sabato 29 ottobre 2011

Pirati aerei sionisti massacrano sei abitanti di Gaza: Israhell cerca di uccidere i prigionieri appena liberati?


Un bombardamento aereo sionista ha ucciso almeno sei abitanti della Striscia di Gaza assediata poche ore fa, secondo quanto riportato dal capo del Servizio d'emergenza Adham Abu Salmyia; gli apparecchi con la stella di davide avrebbero concentrato i loro lanci di bombe e missili contro Rafah, nel sud del ghetto costiero e la notizia, poco dopo é stata ripresa e diffusa anche dall'americana Associated Press.

Ci importa poco delle 'foglie di fico' che il regime dell'Apartheid sventolerà nel tentativo di coprire quest'ennesimo, vergognoso pogrom militare condotto con jet da guerra contro civili indifesi; i grassi e pasciuti generali di Tel Aviv pretenderanno di aver attaccato qualche ricovero di Palestinesi intenti a fabbricare 'bombe atomiche' con elastici, spago e puntine da disegno, come nemmeno il Mac Gyver televisivo riusciva a fare. Quello che ci preoccupa é che i bombardamenti israeliani potrebbero far parte di una precisa strategia volta a colpire e uccidere i detenuti politici da poco liberati grazie alla grande vittoria negoziale di Hamas, in modo da 'compensare' l'umiliazione patita dal governo fascista di Benji Netanyahu costretto ad accettare le condizioni della Resistenza palestinese.

La prima avvisaglia si era avuta giovedì, quando droni ed F-16 si erano accaniti contro Khan Younis; per fortuna senza causare vittime. Prima di quel momento l'ultimo attacco aereo sionazista si era avuto addirittura il primo ottobre scorso; evidentemente la pausa nelle aggressioni aeree era dovuta solo all'urgenza per il regime ebraico di assicurarsi lo scambio dell'Ebreo francese Schalit contro gli oltre mille detenuti politici. Ma forse, nello stesso momento in cui li liberava, Tel Aviv meditava poi di andarli a cercare con le bombe e i razzi? Non sarebbe un comportamento sorprendente, in quella sentina di meschina e arrogante slealtà che é l'occupazione sionista.
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Ancora un venerdì di protesta in Giordania, ad Amman ma anche nel Sud del paese!


Come precedentemente annunciato migliaia di cittadini giordani si sono riversati nelle strade anche nella giornata di ieri in tutti i maggiori centri urbani per reiterare la loro richiesta di cambiamenti significativi nell'ordinamento e nella gestione politica del paese ora e subito e non in un futuro indefinito quanto aleatorio. I dimostranti hanno concentrato la loro rabbia contro la pervasiva corruzione del settore politico e anche economico, particolarmente odiosa in un momento in cui le condizioni di vita per la popolazione si fanno sempre più difficili e precarie.

In particolare, oltre alla capitale Amman, importanti marce e dimostrazioni si sono tenute soprattutto nei centri urbani meridionali del paese come Aqaba e Maan, segno che il malessere e lo scontento pervadono l'intera nazione e che a poco sono servite le regie 'promesse' e 'assicurazioni' di incipienti riforme dell'ordinamento politico, annunciate ma subito rimandate al 2012 e contornate da una serie di condizioni che i cittadini non sono disposti ad accettare o tollerare.

Si presenta quindi tutta in salita la strada che l'esecutivo del neopremier Awn Khasawneh dovrà percorrere, col non facile obiettivo di placare l'inquieta popolazione e far dimenticare il malgoverno di Marouf Bakhit che a sua volta era stato nominato nel tentativo di far dimenticare il malgoverno del neoliberista Al-Rifai (foto sopra), agente della Banca Mondiale e del Fondo Monetario, uomo di paglia dei grandi interessi finanziari manipolati da Washington e da Tel Aviv.

Questo continuo 'gioco delle maschere' sulla poltrona di Primo Ministro dimostra che, non importa quale facciata prenda, é forse lo stesso regime ascemita a essere messo in discussione dalle proteste giordane.
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L'Alleanza 8 marzo rifiuta i tentativi ricattatori dell'occidente imperialista: "Non finanzieremo la vostra corte-canguro!"



La leadership della "Alleanza 8 Marzo", la coalizione politica progressista che al principio del 2011 ha strappato al debole e confusionario 'Renzo Bossi libanese' (Saad Hariri) le leve del Governo per riporle nelle ben più capaci mani di Najib Mikati, ha reiterato la propria contrarietà a finanziare 'motu proprio' il budget della vergognosa 'corte canguro' denominata 'Tribunale Speciale per il Libano'; l'aborto giuridico escogitato da Israele ed Usa per coinvolgere a qualche titolo, non importa con quali contorsionismi legalistici, la Siria o Hezbollah nell'assassinio dell'ex Primo Ministro Rafik Hariri (in realtà ucciso da Israele con un drone senza pilota e un missile sperimentale fornito dal Governo tedesco).
Antonio Cassese, un triste pagliaccio italiano venduto a Usa e Israele...
Il Tribunale Speciale per il Libano ('Speciale' nello stesso senso in cui sono 'speciali' i mongoloidi) si trova letteralmente a terra: senza un quattrino e senza nemmeno una guida, dopo le frettolose dimissioni del pagliaccio Antonio Cassese, lo stesso 'esperto' che orchestrò i processi-farsa a senso unico sulla ex-Jugoslavia, dove 'misteriosamente' i membri di HVO e UCK sono sempre assolti, e che attaccò anche il Sudan per conto di Usa e Israele, tolto di mezzo recentemente da un provvidenziale attacco di cuore; sarebbe dunque l'occasione perfetta per archiviare per sempre questo brutto capitolo e dimenticarlo per sempre.

Ma ecco arrivare a spron battuto gli Stati Uniti seguiti dai nani e ballerine dell'Europa sempre più schiava e succube di USrael e della sua lobby: in una recente serie di messaggi minatori rappresentanti dell'arrogante e stolido imperialismo occidentale hanno minacciato 'gravi ritorsioni' contro Beirut se non si piegherà ai diktat di Washington e Tel Aviv, nella speranza di creare fratture tra i partner maggiori e minori dell'Alleanza 8 Marzo.

A stretto giro é arrivata la risposta; identica sia da parte di Amal, che da parte di Hezbollah o dell'LMP di Aoun o persino dai partner minori della coalizione, quelli che magari non hanno portato nemmeno un deputato in Parlamento ma che, nondimeno, controllano magari un seguito elettorale sufficiente, in uno o due distretti, a garantire risultati importanti: "Il Libano non finanzierà un organismo creato e imposto dall'estero senza prima un voto in merito del Parlamento, é una questione di sovranità". Di fronte a questa compatta determinazione, ogni tentativo di spaventare o intimidre la nuova classe dirigente che finalmente regge il Paese dei Cedri non per conto di interessi stranieri, ma solo e soltanto in nome del suo diritto all'autodeterminazione e all'indipendenza, é destinato oggi e in futuro ad avere la peggio.

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La Repubblica Islamica coopererà nel settore Difesa con i paesi liberati dalla "Primavera Araba"!


Il Ministro della Difesa iraniano Ahmad Vahidi ha dichiarato che Teheran é fin da ora pronta per una "Profonda ed articolata" collaborazione nel settore difesa con il governo tunisino che verrà a breve nominato dall'Assemblea costituente (eletta in base alle consultazioni di domenica scorsa) e, nel prossimo futuro, con quelli che risulteranno dalle votazioni in Egitto e in Libia; "Questi paesi stanno passando attraverso periodi di transizione, ma, come nel caso della Tunisia, la volontà popolare é chiara e si esprimerà attraverso relazioni a ogni grado e livello con la Repubblica Islamica".

L'Iran si sta gradualmente imponendo come un'ottima fonte di armi ed equipaggiamenti militari per quei paesi che non vogliano sottostare ai ricatti e alle manipolazioni dell'occidente imperialista, che usa le sue industrie della Difesa come una leva in una strategia arrogante e manipolatoria, volta a trasformare i suoi clienti in pedine legate al loro 'patrono' da mille invisibili fili. Caso lampante é la vendita americana di jet da combattimento i cui radar d'attacco sono modificati per indicare come 'amico' ogni apparecchio israeliano, senza che all'utilizzatore finale sia possibile modificare il codice sorgente di tale impostazione senza forfettare ogni futuro rifornimento/manutenzione da parte americana.

Teheran invece, non impone nessuna limitazione del genere ai propri acquirenti e, negli ultimi trenta anni, grazie alle capacità dei propri tecnici ed ingegneri e a una guida politica motivata e coerente é riuscita a mettere in piedi un comparto tecnologico della difesa in grado di soddisfare pienamente le richieste interne (necessità essenziale per una politica estera indipendente e autonoma) nonché ansioso di provvedere alle necessità degli stati recentemente liberatisi da decenni di tirannia grazie al soffio rigeneratore della 'Primavera Araba'.
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venerdì 28 ottobre 2011

A Gaza arrivano aiuti dalla Russia, per far fronte alla tragica emergenza umanitaria causata dall'assedio sionazista!


Un convoglio di aiuti umanitari partito da Mosca é arrivato in queste ore nel ghetto palestinese di Gaza, tuttora sottoposto allo strangolamento economico da parte di Israele. Curiosamente, fino a che le forze della Resistenza di Hamas trattenevano il prigioniero di guerra Gilad Schalit il regime ebraico dichiarava che "l'assedio era necessario" per forzare i Palestinesi a liberare l'Ebreo francese che si era arruolato nelle forze di occupazione; adesso che Israele si é dovuto piegare alle condizioni di Hamas e rilasciare oltre mille detenuti politici per riavere indietro Schalit, l'assedio non si sa come mai continua.

La carovana solidale moscovita é la prima arrivata dalla Russia e, sotto lo slogan "Gaza, Mosca é con te", é stata accompagnata da Lilya Mukhamediarova, dirigente della Fondazione benefica 'Solidarietà', dal celebre giornalista Maxim Shevchenko (foto sopra) e da sua moglie Nadezhda Kevorkova. La Fondazione 'Solidarietà' ha raccolto donazioni attraverso tutto il mese del Ramadan, da musulmani, cristiani e agnostici e con esse ha acquistato ingenti quantità di medicinali, attrezzature mediche ed equipaggiamenti clinici presenti sulla lista delle penurie e delle carenze compilate dai medici di Gaza.

Il valore dei rifornimenti portati a Gaza é di circa 100.000 Euro (cinque milioni di rubli), notevole in senso assoluto, ma ancora troppo poco per poter rischiarare sensibilmente l'orizzonte di una situazione emergenziale che ogni settimana si fa sempre più drammatica. La Mukhamediarova ha notato che sono ancora 310 i medicinali che mancano gravemente dalle banche farmaceutiche di cliniche ed ospedali della Striscia e ha definito l'emergenza di Gaza come "Una sfida non solo ai musulmani, ma a tutti gli esseri umani, per mettere alla prova i nostri semtimenti di fratellanza, di giustizia, di empatia".
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Il reuccio ascemita promette: "Darò più poteri al Parlamento...l'anno prossimo", ma chi gli crede?


Il Re di Giordania Abdallah II ha dichiarato che darà ai legislatori del Parlamento nazionale l'autorità di scegliere il Premier e di accettare la sua lista di Ministri, prerogative che nel piccolo regno mediorientale sono tuttora appannaggio del sovrano, come in una monarchia del diciottesimo secolo.

L'importante riforma, però, dovrà aspettare il 2012 per venire implementata e il Re manterrà sempre e comunque il potere di veto sulle decisioni della Camera; ha poi puntualizzato il consigliere reale Amjad Adaileh, secondo quanto riportato dall'agenzia statunitense Associated Press.

Il veto, inoltre, sarà esclusivo, cioé non lascerà alla Camera il potere di riproporre lo stesso candidato.

E' chiaro che con simili 'riforme', quand'anche venissero implementate, non vi é la benché minima speranza di disinnescare i movimenti di protesta che ormai da mesi travagliano il regno ascemita, chiedendo decisioni coraggiose e radicali, che scuotano fin nelle fondamenta un sistema politico incrostato di lassismo, corruzione, compiacenza e vetustà.

Anche oggi, dopo le consuete preghiere del venerdì, migliaia di persone sono scese in piazza ad Amman e negli altri centri maggiori della nazione.
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Studenti dell'Università di Edimburgo chiedono la cacciata dal campus di agenzia di sicurezza compromessa col regime sionista!


Il Consiglio studentesco dell'Associazione studenti dell'Università di Edimburgo (EUSA) ha adottato una mozione che prevede l'interruzione di ogni rapporto dell'Ateneo con l'azienda G4S, finora incaricata di provvedere alla sicurezza nei locali e nelle pertinenze del Campus. La mozione é stata approvata per i provati rapporti della ditta con il regime sionista dell'Apartheid, in particolare con le colonie ebraiche illegali che infestano la Cisgiordania e con le prigioni dell'arcipelago detentivo e concentrazionario sionista.
Il lager di Ofer
La cosa divertente é che é stata la stessa G4S a fare la 'soffiata' ai suoi stessi danni, indicando, nel suo materiale promozionale, come sia stata incaricata di provvedere servizi di sicurezza al lager di Ofer, dove il regime ebraico tiene confinati i detenuti politici palestinesi, nonché a quelli di Keztiot e Megiddo. Queste strutture contengono quasi cinquemila detenuti palestinesi in condizioni talmente disumane che, poco prima della vittoria di Hamas culminata con la liberazione di oltre mille prigionieri, uno sciopero della fame di massa si é diffuso tra tutta la popolazione carceraria palestinese.

Il gruppo 'Studenti per la Giustizia in Palestina' aveva cominciato fin da marzo una campagna per il boicottaggio di ogni prodotto israeliano nell'Università scozzese e ha preso da subito un posto in prima fila in questa nuova iniziativa. Nella campagna BDS contro l'Apartheid sionista il Disinvestimento é importante quanto il boicottaggio e forse anche di più, visto che, sapendo che dai rapporti con lo Stato ebraico un'azienda otterrà più grane, spese e perdite che altro, si riesce a rivoltare gli stessi sistemi del capitalismo (la ricerca del profitto a ogni costo) contro il sionismo.
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Yehya Sinwar ringrazia le forze di sicurezza di Hamas: "E' grazie a voi se io e i miei compagni di prigionia siamo ora liberi!"


Il rinomato e rispettato dignitario di Hamas Yehya as-Sinwhar, recentemente liberato dalle prigioni sioniste ha salutato il Ministro degli Interni palestinese e le forze di sicurezza al suo comando, estendendogli le sue più vive congratulazioni per il ruolo decisivo svolto nel tenere segreta la locazione di Gilad Schalit per oltre cinque anni, soffocando sul nascere ogni velleità dell'occupazione di liberarlo con un 'colpo di mano'.

"Gli apparati di sicurezza della Striscia di Gaza hanno fatto a pezzi la narrativa della presunta 'invincibilità' dei servizi segreti del Regime ebraico"; ha dichiarato Sinwhar nel corso di una cerimonia tenutasi per onorare gli ex-prigionieri rilasciati proprio in cambio dell'Ebreo francese arruolatosi nelle truppe d'occupazione.

Nel 2006 Hezbollah, bloccando e respingendo l'invasione sionista, completò la distruzione della narrativa sull'invincibilità delle truppe israeliane, costruita nel corso dei decenni attraverso una propaganda martellante che presentava vigliacche aggressioni alle spalle come quelle del 1956 e del 1967 come 'brillanti vittorie' e minimizzava invece le vittorie arabe di Karameh, della Guerra di Attrito, della Guerra del Ramadan. Adesso é stato Hamas a sfatare l'altro 'mito', costruito tramite la glorificazione di veri e propri atti di terrorismo internazionale (rapimenti, assassinii) che hanno visto protagonisti in tutto il mondo le spie e i sicari di Tel Aviv.
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giovedì 27 ottobre 2011

Ecco a voi Giulio Meotti, scarabeo stercorario del "Foglio", diretto da Giuliano Ferrara!


La marmitta escrementizia dell'italica islamofobia razzista e occidentalista é sempre frequentata da gran copia di mosche callifore, vermi, coleotteri e altre creature che, dedicandosi alla coprofagia traggono da detta cloaca copioso nutrimento; su un recente numero del Foglio, quotidiano italico diretto dal pachidermico esibitore di mutande Giuliano Ferrara (foto sopra), pubblicazione che sotto il frontespizio dovrebbe recare la dicitura "di carta da latrina" abbiamo incontrato un nuovo esemplare di 'Geotrupes stercorarius', di nome Giulio Meotti, apparentemente redattore di un 'angolo' chiamato Zakor, una fossa settica che l'autore, in preda a delirio, ci tiene a definire ricettacolo di 'note di idee'. Leggendola, ci siamo subito resi conto del refuso, alquanto palese anzichenò, visto che il povero Meotti in essa non fa altro che la cronaca della NOTTE DELLE IDEE, quella che, non sappiamo da quanto tempo, ottenebra il suo povero cerebello, che di idee, se mai ne ha avute, le ha certo tutte viste morire di consunzione e solitudine.

Ma, per meglio far capire al volenteroso lettore di Palaestina Felix di che 'ceffo' si stia parlando, quotiamo per intero la sua ultima fatica, il "parto" dell'estro creativo letterario del Geotrupide Meotti, liberamente consultabile al link qui indicato:

"Ennahda, il partito fondamentalista legato ai Fratelli musulmani responsabile negli anni 80 di una campagna terroristica contro gli hotel, ha ottenuto quasi la metà dei voti. L'unica "speranza" è che il sistema parlamentare li costringa a fare dei compromessi. In ogni caso, la Tunisia che conoscevamo è finita (libertà d'espressione, uguaglianza, dignità della donna, separazione di stato e moschea etc...). L'elemento più impressionante è che Ennahda fino allo scorso gennaio era semplicemente un partito illegale e il suo leader, Rachid Ghannouci, viveva a Londra come un Khomeini maghrebino. Sono bastati pochi mesi e la "primavera araba" ha risvegliato gli impulsi islamici profondi che covano nel seno del medio oriente. Ricordiamo che Ghannouchi è il numero due di Yusuf Qaradawi, l'imam che teorizza l'uccisione di ebrei e "infedeli" occidentali. Con la legalizzazione di Ennahda sono cominciati gli attacchi ad artisti e donne senza velo, a bar e bordelli".


Andiamo a demolire questa IMMANE MESSE DI CAZZATE:


1) "Ennahda [...] partito fondamentalista legato ai fratelli musulmani"

Prima bugia del Geotrupide Stercorario, Ennahda, come i suoi antecessori (Azione Islamica e Movimento di Tendenza Islamica) si é sempre ispirato, più che all'Ikhwan dei Fratelli Musulmani, all'esempio della Rivoluzione Khomeinista del 1979 e della fondazione della Repubblica Islamica; é un dato comunemente noto e rivendicato da Ennahda stesso a più riprese, basta consultare wikipedia per saperlo, evidentemente Giulio Meotti non dispone di una connessione internet, sarà aduso a 'zampettare' i suoi elzeviri su carta igienica e poi passarla all'elefantiaco direttore!

2) "Ennahda [...] responsabile negli anni 80 di una campagna terroristica contro gli hotel"

Seconda panzana meottiana; siccome Ennahda é stato fondato esattamente nel 1989 (vedi a fianco l'header di Wikipedia in merito) ci chiediamo come abbia potuto effettuare attentati agli hotel a ritroso del tempo, forse avranno chiesto in prestito la DeLoran ai Libici di "Back to the Future?"...scappa Marty!!!

3) "La Tunisia che conoscevamo é finita!"

Una volta tanto il Geotrupide dice il vero! La Tunisia di Ben Ali é finita per sempre: niente più polizia segreta, niente più corruzione fino ai più altri gradi del palazzo, niente più laicismo di stato che fa violenza alla Storia e alla Cultura del Paese, niente più repressione, niente più dittatura, niente! Apparentemente per lo Stercorarius Meottys questo risultato è in qualche modo da stigmatizzare...mah! Contento lui!

4) "L'elemento più impressionante è che Ennahda fino allo scorso gennaio era semplicemente un partito illegale e il suo leader, Rachid Ghannouci, viveva a Londra come un Khomeini maghrebino"

Khomeini é tornato in patria per contribuire al più grande rivolgimento politico d'Asia dai tempi della Lunga Marcia di Mao, lo stesso Lenin, leader esule in Svizzera di una fazione socialista apparentemente 'fuori dai giochi' riuscì grazie ai rivolgimenti della Grande Guerra a imporre la supremazia dei Soviet nel caos della Rivoluzione Russa; i grandi leader trovano sempre una strada per raggiungere il posto che la Necessità Storica ha riservato loro, ne faccia tesoro, Meotti, potrà servirle per il futuro, quando il buffone venerato dal suo direttore precipiterà nel fosso e lei dovrà cercarsi nuovi padroni.

5) "e la "primavera araba" ha risvegliato gli impulsi islamici profondi che covano nel seno del medio oriente"

Popoli di Storia, Cultura e Tradizioni musulmane che pretendono di vivere in un sistema politico ispirato e permeato da esse? Who would've thunk it??????

6) "Ricordiamo che Ghannouchi è il numero due di Yusuf Qaradawi"

Questa é una frottola bella e buona, che, in parte, giustifica la presenza della frottola 1), dove lo Stercorario pretendeva di associare Ennahda ad altre realtà del mondo musulmano; ovviamente anche qua, un cursorio e superficiale ricorso a fonti di informazioni generaliste smentisce all'istante tale assunto; il Meotti evidentemente SA che i lettori del Foglio non solo non sanno, ma non vogliono sapere, e sono più che pronti a trangugiare le panzane che lui ammannisce su "islamici cattivi e sanguinari".

7) "l'imam che teorizza l'uccisione di ebrei e "infedeli" occidentali"

Con questa il Geotrupide di rende passibile di denuncia per calunnia.

8) "Con la legalizzazione di Ennahda sono cominciati gli attacchi ad artisti e donne senza velo, a bar e bordelli"

Altra palese invenzione, anche se capiamo, che per chi espone mutande e si lancia in difese pubbliche del lenocinio e del prossenetismo (qualora esercitato a favore dell'attuale Presidente del Consiglio) la sola IDEA di un attacco a una casa di piacere suoni come offesa a "luogo sacro"!

Questa é la gente che serve l'occidentalismo razzista e islamofobo; contro esemplari di tale meschina caratura intellettuale e morale dobbiamo mantenere sempre alta la guardia e persistere nella nostra diffusione di informazione equilibrata, corretta, dura, certo, quando serve, ma sempre rispondente alla Verità.
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Una notizia entusiasmante, l'Ennahda dichiara che il nuovo Governo tunisino: "Interromperà ogni relazione col regime sionista!"


Non si é ancora completato il conteggio dei voti che la splendente vittoria conquistata dal partito musulmano Ennahda nell'elezione della Camera Costituente tunisina (che stenderà una nuova Carta e nominerà il Governo ad interim cui affidare il paese durante lo svolgimento dei suoi lavori) inizia già a far sentire i suoi effetti in Nordafrica e nell'intero Mondo Arabo. Secondo quanto riportato dall'emitennte della Repubblica Islamica in Italia (IRIB Radio) Al-Munsif ben Salem, in una intervista con il quotidiano Az-Zaman, avrebbe dichiarato che "una delle prime preoccupazioni del nuovo Esecutivo sarà quella di interrompere ogni genere di rapporto e legame con il regime sionista".

Il soffio della Primavera Araba inizierà a farsi sentire sul serio, promette Ben Salem, quando ad ogni genere di prodotto sionista verrà impedito l'accesso in Tunisia e verranno licenziati tutti gli impiegati e funzionari statali, del Ministero degli Esteri, ma anche di altri dicasteri, che abbiano avuto ruolo nei solidi rapporti con Israele che il tiranno Ben Ali aveva instaurato per compiacere i suoi sostenitori occidentali e imperialisti.

In una notizia correlata anche il celebre parlamentare iraniano Ali Aqazadeh Dafsari ha definito "storica" la vittoria del Partito del Rinascimento Musulmano alle recenti consultazioni tunisine, anticipando come fin da ora si possa intravedere il momento in cui il paese nordafricano, dopo decenni di autocrazie, potrà finalmente reggersi come una matura e compiuta democrazia islamica, nonostante inutili quanto ripetuti tentativi di soffocarne Storia e Cultura a colpi di 'laicismo imposto dall'alto'.
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Saranno venticinque i detenuti egiziani liberati dalle carceri sioniste in cambio della spia Ilan Grapel!


L'Egitto e il regime sionista di occupazione sono arrivati tra lunedì e martedì a una bozza di accordo per lo scambio tra la spia del Mossad Ilan Grapel, arrestata al Cairo la scorsa primavera, e un cospicuo numero di cittadini del Paese delle Piramidi che sono attualmente rinchiusi nelle prigioni israeliane. Ovviamente, il numero di questi ultimi non é clamoroso come quello degli oltre mille carcerati palestinesi strappati al sadismo dei secondini a sei punte dalla recente, grande vittoria di Hamas, ma si tratta comunque di 25 egiziani che, in alcuni casi, avrebbero dovuto passare in prigionia fino a dieci anni delle loro vite e che invece, grazie alla solerzia dei loro giovani compatrioti che denunciarono subito all'intelligence le bizzarre profferte di Grapel (che voleva istigare scontri fra i manifestanti anti-Mubarak e le forze dell'ordine) potranno presto tornare liberi.
Grapel in una foto presa durante le manifestazioni popolari in Piazza Tahrir, dove iniziò a incitare i giovani alla violenza.
Il Governo Netanyahu, che dovrebbe presto munirsi di inginocchiatoi, vista la quantità di tempo ultimamente passata dal suo premier chino in atteggiamento supplice, ha pattuito la liberazione, tra gli altri prigionieri, anche di tre ragazzini, che finora, nonostante ripetuti tentativi del Cairo, anche sotto il precedente regime di Mubarak, sono rimasti in prigione, essendo i loro carcerieri sionisti sordi a ogni appello all'umanità e alla ragionevolezza. Quando Israele non vuole intendere ragione, se ne evince, non c'é di meglio che prendere in ostaggio qualche militare o agente segreto per ridurlo, eventualmente, a più miti consigli!
I genitori dell'Ebreo americano Ilan Grapel.
Ilan Grapel, ex-paracadutista che prese parte anche alla banditesca invasione del libano dell'estate 2006 (fermata e respinta dalla determinazione dei combattenti di Hezbollah e delle altre fazioni della Resistenza libanese e palestinese), é un Ebreo americano che, all'atto di prendere la 'cittadinanza' sionista si é guardato bene dal rinunciare a quella a stelle e strisce, mantenendo così fede alla tradizione di doppie lealtà e doppie affiliazioni che costituisce la base del potere ricattatorio delle lobby a sei punte, sparse ai quattro angoli del mondo ma mirate e coordinate per l'esclusivo beneficio del regime dell'Apartheid.
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Un altro drone-assassino di Obama precipita in terra d'Africa, la Somalia sempre più "tabù" per i robot del Pentagono!

Nome da fantascienza per i robot-assassini del Pentagono, che cercano di richiamare alla mente l'alieno dell'omonimo film di J. McTiernan
 Il Colonnello Aden Dheere, delle forze armate somale, ha riferito che un ennesimo 'Predator' a stelle e strisce (siamo ormai oltre la dozzina), si é schiantato a terra alla periferia della cittadina di Dhoobley, situata circa a venti chilometri dal confine keniota e a 500 Km dalla capitale Mogadiscio. L'impatto, risultato nella totale distruzione dell'apparecchio, probabilmente fatto saltare in aria dai suoi 'controllori' una volta che é sparito dal radar, si sarebbe verificato nelle prime ore di mercoledì 26 ottobre.

Circa 15 soldati somali sarebbero rimasti coinvolti nell'esplosione, riportando ferite che vanno dal lieve al critico (in quattro casi); tutti i feriti sono stati portati in territorio keniota e sarebbero ora curati nell'ospedale più vicino. Il Kenya é diventato il Pakistan del Corno d'Africa, fornendo appoggio logistico e retroterra alle missioni imperialistiche di Washington, tra cui anche gli aereoporti dove vengono stoccati e fatti decollare i robot assassini volanti.

Il giorno precedente, martedì, 30 persone sono state massacrate e oltre 100 ferite dagli attacchi portati ad Afmadow questi bombardieri radiocomandati, di dubbia utilità nella lotta contro le milizie Al-Shabab, ma imbattibili quando si tratta di colpire scuole, ambulatori, mercati, carovane di profughi e altri obiettivi civili.
Anche questo Predator precipitato sembra essere rimasto vittima dell'epidemia di malware che recentemente ha contagiato i cervelli elettronici degli UAV americani, su cui abbiamo recentemente riferito.
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Vittoria della campagna di boicottaggio anti-apartheid! L'Arabia Saudita cancella il contratto con la Alstom per l'Alta Velocita!


La linea ferroviaria ad alta velocità La Mecca-Medina. che in futuro collegherà i due maggiori luoghi santi della fede musulmana non avrà nemmeno un bullone della francese Alstom, compagnia impegnata in diversi progetti su terra palestinese occupata e rubata dal regime sionista, lo ha deciso in queste ore la board di direzione della società ferroviaria di Riyadh, in risposta a mesi di sollecitazioni e pressioni da parte della campagna internazionale di Boicottaggio anti-Apartheid.

Questo grande successo del movimento BDS dimostra come chiunque si metta in affari col regime ebraico lo faccia a proprio rischio e pericolo e, nel caso avesse precedenti o parallele interessenze in progetti o contratti con paesi arabi e musulmani é molto probabile che li veda andare in fumo, con perdite finanziarie decisamente superiori ai guadagni realizzabili dai contratti con Tel Aviv.

L'alta velocità saudita verrà realizzata da un consorzio di aziende spagnole e locali; la campagna europea per il boicottaggio anti-sionista, denominata "Dignità" ha espresso la propria grande soddisfazione alla diffusione della notizia, sottolineando come questo successo spronerà dirigenti e attivisti a prodursi in sforzi ancora più grandi, con l'obiettivo di isolare sempre più il regime dell'Apartheid e causargli il massimo di danno economico.
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Il giorno dopo la vittoria, l'Ennahda apre il dialogo per la formazione di una 'ampia coalizione' che scriva la nuova Carta costituzionale!


I partiti di Sinistra Ettakatol e Congresso per la Repubblica hanno dichiarato di avere aperto un confronto con l'Ennahda, chiaro vincitore delle elezioni del 23 ottobre, per la formazione di 'una coalizione il più ampia possibile' che possa redigere una Carta costituzionale il più possibile condivisa, oltre che nominare un Governo ad interim cui affidare la gestione del paese durante il processo di stesura della stessa.

Vincendo in 10 distretti su 44 é stato proprio il Congresso per la Repubblica a far segnare il migior risultato dopo i musulmani di Ennahda, più modesta la performance di Ettatakatol che pure ha soprassato il PDP, totalmente snobbato dagli elettori per la sua passata storia di 'opposizione tollerata' dal regime di Ben Ali, quindi in qualche modo connivente con esso. Abdel Hamid Jelassi (sotto), manager della campagna elettorale di Ennahda ha detto che il partito di Ghannouchi non ha 'alcuna pregiudiziale politica o ideologica' a formare coalizioni.

Ennahda ha conquistato 18 distretti su 44 nel voto domestico e 9 su 18 nel voto dei tunisini all'estero, risultati più che doppi di qualunque altra forza politica tunisina, confermando così il trend acclarato che vuole, quando si tengano elezioni libere e non truccate in un paese di cultura musulmana, vedere uscire vincitore sempre e comunque forze politiche con una forte connotazione islamica; le 'sirene del laicismo' non hanno presa sull'opinione pubblica araba e mediorientale, nonostante quel che vorrebbero darci a bere i propagandisti dell'occidentalismo un tanto al chilo e i 'convertiti' alla Magdi Allam.
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L'esercito sionista in paranoia ordina: 'sparate su chi cerchi di catturare uno di noi, anche se vuol dire uccidere il prigioniero!'


Brutta, bruttissima 'ricaduta' sui nervi di politici e generali sionisti ha avuto la brillante vittoria politico-diplomatica di Hamas grazie alla quale, dopo cinque anni di vanterie e rodomontate ('Libereremo Schalit con un'ardita operazione commando', 'Non tratteremo mai con Mishaal e Hamas', e via stramaniando) il Governo Netanyahu si é dovuto metaforicamente inginocchiare e piegarsi alle condizioni poste dal Movimento di resistenza musulmano; precipitati in quello che Sami Abu Zuhri ha definito "un vero e proprio stato di panico e paranoia" gli alti papaveri del Governo dell'Aparthied e delle forze di occupazione hanno emanato in questi giorni ordini e circolari che hanno dell'incredibile.

Il Capo di Stato maggiore Benny Gantz, (sopra), secondo quanto riportato dal tabloid serale Yedioth Ahronot, infatti, avrebbe raccomandato a comandanti e ufficiali dell'Esercito di 'prendere precauzioni' contro nuove operazioni di presa di ostaggi da parte di militanti della Resistenza palestinese. Questo in sé non é troppo strano, con quasi seimila prigionieri palestinesi tuttora languenti nelle carceri dell'occupazione diversi esponenti sia di Hamas che di altre organizzazioni hanno ribadito che la cattura di 'altri Schalit' da barattare con questi é una priorita per tutti i militanti. Quel che fa specie é che nelle raccomandazioni di Gantz ci si riferisce esplicitamente ad aprire il fuoco indiscriminatamente contro rapitori e ostaggi, in omaggio alla logica del 'tanto peggio tanto meglio', un cadavere di soldato sionista, infatti, non ha lo stesso 'valore contrattuale' di un corpo vivo e vegeto.

Ecco quanto 'vale' un soldato per i generali a sei punte! In barba a tutta la retorica squallida e vergognosa vomitata in questi giorni dalle Fiamme Frankenstein di turno e da altri propagandisti hasbarici su "un ebreo che vale mille palestinesi" e altre CONSIMILI PALLE! Piuttosto che liberare altri prigionieri politici Gantz e Netanyahu sono disposti a portare nuovi Isacco sul monte e sacrificarli, senza nessun angelo salvatore che, all'ultimo, indichi loro un caprone con le corna incastrate in un cespuglio! Ordini come questi indicano con chiarezza il profondo marasma morale in cui sta affondando Israele, uno Stato che, se mai l'ha avuta, ha perso la propria bussola morale da lungo, lunghissimo tempo.
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Visita di sette giorni al Vaticano per il Patriarca di Antiochia, di ritorno dal suo viaggio pastorale in Nordamerica!


Il Patriarca maronita Beshara al-Rahi é arrivato avantieri in Vaticano per una visita di ben sette giorni, ultima tappa del suo 'tour' estero che lo ha portato, nelle settimane precedenti a visitare le più importanti comunità cristiane-libanesi del Nordamerica. Al suo arrivo alla chiesa romana di San Marone Al-Rahi ha lanciato un appello per "una profonda preghiera a favore del Libano e della pace e stabilità in Medio Oriente".

Il Patriarca di Antiochia ha quindi incontrato il Segretario vaticano per le Relazioni esterne Dominique Mamberti, quindi il Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione Fernando Filoni e ha porto, tramite una telefonata all'Ambasciata saudita, le condoglianze della sua Chiesa per la morte dell'erede al trono Principe Sultan ben Abdul Aziz.

Nella sera di martedì Al-Rahi ha ricevuto la visita dell'ambasciatore libanese nella Città Eterna Gilbert Shanghouri, accompagnato dal Ministro dello Sport Faisal Karami (sunnita candidatosi con l'Alleanza 8 marzo), impegnato in questi giorni in una Conferenza su Giovani e Sport nella capitale italiana. Dopo cena il Patriarca ha discusso con Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese orientali.
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mercoledì 26 ottobre 2011

La Turchia rescinde i suoi legami militari con l'Elbit israeliana, affida i suoi droni alla TUSAS e ne collauda un nuovo modello!


Sembra proprio che siano i droni senza pilota le "armi-icona" di questo inizio del Ventunesimo Secolo; se negli anni quaranta e cinquanta le potenze facevano a gara per equipaggiarsi di carri armati sempre più pesanti e letali, se nei 'sixties' e nei 'seventies' furono jet e missili SAM a svolgere la parte del leone nelle corse agli armamenti, se negli anni ottanta e novanta l'attenzione dei pundit militari si concentrava su sommergibili, satelliti e vettori balistici, questo inizio di futuro si é presentato all'insegna del velivolo teleguidato, che risparmia a chi lo controlla le insidie e i rischi di una missione di ricognizione o di bombardamento 'tradizionale'.

I forzieri ben pasciuti dai tre miliardi di dollarozzi che a ogni bilancio federale (americano) la Lobby Seipuntuta riversa nei forzieri sionisti, il regime di occupazione é ben presente nel mercato dei droni, per il cui sviluppo e ricerca può spendere con tutta la prodigalità consentitagli dagli emolumenti di Obama oggi, di Bush e predecessori in passato, ma, proprio ultimamente, l'Elbit, industria di Haifa all'avanguardia nel settore, ha riportato una grave serie di rovesci. La causa, ovviamente, é la voragine politico-diplomatica apertasi con Ankara per la questione della 'Mavi Marmara'; la cancellazione dei ricchi contratti siglati col Governo turco ha portato a settembre la Elbit al tracollo finanziario, suggellando un periodo di perdite e deprezzamento dei titoli in cui anche le voci di 'vacche magre' nei prossimi bilanci di Difesa hanno una parte non secondaria.

A versare ulteriore sale sulle ferite é arrivata quattro giorni fa la notizia che tutti i droni modello 'Airone' già venduti da Israele alla Turchia verranno presi in consegna dalla rivale Tusas Aerospace, dimostratasi perfettamente in grado di gestire il sistema in perfetta autonomia, confermando le impressioni sulla grande crescita tecnologica e qualitativa dell'industria aerospaziale e della Difesa Made in Turkey. Adesso, arriva l'annuncio che, studiando come riparare e mantenere in efficienza gli 'Airone' israeliani ingegneri e tecnici turchi devono averne imparato abbastanza da lanciare il loro programma autonomo "Anka", il cui prototipo é stato dimostrato e collaudato con successo di fronte a esponenti politici e militari.

Secondo il Sottosegretario alla Difesa Murad Bayar l'Anka é in grado di salire fino a 3000 metri di quota in meno di nove minuti e presto verrà dotato di sistemi che ne consentiranno il decollo e l'atterraggio da superfici d'emergenza e la navigazione sicura anche nelle condizioni di crociera più proibitive, sia dal punto di vista climatico che da quello metereologico.

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Il Fronte d'Azione Islamico 'castiga' il reuccio ascemita: "Riforme? Troppo poco e troppo tardi, il popolo giordano pretende di più!"


Dopo la sostituzione dell'odiato Bakhit Marouf con l'ex-giudice internazionale Khasawneh sulla poltrona di Premier il Re di Giordania Abdallah II ha cercato di soddisfare le pressanti domande popolari di cambiamenti significativi nell'organizzazione e nella gestione della cosa pubblica con un nuovo, regale, "giro di valzer" sulle poltrone del potere: fuori il vecchio Maggiordomo di Palazzo, Khaled Karaki (sopra) politico consumato ed accademico di fama e dentro Riyadh Abu Karaki (qui a fianco), ex-generale, cui il sovrano ascemita ha raccomandato di: "Andare incontro alle richieste popolari".

Non sarà certo per via dell'omonimia, ma a molti giordani questo balletto di poltrone non é sembrato precisamente un segnale positivo, visto che una delle richieste centrali del fronte d'opposizione é la riforma proprio del sistema di assegnazione delle cariche politiche, che finora la Casa di Hashem ha sempre saldamente tenuto in mano; in particolare Ali Abu Sukkar (sopra, a destra), capo del Fronte d'Azione Islamico (estensione della Fratellanza musulmana in Giordania) ha detto che: "Né la composizione del Governo presieduto da Khasawneh, né questa sostituzione tardiva ed esteriore soddisfano l'anelito di cambiamento che anima il popolo giordano".

Intanto, avantieri, il Re ha dato il benestare all'insediamento dei trenta ministri guidati dal nuovo Capo del Governo, una serie di grigi e anonimi burocrati addentellati da decenni con gli ambienti della corte che, a parole, si dicono convinti sostenitori della "necessità di un nuovo corso politico", ma che in realtà faranno di tutto per cercare di sedare e addormentare il movimento popolare per la riforma, nel tentativo di impedire che anche ad Amman inizi a spirare l'austro rinnovatore della Primavera Araba.
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Tregua in Yemen tra Esercito e militari ribelli, ma l'opposizione avverte: "Le manifestazioni continueranno!"

Si tira un sospiro di sollievo in Yemen alla notizia che, dopo il massacro di numerosi civili nella città di Taizz, conseguenza dell'uso di armi al fosforo bianco da parte delle truppe rimaste fedeli al dittatore Saleh una tregua ufficiale sarebbe stata siglata tra i lealisti dell'Esercito e quei militari che, seguendo l'esempio della Prima Divisione Corazzata e del suo comandante, Generale Ali Mohsen al-Amar (foto sotto), si erano dichiarati in primavera a favore del fronte delle opposizioni, che continua a riscuotere il consenso della quasi totalità della popolazione, dichiarando la necessità di un rapido passaggio di poteri a favore di un Governo ad interim che spiani la strada a elezioni democratiche.

Sembra che l'accordo, mediato dal Vice di Saleh, Abd Rabbo Mansour Hadi, abbia trovato concordi anche i guerriglieri tribali dello Sceicco Sadeq, contro cui negli anni passati Saleh aveva scatenato sanguinosissime repressioni senza che l'Occidente ipocrita abbia sollevato una sola protesta, essendo i massacri stati compiuti sotto la comoda egida della presunta "Lotta ad Al-Qaeda" (con cui le tribù sciite dell'interno non hanno mai avuto niente a che spartire).

Intanto, nel tentativo di tenersi buoni i suoi sponsor prossimi e remoti Saleh ha "promesso" all'ambasciatore Usa, l'Ebreo sionista Gerald Feierstein, noto 'kingpin' della 'Lobby a Sei Punte' Washingtoniana, che lascerà il potere quanto prima, aggiungendo poi la gabola che lo farà "solo quando il paese potrà essere affidato a una guida sicura", cioé quando tutto sarà apparecchiato, gattopardescamente, per "cambiar tutto affinché non cambi nulla!"
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Nasrallah: gli Stati Uniti sono spaventati e messi in crisi dagli sviluppi della Primavera Araba!


Il Segretario Generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, in un discorso rilasciato ieri, ha affermato che le rivoluzioni popolari nel mondo arabo sono movimenti spontanei e genuini, non imposture orchestrate dall'estero come le 'rivoluzioni colorate' organizzate dalla CIA negli ultimi anni e di cui una provò anche a deviare il corso della politica libanese in occasione dell'assassinio di Rafik Hariri. "Quelli a cui stiamo assistendo oggi sono movimenti nazionali che vedono i popoli protagonisti, non parti di un piano escogitato a Washington o altrove".

Nasrallah ha messo in guardia dal lasciarsi affascinare dalla narrativa maldestramente messa in scena dalla Casa Bianca e ripetuta dai media ad essa allineati, secondo la quale gli Usa sarebbero 'felici' degli sviluppi in Nordafrica e Medio Oriente e li sosterrebbero: tutti i dittatori cacciati finora erano pupazzi dell'America (Mubarak, Ben Ali) oppure si erano a essa allineati nel recente passato (Gheddafi), in Yemen gli Usa sostengono in ogni modo il tiranno abbarbicato al suo trono. Il resto del discorso ha visto il leader del movimento sciita spaziare su una vasta gamma di argomenti; dalle elezioni in Tunisia alla fine della rivolta armata in Libia, dal ritiro delle ultime truppe americane in Irak fino alla situazione attuale in Siria.

Nasrallah ha dichiarato che secondo le sue fonti ormai il Governo del Presidente Assad ha sventato le più grandi minacce contro il popolo e la nazione siriana, nonostante sette mesi di terrorismo e attacchi da parte di provocatori e infiltrati stranieri l'unità fra gente comune e istituzioni si é dimostrata più forte dei complotti e delle stragi. Il ritiro definitivo dall'Irak da parte degli occupanti americani, poi, é stato paragonato da Nasrallah a "una storica sconfitta per l'imperialismo, significativa almeno quanto quella patita in Vietnam o quella israeliana del ritiro dal Sud del Libano".

Concludendo, con un unico ma importante riferimento alle questioni interne del Paese dei Cedri, il leader di Hezbollah ha raccomandato che, in caso di mancanza di accordo a livello ministeriale, la questione dei finanziamenti libanesi alla 'corte-canguro' del cosiddetto Tribunale Speciale per il Libano dovrebbe venire sottoposta al Parlamento e messa ai voti.
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