arriva poco dopo la comunicazione che le forze militari del CNT hanno subito una nuova disfatta attorno a Sirte, dovendo abbandonare il centro città dove erano riuscite a mettere piede dopo settimane di assedio facilitato dall'ombrello protettivo delle sortite aeree NATO, mentre anche l'altra roccaforte lealista di Bani Walid continua ostinatamente a resistere agli attacchi dei ribelli.
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Anche il Premier del Qatar si congratula con Hamas e il Cairo per i loro importanti successi diplomatici!


Il Governo del Qatar ha espresso la sua gioia e la sua soddisfazione alla notizia dell'imminente scambio tra gli oltre mille detenuti politici palestinesi incarcerati dall'Occupazione sionista e l'Ebreo francese Gilad Schalit; nel suo comunicato ufficiale l'Esecutivo ha espresso la 'viva speranza' che questo sviluppo preluda al rilascio di tutti i prigionieri palestinesi.

Il Primo Ministro Sceicco Hamad bin Jassem bin Jabor al-Thani ha firmato il comunicato dopo aver presieduto la riunione settimanale del gabinetto, tenuta presso il 'Diwan' dell'Emiro. Il Governo ha esteso le sue congratulazioni all'Egitto, di cui si é riconosciuto il fondamentale ruolo di mediazione. Questo é il secondo grande successo diplomatico del Cairo dopo la cacciata di Mubarak: il primo fu la firma dell'accordo di riconciliazione tra Fatah e Hamas, avvenuta proprio nella capitale egiziana questa primavea.

Lo Sceicco Al-Thani ha anche espresso la propria soddisfazione per le scuse ufficiali recapitate al Cairo dal Ministro della Guerra sionista Ehud Barak, costretto dalla gravità della crisi diplomatica a venire meno alle arroganti dichiarazioni seguite all'uccisione delle guardie di confine nel Sinai, secondo le quali "non si sarebbe mai scusato" per la loro morte.
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I cieli dell'Irak nuovamente in mano agli irakeni per la prima volta da vent'anni a questa parte!


In un ulteriore importante passo per lasciarsi alle spalle l'incubo di otto anni di violenza seguita all'invasione decisa da Bush Jr e all'occupazione sostenuta dalla 'coalizione dei senza spina dorsale', di cui facevano parte il 'laburista' Tony Blair, il baffuto 'raton' Aznar, alcune non-entità europee come la Polonia dei gemelli Kacynski e, per un certo periodo, anche l'italietta berlusconide, l'Irak é tornato unico e solo controllore del proprio spazio aereo, per la prima volta dal 1991, quando, in seguito all'attacco militare guidato allora da Bush Sr, le potenze imperialiste imposero sulla Mesopotamia le infami 'No-fly Zone'.

Ci sono voluti vent'anni ma, finalmente, tutto il cielo sopra l'Irak é di nuovo competenza esclusiva degli irakeni e, nella fattispecie, delle loro forze aeree e della loro Autorità per l'Aviazione civile (ICAA); "controllori di volo irakeni dirigono il traffico di ogni aeromobile in volo sopra il paese, compresa Bagdad; snodo aeronatuico di primaria importanza nella regione".

La restituzione dello spazio aereo é certamente un passo fondamentale verso il totale ritiro delle truppe americane di occupazione che, secondo gli statuti dell'accordo siglato nel 2008 da un George Bush Jr ormai in scadenza di mandato, avranno totalmente abbandonato il paese per il 1 gennaio 2012. Avrà così termine l'avventura militare che più di tutte, anche più della perdurante occupazione militare dell'Afghanistan, ha contribuito a mandare in crisi il 'modello imperiale' pensato sull'onda degli entusiasmi di fine guerra fredda e che Bush padre aveva battezzato NWO, cioé Nuovo Ordine Mondiale.
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venerdì 14 ottobre 2011

Il Comandante dell'Aviazione egiziana: "Non abbiamo bisogno di autorizzazioni per aumentare la presenza militare nel Sinai!"


Il Comandante delle Forze Aeree egiziane, Reda Mahmoud Hafez ha dichiarato ieri che il suo paese non ritiene necessario attendere alcun 'benestare' o nullaosta di sorta per aumentare e approfondire il proprio schieramento di truppe nella Penisola del Sinai, e men che mai ritiene di dover ottenere una qualche modifica degli Accordi di Camp David siglati a fine anni '70 da Anwar Sadat: "In parole povere", ha interloquito Hafez, "l'Egitto non ha bisogno del permesso di nessuno per modificare il proprio dispiegamento di forze sul suo territorio".

Parlando ai rappresentanti dei media locali, nordafricani e internazionali riuniti per la celebrazione dell'anniversario dell'aviazione il Maresciallo dell'Aria ha dichiarato: "Tutti i confini egiziani saranno garantiti e difesi da regolari pattugliamenti aerei, ivi inclusi quelli orientali", con chiaro riferimento al confine tra Sinai e regime sionista, lungo il quale poche settimane fa ben sei guardie di confine furono assassinate da un elicottero di Tel Aviv.

Interrogato a proposito della possibilità di un 'embargo' a stelle e strisce contro l'Egitto, i cui arsenali sono stati riempiti da Mubarak di costosi e inutilmente complicati 'gingilli' Made in Usa ha risposto: "Le forze egiziane, aeree ma non solo, hanno la possibilità di rivolgersi a varie fonti per reintegrare o variare le nostre scorte strategiche e i nostri arsenali, possiamo benissimo sopravvivere anche a una totale cessazione dei rapporti con gli Usa, in fondo, non saremmo certo la prima nazione a farlo".

Hafez ha concluso la conferenza rassicurando sulla capacità dell'aviazione del Cairo di garantire l'inviolabilità degli spazi aerei nazionali e di conservare la pace in una stagione particolarmente incerta e turbolenta.
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Il Patriarca Al-Rahi a Houston attacca i politici falangisti: "miopi e meschini"!


Il Patriarca maronita Beshara al-Rahi, attualmente in visita pastorale negli Usa, ha dichiarato avantieri durante un ricevimento offerto in suo onore dalla comunità libanese di Houston che "coloro che vivono in zone di sicurezza controllate e pattugliate non possono pretendere di venire presi sul serio dai loro concittadini".

Il riferimento é, ovviamente, agli esponenti del partito semifascista della Falange, una volta unico magnete del voto maronita, ma oggi superato in popolarità e influenza dal Libero Movimento Patriottico dell'ex Premier ed ex Generale Michel Aoun (e dai suoi alleati del Marada).

"Accusare di 'tradimento' quanti hanno idee e alleanze differenti é una tattica meschina e miope; purtroppo in Libano diverse figure politiche non vedono al di là del loro naso e operano soltanto per portare avanti i loro interessi immediati, un contegno che oggi nel nostro paese é totalmente inaccettabile".

"Le strutture amministrative, giudiziarie e militari del nostro paese sono più che sufficienti a garantire tutti i diritti, collettivi e individuali, della cittadinanza".


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Delegazione di Hamas al Cairo: "Schalit non sarà l'ultimo soldato sionista catturato dalla Resistenza!"


Abu Obeida, portavoce della formazione armata di Hamas, le Brigate Ezzedine al-Qassam, ha dichiarato alla stampa egiziana che Gilad Schalit, l'Ebreo francese arruolatosi nelle forze di occupazione sioniste e catturato dai combattenti palestinesi in una operazione preventiva poco prima che coi suoi camerati attaccasse la Striscia di Gaza, "non sarà certo l'ultimo soldato sionista catturato da Hamas o da altre forze della Resistenza, perlomeno fin quando vi saranno detenuti politici da liberare".

Obeida (sopra con la Kefia rossa) ha quindi dichiarato che gli uomini delle Brigate Qassam si sentono dediti alla liberazione di tutti i prigionieri (circa settemila) che restano in mano all'occupazione, e che tale priorità sarà riflettuta dall'agenda operativa cui si dedicheranno appena concluso lo scambio tra Schalit e i 1047 detenuti palestinesi cui il Governo di ultradestra di Benji Netanyahu ha acconsentito pochi giorni orsono.

Secondo quanto filtrato finora una prima tranche di prigionieri verrà liberata entro pochi giorni; quindi sarà il turno di Schalit e, entro un paio di mesi, del secondo gruppo di detenuti palestinesi. Nella giornata di avantieri inoltre i genitori di Schalit, Noam e Aviva, sarebbero tornati nella loro residenza nel nord della Palestina occupata, avendo abbandonato il sito di Gerusalemme che avevano occupato per mesi protestando l'inazione del Governo Netanyahu nel seguire il caso di loro figlio. Certo, bisogna anche considerare che se se ne fossero restati in Francia, anziché prestarsi come pedine all'occupazione della Palestina, nulla di tutto questo sarebbe successo.
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Notizie contrastanti dalla Libia: non ci sono conferme della cattura di Mutasim Gheddafi!

Un rappresentante del Consiglio nazionale di Transizione, il Colonnello Abdullah Naker, avrebbe dichiarato all'agenzia britannica Reuters che Mutasim Gheddafi, figlio del deposto leader libico, sarebbe stato fermato con alcuni familiari mentre cercava di allontanarsi da Sirte, arrestato e quindi tradotto a Bengasi nella giornata di giovedì 13 ottobre.

Tuttavia Jalal el-Gallal, portavoce del CNT a Bengasi all'agenzia statunitense AP ha detto l'esatto contrario, sostenendo che non vi sono prove o conferme dell'arresto di Mutassim: "Per quanto sappiamo e ci concerne, la cattura del figlio di Gheddafi é soltanto una voce incontrollata". La notizia che aveva scatenato caroselli e festeggiamenti, quindi, potrebbe rivelarsi un 'bluff', come la precedente riguardante la cattura dell'altro figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, tuttora alla macchia come il genitore.

Intanto Ian Martin, inviato speciale ONU per la Libia, relazionando al Consiglio di Sicurezza nella giornata di ieri ha espresso "gravi preoccupazioni" riguardo alla situazione sul terreno, segnalando che il Consiglio di Bengasi ha molto meno controllo sul territorio di quanto non diano a intendere i suoi comunicati ufficiali e che la distribuzione degli aiuti umanitari e dei servizi essenziali alla popolazione incontra, a oggi, ancora molte difficoltà.
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Hezbollah loda i risultati ottenuti da Hamas nello scambio di prigionieri: "Solo il sentiero della Resistenza porta alla vittoria!"


Hezbollah, il movimento politico e religioso degli sciiti libanesi ha espresso ammirazione per la brillante conclusione delle trattative tra Hamas e il Governo sionista dell'occupazione, esitate nell'accordo per la liberazione di 1047 detenuti politici rinchiusi nelle galere israeliane in cambio del rilascio dell'Ebreo francese Gilad Schalit, catturato mentre, vestendo l'uniforme dell'esercito di Tel Aviv, si preparava a violare i confini della Striscia di Gaza.

La sezione 'Relazioni Media' del movimento ha riferito: "Hezbollah esprime tutta la sua soddisfazione e il suo orgoglio di fronte all'enorme vittoria riportata dai fratelli palestinesi di Hamas, apprezzando in particolar modo la liberazione di tutte le detenute di sesso femminile, contro le quali l'occupazione sionista non ha mancato di ricorrere alle vessazioni più codarde e ignobili; le congratulazioni si intendono estese anche a tutti gli altri movimenti palestinesi coerenti con la scelta della Jihad, ai detenuti liberandi e alle loro famiglie".
Ahlam al-Tamimi, la coraggiosa combattente che i sionisti volevano far morire in cella.
Hezbollah fa anche notare come anche questa occasione dimostri come l'unico modo di ottenere concessioni dall'occupazione sionista si affrontandola senza paura sul terreno della Resistenza e che, al contrario della coerente e coraggiosa scelta di Hamas, il sentiero più facile e allettante imboccato da quelle forze (Fatah in primis) che hanno abbandonato le armi per sedere a 'negoziare' con l'occupazione avrebbero potuto spendere anni attorno al tavolo senza ottenere una frazione di quanto portato a casa dal movimento di Khaled Mishaal.
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giovedì 13 ottobre 2011

I partigiani di Gheddafi infliggono un'altra sconfitta agli insorti e li cacciano di nuovo da Sirte, non basta l'appoggio NATO!


Notizie contrastanti in arrivo dalla Libia in queste ore; pare che gli armati delle forze di insurrezione spalleggiate dalla NATO abbiano bloccato uno dei figli di Gheddafi, Mutasim, mentre cercava di allontanarsi in auto con alcuni familiari da Sirte, città natale dell'ex-uomo forte di Tripoli attorno a cui continuano a infuriare i combattimenti.

Ma a spegnere gli entusiasmi della giunta di Bengasi é giunta poco dopo la conferma che, con una precipitosa ritirata, le forze che solo ieri si dicevano sicure di "ripulire le ultime sacche di resistenza" entro pochi giorni, hanno dovuto abbandonare le posizioni in città ripiegando di due chilometri fino ad attestarsi presso il Quartier Generale della polizia, conquistato nel week-end, investite da un consistente sbarramento di razzi, mortai e altre armi pesanti.
Ultima vampata di una Resistenza ormai agli sgoccioli? Oppure preludio a un estenuante stillicidio che potrebbe non avere fine ancora per lungo tempo? O ancora, preparazione di un lungo periodo di guerriglia, attentati e instabilità generalizzata come quella che si continua a vedere in Irak e in Afghanistan nonostante tutti i 'surge', le 'shock and awe' e le altre piaggerie mediatiche propagandate da generali e politici che brancolano nel buio?

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Hussein Salem, consigliere di Mubarak, condannato a sette anni per corruzione nel 'caso' del metano svenduto a Israele!


Un tribunale egiziano ha condannato in contumacia uno dei più fedeli ex-consiglieri del deposto autocrate Hosni Mubarak a sette anni di detenzione per corruzione e interesse personale in atto pubblico, nell'ambito delle indagini sul 'caso' della vendita di gas metano dall'Egitto allo Stato ebraico, un 'affaire' che nel corso dei decenni (era infatti 'condizione necessaria' degli umilianti e iniqui Accordi di Camp David) ha causato all'erario del Cairo danni per dozzine di miliardi di dollari.

Hussein Salem, fuggito in Spagna il 3 febbraio, otto giorni prima delle dimissioni del dittatore, é stato ufficialmente condannato ieri secondo quanto riportato dall'Agence France Presse, insieme al figlio Khaled, alla figlia Magda, che si sono visti infliggere a loro volta sette anni di carcere per riciclaggio del denaro ottenuto dal genitore tramite tangenti e mazzette provenienti da Tel Aviv.

Salem era uno dei grandi azionisti della East Mediterranean Gas Company, principale responsabile della vendita all'occupazione sionista di enormi quantità di gas metano a prezzi incredibilmente più bassi di quelli di mercato (frazioni di dollaro usa per BTU -unità termogenica britannica-, quando normalmente il metano si vende a diversi dollari, anche sopra la dozzina, per la stessa unità di misura). Dopo avergli inizialmente concesso la cittadinanza spagnola le autorità di Madrid lo hanno arrestato a seguito del mandato di cattura internazionale ottenuto dall'Egitto. Salem é attualmente agli arresti domiciliari in Spagna e ha avuto tutte le proprietà mobili e immobili sequestrate.

La Tv di Stato egiziana ha detto che le procedure di estradizione di Salem sarebbero in corso di definizione tra Il Cairo e Madrid.
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Altri due droni Usa precipitano in Somalia, mentre echeggia l'allarme: "Non riusciamo a cancellare il malware!"


Due robot-assassini di Washington sono precipitati presso Dhoobley, una cittadina somala circa a due decine di chilometri dal confine Kenyota e 500 chilometri a sudovest della capitale Mogadiscio.

I resti dei due velivoli a comando remoto sono stati recuperati da milizie del luogo.

La locazione dello schianto darebbe credibilità alla voce secondo la quale i droni verrebbero lanciati sulla Somalia da basi concesse dal Kenya, piuttosto che da navi al largo delle sue coste.

Intanto, sull'onda di quanto recentemente rivelato dalla 'bibbia' di elettronica e tecnologia "Wired" continuano a rincorrersi voci sull'epidemia di 'software malevolo' che avrebbe infettato i sistemi operativi dei Predator e dei Reaper del Pentagono; secondo una fonte prossima alla base aerea del Nevada da cui vengono pilotati gli apparecchi, nemmeno l'uso di un avanzato software antivirus come BCWipe si sarebbe dimostrato risolutivo: "Continuiamo a cancellare il malware, ma, dopo poco, torna a galla".

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Gaza celebra il rilascio dei prigionieri politici che presto lasceranno le galere dell'occupazione!


Il Movimento di Resistenza musulmano, Hamas, ottenendo la liberazione di oltre mille detenuti politici in cambio del rilascio dell'Ebreo francese Gilad Schalit ha letteralmente fatto esplodere di gioia la Striscia di Gaza, dove tutti, dal capo del Governo Ismail Hanyieh fino ai comuni cittadini sono scesi in piazza per festeggiare e rendere omaggio a questa nuova vittoria della Resistenza che, insistendo su una linea coerente ha piegato alla ragionevolezza anche la pertinace ostinazione di Netanyahu che in passato era stato tetragono a ogni genere di accordo con Hamas.

Cortei e manifestazioni sono esplosi spontaneamente e pacificamente e, tra i ritratti dei liberandi e le bandiere palestinesi e di Hamas hanno fatto capolino anche vessilli di Fatah, segno che, come sottolineato da Khalid Mishaal, il successo di questa liberazione di massa, piuttosto che venire avocato e rivendicato unicamente come una vittoria di Hamas, é sentito come un trionfo di tutta la Palestina e della sua Causa nazionale nel complesso.

Una nota di ansia ed anticipazione é avvertibile nell'appello, esteso alle autorità di Hamas dai parenti dei prigionieri, affinché quanto prima venga resa pubblica e diffusa la lista completa e dettagliata dei prigionieri che saranno liberati, in modo da rendere più completa la gioia delle famiglie di coloro che presto torneranno a casa; il Premier Haniyeh ha ordinato che essa sia preparata e che un degno benvenuto sia approntato per i cittadini liberati.

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Il regime sionista restituisce i resti di un militante del DFLP ucciso nel 1976!


Rispetto alle altre due 'capitolazioni' israeliane, riguardanti la liberazione di oltre 1000 prigionieri politici e le scuse ufficiali all'Egitto per l'uccisione delle guardie di confine certo questa notizia é meno dirompente ma, a nostro parere, non meno degna di venire diffusa e commentata: negli scorsi giorni le spoglie di un militante del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina, trattenute dal regime dell'occupazione dopo la sua uccisione per ben 35 anni sono state riconsegnate ai suoi congiunti e poste a riposo nella città cisgiordana di Nablus.

Hafith Muhammad Waheed Abu Zant nacque nel 1953, figlio di profughi della Nakba, e fin da ragazzo si interessò all'attività politica e alla Resistenza entrando eventualmente nel DFLP; addestrato militarmente, prese parte con altri quattro compagni a un'operazione contro le forze sioniste di occupazione nella Valle del Giordano nel 1976; tre dei cinque componenti del commando (lui stesso, Mashur al-Aruri e Khalid Abu Ziyad) trovarono la morte in uno scontro a fuoco. I corpi di Aruri e Ziyad vennero restituiti dopo poco alle rispettive famiglie, non così quello di Abu Zant, che nella sua ultima battaglia aveva ucciso diversi nemici e che venne interrato nel cosiddetto 'cimitero dei numeri', dove l'esercito del regime ebraico tiene i resti dei combattenti della Resistenza.

Restituite dopo tre decenni e un lustro, le spoglie mortali del coraggioso militante sono state trasportate con un solenne corteo funebre fino al Cimitero Occidentale di Nablus, dove riposano gli altri martiri della Resistenza. Un'orazione funebre e una preghiera collettiva hanno accompagnato la loro inumazione; il popolo di Palestina non dimentica chi ha dato tutto per la sua Causa, non dopo trentacinque anni, non dopo sessanta e, se la lotta e la Resistenza dovessero ancora continuare per decenni, nemmeno allora.

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Il regime ebraico cede, chiederà scusa al Cairo per l'uccisione delle guardie di confine avvenuta ad agosto!


In quello che sembra un vero e proprio 'effetto-domino' di rese e capitolazioni quello che una volta era l'arcigno e 'macho' Governo di Estrema Destra di Benji Netanyahu, Avigdor Lieberman e del Ministro della Guerra Ehud Barak si sta rivelando soffice come un panetto di marzapane, visto che, dopo aver ceduto sullo scambio di oltre mille prigionieri politici palestinesi contro la liberazione dell'Ebreo francese Schalit nei prossimi giorni renderà pubbliche e ufficiali scuse al Governo egiziano per l'uccisione, nell'ambito delle selvagge e cieche rappresaglie dello scorso agosto seguite al riuscito attacco della Resistenza palestinese contro soldati sionista ad Eilat, di una pattuglia di guardie di confine nel Sinai, raggiunte dal missile Hellfire sparato da un elicottero Apache delle forze armate di Tel Aviv.

La morte delle guardie di confine aveva alzato al livello di guardia la tensione tra i due paesi,  già molto alta dopo la deposizione del faraone filosionista Mubarak; portando folle di migliaia di persone ad assediare la rappresentanza diplomatica israeliana al Cairo e spingendo il Consiglio delle Forze Armate a farla cingere da un muro di cemento, poi assaltato e abbattuto dalla popolazione che penetrò nell'ambasciata devastandone gli uffici e causando la fuga del personale. L'annuncio delle scuse ufficiali é stato dato da un Barak sempre più 'fantozzianamente' costretto a rimangiarsi le dichiarazioni di poche settimane fa, quando aveva giurato e spergiurato che "mai" lo Stato ebraico avrebbe chiesto scusa all'Egitto.

Ci viene in mente che, visto che non c'é due senza tre, Benji Netanyahu potrebbe far filotto accettando anche di scusarsi e di pagare compensazioni a familiari e parenti degli attivisti turchi della 'Freedom Flotilla' massacrati in alto mare dai commando della marina israeliana; anche in quel caso la 'parola d'ordine' del regime dell'Apartheid era stata "mai e poi mai scuse", anche a costo di causare la più grave crisi diplomatica con la Turchia mai finora registrata ma, visto il nuovo 'andazzo', la prospettiva di 'fare tutto un fagotto' di queste scuse e ritrattazioni ed in qualche modo 'stemperarne' l'impatto sulla pubblica opinione potrebbe perfino farsi allettante.
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mercoledì 12 ottobre 2011

Le famiglie dei detenuti politici palestinesi ringraziano Hamas per avere ottenuto il rilascio dei loro cari: tutti i dettagli!


E' ufficiale, sono 1027 i prigionieri politici palestinesi di cui il Movimento musulmano di Resistenza, Hamas, ha ottenuto la liberazione in cambio del rilascio di Gilad Schalit, l'Ebreo francese che vestendo l'uniforme dell'occupazione sionista é stato catturato 64 mesi fa nel corso di una rischiosa operazione 'preventiva' delle Brigate Ezzedine al-Qassam, i cui componenti sorpresero Schalit e camerati in procinto di attaccare Gaza. Il primo gruppo di prigionieri a venire liberati sarà di 477 unità e comprenderà tutte le 27 donne palestinesi rinchiuse nelle carceri sioniste, 315 detenuti politici che il regime ebraico contava di far morire in carcere e 135 condannati a lunghissime pene detentive, superiori ai dieci anni.

Fra le prigioniere liberande si contano nomi eccellenti come quelli di Ahlam al-Tamimi e di Qahera al-Sa'di, delle cui lotte e sofferenze abbiamo parlato spesso su queste pagine. I primi 477 prigionieri politici verranno liberati entro una settimana, secondo quanto annunciato dal Capo dell'Ufficio politico di Hamas, Khaled Mishaal. Ma il leader di Hamas, lungi dal crogiolarsi nel grande successo del suo Movimento e dal volerlo rinfacciare ad altre forze più ondivaghe e meno determinate nella loro strategia di lotta ha usato lo 'spotlight' dell'evento per estendere un messaggio "ai miei fratelli palestinesi dell'Anp, di Fatah e delle altre organizzazioni: questo trionfo non é solo mio o solo di Hamas, é di tutti noi, ci appartiene in egual misura; ne siamo orgogliosi, ma che serva a prepararci ad altri futuri trionfi, che ci sproni a stringerci gli uni agli altri per costruire il nostro processo nazionale, liberare la Palestina e fondare il nostro Stato".

Da parte israeliana per coprire l'imbarazzo di una scelta rifiutata ostinatamente per anni a cui in ultimo anche la riottosa ostinazione di Netanyahu e dei suoi alleati dell'Ultradestra ha dovuto piegarsi il Governo in carica ha dichiarato, piuttosto goffamente, che "alla luce delle grandi rivoluzioni e dei mutamenti di scenario attualmente in corso nel Mondo Arabo il Primo Ministro e il suo Governo hanno dovuto 'prendere al volo' la 'prima occasione presentatasi' per liberare Schalit che, altrimenti, 'correva seriamente il rischio di non venire mai più liberato'". Formula estremamente nebulosa e arzigogolata che, perdipiù, trascura il fatto che sono ormai vari anni che Hamas spingeva per uno scambio di prigionieri e i dinieghi, prima di oggi, sono sempre venuti da parte sionista e mai da Hamas.
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Le forze di sicurezza siriane bloccano carico di armi israeliane tra Homs e Tartous!


Il quotidiano del Paese dei Cedri 'As-Safir' ha pubblicato poche ore fa la notizia, citata da una fonte di informazioni anonima nel Ministero degli Interni di Damasco secondo la quale un carico di armi, esplosivi ed equipaggiamenti militari e para-militari (giubbotti antiproiettile, visori notturni, mirini telescopici) sarebbe stato bloccato e sequestrato dalle forze di sicurezza siriane sull'autostrada che collega Homs con Tartous.

Il carico comprenderebbe dozzine di mitragliette 'Uzi', carabine d'assalto, mitragliatrici di squadra, decine di 'pani' di esplosivo plastico e molto altro materiale che sarebbe dovuto finire in mano agli estremisti e agli agenti provocatori che negli ultimi mesi si sono scatenati nel paese cercando, con attentati contro le forze armate e la polizia e con uccisioni di civili innocenti, di far precipitare il paese nel Caos, mentre i media occidentali e sionisti cercavano di 'vendere' all'opinione pubblica mondiale la falsa nozione che in Siria Assad stesse attaccando e reprimendo la cittadinanza.

"Dopo un'accurata ispezione degli oggetti confiscati é risultato fuor di dubbio che l'origine del carico sia israeliana", riporta l'articolo di As-Safir; purtroppo diverse zone del Libano sono virtualmente sotto il controllo di organizzazioni e milizie come quelle della Falange e degli uomini fedeli alla coalizione '14 marzo' che si sono volontieri prestati al compito di alimentare e rifornire attentatori e terroristi in azione in Siria. Tuttavia, grazie alla fedeltà della maggioranza della popolazione e all'aiuto di potenze amiche la Repubblica Siriana é emersa intatta e vincitrice dalle tribolazioni degli ultimi mesi.
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Ahmadinejad: "Sionisti e imperialisti dietro gli scontri settari del Cairo: si vuole ritardare il processo elettorale egiziano!"


Il sito web ufficiale del Presidente della Repubblica Islamica Mahmoud Ahmadinejad ha riportato ieri la seguente dichiarazione: "I nemici del popolo egiziano sono consci che quando la nazione troverà il modo migliore di tenere libere elezioni e un governo democratico espressione della recente rivoluzione entrerà in carica esso si schiererà dalla parte degli oppressi e contro i corrotti e gli arroganti; per questo motivo sionisti e imperialisti non vogliono permettere in alcun modo che la nazione egiziana si rechi alle urne e a tal fine fomentano discordia e divisioni".

Ahmadinejad ha attribuito le tensioni inter-settarie e inter-confessionali che agitano il paese e che sono esplose drammaticamente nei fatti di domenica scorsa a complotti imperialisti e colonialisti che, fedeli all'adagio latino 'divide et impera' cercano di frammentare l'Egitto post-rivoluzionario per sedare e rallentare la carica di rinnovamento seguita alla deposizione dell'autocrate Mubarak. Il Presidente ha altresì espresso la convinzione che, nonostante queste trame, il popolo egiziano troverà modo di stringere i ranghi e procedere compatto e unito verso un futuro di indipendenza, libertà, democrazia e sviluppo.

Gli scontri di due giorni fa sono scoppiati quando, in occasione di una manifestazione di cristiani d'oriente, alcuni provocatori armati di bastoni hanno attaccato le truppe che stavano controllando la folla, dando il via a una scomposta e violentissima reazione con i militari che hanno sparato munizioni di piombo ad altezza d'uomo e veicoli blindati che sono stati lanciati contro la folla assiepata sui marciapiedi, falciandola.
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