sabato 3 dicembre 2011

Hezbollah ed Esercito libanese infliggono una nuova sconfitta allo spionaggio sionista a Est di Tiro!


Un nuovo brillante successo della collaborazione tra le forze della Resistenza sciita, incarnate dal 'Partito di Dio' Hezbollah e l'Esercito nazionale libanese, che nelle regioni del Sud hanno unito le loro forze per tranciare l'ennesima maglia della rete di spionaggio con cui il regime sionista cerca di "pescare" informazioni utili a una nuova offensiva militare contro il Paese dei Cedri.

Tanto rapida e decisiva é stata l'azione dei tecnici di Hezbollah e degli specialisti delle forze armate che ai controllori degli apparati di spionaggio sionisti (centraline di ascolto audio/video controllate a distanza, collocate durante l'occupazione del Libano del Sud o installate durante la Guerra d'Estate che vide gli invasori tornare brevemente nei territori da cui la Resistenza li cacciò dopo una lotta quasi ventennale) non é rimasta altra opzione se non farle saltare in aria con un comando a distanza, il cui segnale probabilmente ha fatto "ponte" su un drone senza pilota inserito a posta nello spazio aereo libanese (ennesima violazione sionista della Risoluzione ONU 1701).

Le due centraline di ascolto sono saltate in aria in zone vicine ai villaggi di Srifa e Deir Kifa, come riportato da un comunicato di Hezbollah rilasciato nella serata di venerdì. I due villaggi in questione si trovano a Est di Tiro, città dove gli invasiori sionisti avevano collocato il loro comando durante l'invasione di ventinove anni fa e che fu teatro del sacrificio del Martire Ahmad Kassir che vi entrò alla guida di un'auto piena di esplosivo l'11 novembre del 1982.

L'evento porta alla mente il recente ingiustificato cannoneggiamento scatenato dall'esercito del regime ebraico contro il Libano meridionale: e se quelle cannonate fossero servite a coprire "altre" esplosioni? Lanciare obici d'artiglieria per far concentrare l'attenzione libanese sviandola magari da qualche altro scoppio meno fragoroso sarebbe un genere di astuzia da aspettarsi da un nemico infido e senza scrupoli come lo spionaggio sionista.
La nostra notizia dedicata alla scoperta degli impianti di spionaggio a marzo 2011.
La cooperazione tra Hezbollah e le truppe dell'Esercito nazionale aveva già consentito la scoperta e la distruzione di altre postazioni di spionaggio sioniste nello scorso mese di marzo.
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La Fratellanza Musulmana giordana porta in piazza migliaia di persone per stigmatizzare l'apatia del 'nuovo' governo Khasawneh!


Manifestanti giordani hanno bloccato il centro della capitale ascemita, Amman, protestando contro l'abulia che, dopo alcune dichiarazioni tanto clamorose quanto superficiali, sembra avere avvolto e paralizzato l'azione del nuovo gabinetto di Governo presieduto da Awn Khasawneh, che da alcune settimane ha preso il posto di Marouf Bakhit, costretto alle dimissioni dopo mesi di dimostrazioni e scontri.

"La nostra domanda di riforme continua e si intensifica perché non abbiamo visto ancora niente che soddisfi le nostre richieste, vogliamo modifiche alla Costituzione, la fonte del potere e della legittimità in questo paese deve essere l'opinione pubblica, non il favore del Sovrano", ha dichiaro Jamal Abu Bakr, portavoce della potente branca giordana della Fratellanza Musulmana.

Oltre ad Amman il Fronte d'Azione della Fratellanza ha organizzato marce e dimostrazioni anche a Karak, Tafileh e Ma'an. Ancora oggi, pure dopo le parziali (e insoddisfacenti, a sentire i manifestanti) riforme approvate da Re Abdallah II in Giordania il Premier viene 'nominato' dal monarca anziché venire eletto direttamente dal popolo.
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Ancora un venerdì di lotta in Barhein, il popolo sfida il Re, i suoi sostenitori sauditi e i suoi mercenari pachistani!


Nell'isola di Barhein i manifestanti hanno di nuovo riempito le strade, tanto nella capitale Manama quanto i cittadine e centri minori e persino di numerosissimi villaggi, per chiedere ormai esplicitamente la cacciata del sovrano Al-Khalifa e della sua corrotta casa regnante, come riportato dal canale iraniano di lingua inglese PressTV.

Subito dopo la conclusione delle preghiere del venerdì cortei spontanei di manifestanti 'armati' solo di slogan, bandiere e striscioni hanno iniziato a marciare denunciando le stragi dei giorni e dei mesi scorsi, durante le quali militari Sauditi e degli UAE, oltre che mercenari reclutati in Pachistan hanno incrudelito contro la popolazione civile che, inizialmente, chiedeva solo riforme democratiche e una maggiore rappresentatività popolare degli organi di Governo del regno.

Ormai il livello scontro si é alzato e nessuna riforma sembra più in grado di soddisfare le richieste della popolazione, che chiede esplicitamente l'abolizione della monarchia e la sua sostituzione con un governo democratico dove la stragrande maggioranza della popolazione (sciita) veda finalmente affermati i suoi Diritti. L'ascesa al trono dei sunniti Al-Khalifa venne imposta dai colonialisti inglesi, che in questo modo si garantirono la totale dipendenza dei Re locali dalla presenza e dal sostegno della flotta di Sua Maestà britannica, quando questa decise di passare dal carbone alla nafta come fonte di propulsione e le basi navali nel Golfo Persico divennero perciò strategiche.
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Migliaia di partecipanti a sit-in invitano Fatah: "Ci dia una prova della volontà di riconciliazione liberando i detenuti politici!"


Un grande numero di cittadini cisgiordani ha partecipato all'usuale sit-in settimanale per chiedere la liberazione di tutti i detenuti politici rinchiusi nelle galere di Fatah, per la maggior parte militanti o simpatizzanti di Hamas, della Jihad Islamica e di altre organizzazioni palestinesi contrarie alla politica di sottomissione al regime sionista portata avanti finora dai cacicchi di Abbas.

Questa volta i dimostranti si sono fatti forza degli impegni per la riconciliazione nuovamente sottoscritti dall'ex-Presidente dell'Anp al Cairo, invitandolo a dare loro forza con dimostrazioni concrete come lo 'stop' alle persecuzioni politiche nella West Bank che, nonostante tutte le pretese di accordo, sono continuate senza variazioni apprezzabili da aprile fino ad ora. "Sì alla riconciliazione, no a ogni procrastinazione", é stato lo slogan maggiormente ripetuto durante il picchettaggio.

I partecipanti innalzavano foto e poster di dozzine e dozzine di prigionieri politici in mano a Fatah, insieme a cartelli che stigmatizzavano la politica di persecuzione e criticavano la condotta delle 'autorità' dell'Autorità nazionale palestinese in merito. La richiesta di rilascio incondizionato di tutti i prigionieri, rispetto dei diritti democratici e delle libertà personali veniva echeggiata anche nel volantino distribuito a cronisti e giornalisti, dove gli organizzatori del rally chiamavano Fatah e le sue 'forze di sicurezza' a praticare finalmente quel che finora hanno solamente predicato in occasione di vertici e meeting.
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"Good bye, Bagdad!" le truppe di invasione americane restituiscono al Governo irakeno la loro base principale!


Le forze americane di occupazione dell'Irak hanno restituito poche ore fa il controllo totale di quello che negli ultimi anni era stato il più grande complesso fortificato Usa in terra mesopotamica al Governo locale, segnando un vero e proprio 'punto di non ritorno' nello smantellamento della loro presenza militare nel paese.

Il cosiddetto 'Victory Base Complex' o VBC secondo la pratica angolamericana di appioppare acronimi a ogni cosa, dai Comandi supremi ai servizi igienici (W.C. appunto) sorge proprio a fianco all'aeroporto internazionale di Bagdad (quello già da tempo tornato in mano irakena) ed era suddiviso in dodici sottosettori, che comprendevano, tra l'altro, il Comando nazionale delle forze di occupazione, il principale snodo logistico dell'esercito invasore e una base aerea totalmente autonoma e indipendente.
Come il Mangiafuoco collodiano gli Usa fanno danzare i loro burattini fino a che risultano utili, poi ne fanno legna per il camino!
Circondato completamente da un anello di barriere di cemento anti-esplosione lunghe oltre 42 chilometri, festonate da volute di cavalli di frisia a scoraggiare eventuali attacchi della Resistenza, é stato anche il luogo di detenzione di Saddam Hussein, già alleato degli Usa e loro pedina nella guerra contro l'Iran, in attesa della sua esecuzione dopo la 'condanna' emessa da una corte-canguro nominata dagli Usa, priva di ogni validità giuridica.

Una volta affollato da circa 170mila persone (tra truppe combattenti, sussistenza, salmerie e tecnici) il complesso ne ospita circa diecimila, anche loro in procinto di prendere armi e bagagli e tornare a casa. Dietro di sé gli invasori a stelle e strisce non si lasciano quel fedele e obbediente vassallo (magari con la bandiera criptosionista bianca, gialla e azzurra!) in cui gli allucinati 'neocon' dell'Amministrazione Bush pensavano di trasformare l'Irak. Piuttosto un paese in lenta fase di ripresa da otto anni di stragi e di guerra civile settaria, un paese dove il sentimento antiamericano e anti-imperialista é quasi più forte ora che ai tempi di Saddam e dove gli sciiti, costituenti la maggior parte della popolazione, sono finalmente al timone dello Stato e delle sue istituzioni.

Solo vaste distese di croci bianche rimarranno a testimoniare delle migliaia di militari morti in Mesopotamia inseguendo la chimera del 'Nuovo secolo americano', oltre a tutti quelli suicidatisi una volta smobilitati e lasciati senza sostegno e senza cure per i traumi provocati dalle atrocità viste e commesse.
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venerdì 2 dicembre 2011

Portaerei russa in rotta verso la Siria per proteggere Damasco da possibili 'colpi di mano' imperialisti!


Il canale televisivo di Stato "Russia Today" ha annunciato che lo Stato Maggiore della Marina russa ha dato ordine di inviare la portaerei 'Ammiraglio Kuznetsov' e alcune navi-scorta nel Mediterraneo Orientale, dove faranno scalo nel porto libanese di Beirut e in quello Siriano di Tartous. La mossa, che segue da presso la dislocazione di una prima flottiglia nel porto di Latakia, ha evidentemente lo scopo di porre un forte deterrente navale russo contro qualunque ipotesi di mosse aggressive della NATO o di altri paesi del blocco imperialista (Israele, per esempio) contro la Repubblica siriana, ultimamente vittima di numerosi tentativi di destabilizzazione terroristica.

Tartous é uno scalo abituale per la flotta di Mosca, fin dagli anni '60 del Ventesimo Secolo, e, attualmente, ben seicento tecnici russi vi stanno supervisionando lavori di allestimento di una base russa permanente. Interrogati in merito gli ammiragli della VMF hanno negato collegamenti immediati con la situazione interna in Siria, ma dopo le ripetute dichiarazioni del Cremlino contro progetti di 'regime change' a Damasco, l'evidenza é semplicemente innegabile. Mosca sostiene Bashir Assad con la stessa forza con cui il popolo siriano (tranne poche frange estremiste finanziate dai wahabiti di Casa Saoud) si é stretto attorno a lui per fare quadrato contro aggressioni e infiltrazioni straniere.

Lunga 300 metri e pesante quasi sessantamila tonnellate la 'Ammiraglio Kuznetsov' é la nave ammiraglia della flotta russa ed é armata, tra l'altro, di dodici lanciatori missilistici P-700 'Granit', diciotto cellule ottuple di missili antiaerei 'Khinzal' e porta una cinquantina di velivoli tra caccia Sukhoi-33 ed elicotteri Kamov-27. La portaerei arriverà a destinazione via Genova e Cipro.

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Si mobilitano i manifestanti americani contro la fabbrica dei gas tossici venduti a Tantawi!


Riceviamo notizie insieme preoccupanti e confortanti dall'emittente iraniana in lingua inglese PressTV; sul versante delle preoccupazioni dobbiamo registrare l'arrivo sulle banchine egiziane di "un bastimento carico di" gas tossici e agenti incapacitanti 'Made in Usa', spediti come 'regalo di natale' un po' in anticipo al Maresciallo Tantawi dal Nobel per la pace Barack Hussein Obama. Evidentemente l'inquilino nero della Casa Bianca spera che, avvelenati a dovere dalle misture della Combined Systems i cittadini egiziani forse smettano di riempire le piazze del Cairo e delle altre città del paese chiedendo una più rapida transizione dall'interim del Consiglio supremo delle Forze armate a un governo civile veramente democratico.

Dei vari tipi di armi chimiche vendute dagli Usa all'Egitto abbiamo già parlato, basterà ricordare, oltre che indicando il link relativo, che le più aggressive e nocive tra esse se usate sul campo di battaglia contro eserciti nemici costituirebbero, alla luce delle convenzioni in merito "crimine di guerra", ma, quando vengono sparate contro manifestanti civili, per mancanza di giurisprudenza in merito, non fanno scattare alcun reato. Il carico arrivato in questi giorni é di sette tonnellate e mezzo, ma sembra che tra pochi giorni una seconda spedizione doppia della prima debba sbarcare a Suez. Ventun tonnellate di armi chimiche in poco più di una settimana, bestiale!

Contro gli affari poco puliti di Washington, però, si stanno già mobilitando gli attivisti del movimento 'Occupy' che hanno annunciato per questi giorni manifestazioni e picchetti di fronte ai cancelli della CS, la fabbrica della Pennsylvania dove vengono "cucinate" le micidiali misture che 'Unca' Obama sparge in giro per il mondo come caramelle. A Nuova York, già nelle settimane scorse, si erano avuti presidi e sit-in di fronte al consolato egiziano, per dichiarare la totale solidarietà del movimento di protesta americano con i cittadini del Cairo e il popolo di Piazza Tahrir.
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Angela Merkel mette in mano al regime ebraico nuove armi di distruzione di massa!


Con leggerezza incosciente che sfiora il ridicolo la pingue salumaia Merkel, anziché dedicarsi al gravoso compito di far quadrare i conti della scalcinata bottega europea preferisce mettere armi micidiali in mano al regime canaglia ebraico, unico stato mediorientale a rifiutarsi di firmare il Trattato di Nonproliferazione nucleare, detentore di un arsenale illegale di almeno duecento (e probabilmente molte di più) bombe atomiche, svelato grazie alla coraggiosa denuncia di Mordechai Vanunu, fabbricate nell'infernale fucina nucleare di Dimona.
Angela Merkel riceve il "contentino" per i suoi sforzi filosionisti
Angela Merkel ha infatti incluso nel bilancio dell'anno prossimo uno stanziamento di oltre cento milioni di Euro per consegnare al regime dell'Apartheid un nuovo sommergibile 'Dolphin', che porterebbe la flotta sottomarina sionista a quattro unità. La cosa raccapricciante é che questa spesa graverà tutta sulle tasche dei contribuenti tedeschi, tenuti letteralmente in ostaggio dalla politica filosionista della cancelliera, la quale sicuramente riceverà tanti 'punti pasticcino' dalla lobby filoisraeliana per questo ulteriore esproprio.

La notizia, riportata dalla Associated Press ci ricorda di quanto sia essenziale impedire a tutti i costi che le posizioni di Governo e responsabilità dei paesi europei siano occupate da politici al soldo di Israele e della sua lobby. Il costo di simili 'leggerezze' é devastante, sia dal punto di vista economico, sia da quello della stabilità e della pace in una zona delicata come quella mediorientale. A più riprese, é il caso di ricordarlo, il regime ebraico ha minacciato di utilizzare il proprio arsenale nucleare anche contro l'Europa.
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Saleh firma, ma i suoi sgherri continuano ad ammazzare! Almeno otto i morti a Taizz


Nonostante l'apparente adesione del dittatore yemenita Ali Abdullah Saleh al piano di transizione elaborato dai regnanti delle monarchie petrolifere del Golfo Persico non si arresta affatto nel paese la "mano pesante" dei suoi scherani nell'affrontare la protesta popolare, per nulla sedata dalla promessa di dimissioni anche perché a esse si accompagnerebbe una del tutto inaccettabile 'immunità retroattiva' contro inchieste e processi, che le opposizioni e i cittadini non hanno alcuna intenzione di accettare supinamente.

Nelle dimostrazioni che si sono tenute negli ultimi due giorni nella città meridionale di Taizz almeno otto persone sarebbero state uccise e una ventina ferite quando truppe ancora leali al Presidente dimissionario hanno cercato di cacciare rappresentanti delle opposizioni e miliziani delle tribù dell'interno dal centro della città, ormai diventato una specie di roccaforte, con un vero e proprio assalto in grande stile che ha però totalmente fallito i suoi obiettivi.

Intanto, per effetto della firma dell'accordo di transizione, il Vicepresidente Abd Rabbo Mansour Hadi (foto) ha nominato il rappresentante della coalizione di opposizione Mohammed Basindwa Primo Ministo a interim, promettendo inoltre che nuove elezioni presidenziali verranno tenute il ventun febbraio 2012. Si aspetta la formazione di un Governo in grado di prendere in mano le redini del paese entro le prossime due settimane.
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Benji Ben Eliezer dichiara: "Israele non é mai stato più in pericolo di adesso!"


"Una situazione di sicurezza, interna ed esterna, assolutamente catastrofica" quella che emerge dalle ultime dichiarazioni di Benji Ben Eliezer, ex-Ministro del regime sionista in numerosi esecutivi a guida o partecipazione laburista (del fittizio 'laburismo' sionista, quello che cantava l'Internazionale mentre progettava l'invasione della Palestina e l'Olocausto dei suoi abitanti nella 'Nakba'), attualmente membro delle Commissioni Esteri e Difesa, che nella giornata di ieri ha reiterato le sue preoccupazioni non solo, come il collega Mofaz, riguardo agli sviluppi in Egitto e in altri paesi limitrofi, ma spingendo lo sguardo anche al ritiro Usa dall'Irak e al conseguente rovesciamento degli equilibri di forza nella regione.

Dopo numerosi e ripetuti rifiuti da parte di Bagdad di estendere qualsivoglia 'immunità penale' contro eventuali soldati usa che fossero rimasti in Mesopotamia dopo il 31 dicembre 2011 la Casa Bianca ha imposto al Pentagono di completare il ritiro seguendo scrupolosamente gli accordi bilaterali del 2008, come del resto avevano da sempre preteso gli interlocutori irakeni; la decisione, secondo quanto riferito da Eliezer al sito Ynetnews: "Creerà uno stato di cose ancora più pesante per i nostri interessi nel prossimo futuro".

E' noto infatti che l'aggressione unilaterale angloamericana contro l'Irak di Saddam Hussein (o meglio ciò che ne rimaneva dopo vent'anni di brutale e insensato assedio economico) fu istigata dalla lobby filosionista neoconservatrice di Richard Perle, Wolfowitz e Doug Feith e condotta esclusivamente per conto degli interessi israeliani e della Lobby a Sei Punte, come "punizione" contro il leader irakeno che nel 1991 aveva "osato" lanciare i suoi SCUD modificati contro il regime di occupazione sionista.

Eliezer vorrebbe vedere aumentati gli stanziamenti del budget militare sionista e si lamenta a gran voce che, stante la disastrosa situazione economica che ha già provocato vaste manifestazioni e ampi scontri sociali anche nelle scorse settimane questo non sia possibile. Forse Tel Aviv si accinge a bussare nuovamente a denari a Washington e a Berlino? E con quale faccia dovrebbero Obama e la pingue Dama Merkel giustificare nuovi esborsi a favore del regime ebraico alle loro opinioni pubbliche e ai loro elettorati, già in gravi ambasce per via della crisi economica globale?
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giovedì 1 dicembre 2011

Nuovo Primo Ministro nominato in Kuwait, ma più che un tentativo di riforma sembra l'ennesimo "giro di giostra"!


L'Emiro del Kuwait Sceicco Sabah al-Ahmad al-Jaber al-Sabah ha nominato nuovo Premier l'ex-Ministro della Difesa Sceicco Jaber al-Ahmad al-Sabah (nella foto), secondo quanto riportato dall'Agenzia stampa ufficiale kuwaitiana. La nomina era stata resa necessaria dalle dimissioni dell'ex Primo Ministro Sceicco Nasser Mohammed, nipote dell'Emiro, che ha dovuto lasciare il potere per la settima volta in appena cinque anni.

Le massicce proteste popolari, qualcosa di veramente inaudito e inaspettato nel piccolo emirato petrolifero che fino a vent'anni fa non aveva nemmeno un Parlamento, sono state fondamentali per convincere il regnante a un gesto chiaro di rottura col passato (dal 2006 a oggi aveva sempre riaffidato l'incarico governativo al nipote, dopo ogni crisi), ma, il fatto di aver scelto un altro membro della Casa Reale come nuovo Primo Ministro in pectore ha deluso molti che si aspettavano qualcosa di più.

Il Neopremier infatti era anche vice dell'ex-Capo del Governo (oltre che Ministro della Difesa), ben da dieci anni, chiara dunque la volontà di continuità che ha animato la scelta del quasi settuagenario Emiro Sabah. Le proteste che sono costate a Nasser Mohammed la poltrona di Premier sono state originate da uno scandalo di corruzione che ha coinvolto oltre a lui stesso diversi Ministri del suo gabinetto e almeno sedici parlamentari.

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Cresce il panico strisciante che attanaglia il regime ebraico, Mofaz avverte: "Prepariamoci a veder cancellata la pace con l'Egitto!"


Shaul Mofaz, Segretario della Commissione per gli Affari Esteri e membro del Comitato di Difesa ha dichiarato che l'Esercito del regime sionista deve iniziare fin da ora a prepararsi alla prospettiva del "totale e definitivo" collasso del trattato imposto all'Egitto nel 1979, grazie alla capitolazione senza condizioni accettata da un Anwar Sadat che, dopo aver inflitto agli occupanti della Palestina alcuni dei colpi più duri patiti fino a quel momento sui campi di battaglia (in seguito alla vittoriosa attraversata del Canale di Suez nella Guerra del Ramadan), decise improvvisamente e inesplicabilmente di saltare sul carro filoimperialista seppellendo l'esperienza del Nasserismo e abdicando al ruolo di paese-leader del Mondo Arabo.
Sadat e Mubarak al tempo della Guerra del Ramadan, prima del loro voltafaccia filosionista.
Parlando alla radio dell'Esercito sionista Mofaza ha detto: "Dobbiamo essere preparati a repentini e radicali cambiamenti nella situazione, soprattutto al termine del processo elettorale in Egitto, abbiamo visto come il Consiglio militare di Transizione non riesca a tenere sotto controllo la situazione e gli umori della popolazione sono tutti contro di noi e contro il trattato di pace". Mofaz ha ragione visto che la popolazione egiziana non ha mai accettato un trattato imposto che ha umiliato e svilito i sacrifici di generazioni di Egiziani che si erano profondamente impegnati anche con l'estremo sacrificio nella lotta contro l'entità di occupazione sionista.

Recentemente anche Benji Ben Eliezer, ottimo amico e confidente del deposto tiranno Hosni Mubarak, che ereditò e mantenne in vita l'umiliante e iniquo trattato, ha espresso 'seri dubbi' sulle possibilità di sopravvivenza degli Accordi di Camp David, arrivando addirittura a prevedere una nuova guerra combattuta nel Sinai e a Gaza tra Egiziani e Palestinesi da una parte e sionisti dall'altra. Eliezer, preconizzando una forte affermazione del Partito di Libertà e Giustizia della Fratellanza Musulmana alle elezioni egiziane ha dichiarato che "Un accordo stabile di pace con i Palestinesi" potrebbe disinnescare il rischio di un nuovo conflitto con l'Egitto.
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A cinque mesi dalla secessione imposta da Usa e Israele il Sud-Sudan é sull'orlo della Guerra Civile!


A cinque mesi dalla secessione dal Nord del paese, uno scempio fomentato da Usa e Israele per i loro sporchi interessi imperialistici con il sostegno imbecille di utili idioti come il belloccio ollivudiano George Clooney e altri pupazzi dello star system finto-progressista il Sud Sudan é già uno stato fallito, sull'orlo della guerra civile e della disintegrazione con le varie milizie (messe su da CIA e Mossad con la solita faciloneria, distribuendo armi e quattrini a destra e a manca senza andar tanto per il sottile) sul punto di spartirsi il paese in tanti 'feudi' (ognuno con le sue enormi ricchezze minerarie e petrolifere) a cui i rappresentanti delle multinazionali delle commodities saranno fin troppo felici di mettersi in coda per trattare con ogni 'capoguerra' contropartite a base di casse di armi e munizioni, partite di narcotici e simili, sistema molto più spiccio ed economico che intavolare trattative con un Governo centrale.
Pur messi in riga e rivestiti di nuove brillanti uniformi 'us-raeliane' gli uomini di Salva Kiir non hanno abbandonato i tratti distintivi delle milizie negre dell'Africa subsahariana: crudeltà e rapina contro i civili, viltà e inefficienza sul campo di battaglia!
Soltanto dal momento della 'dichiarazione di indipendenza' (luglio scorso) ad oggi ci sono stati oltre 700 morti in scontri fra milize scissioniste e truppe del 'governo' (cioé membri dell'ex milizia privata di Salva Kiir, il pagliaccesco presidente-cowboy insediatosi a Giuba); inoltre sarebbe in atto un vero e proprio esodo di profughi dalla regione di Atar, nella Provincia meridionale dello Jonglei. I fuggiaschi sono furibondi di essere stati cacciati dalle loro case e dalle loro proprietà, che vedranno razziate e date alle fiamme e non hanno lesinato critiche a Kiir e ai suoi uomini, che si sono mostrati incapaci di opporsi ai miliziani e a mantenere l'ordine nel paese da poco indipendente.
Da ottimo 'cosplayer' Salva Kiir imita i vaccari texani anche nelle cattive maniere omettendo di togliersi il cappello al chiuso.
Ma Salva Kiir, lo sanno bene i nostri lettori, é troppo impegnato a far la bella vita con le copiose mazzette che estorce alle multinazionali del petrolio, nonché a perseguitare i cronisti che denunciano lo stile di vita stravagante e sfarzoso della sua famiglia, cosa può importargli se nel frattempo il paese si sgretola e la sua posizione negli indici di sviluppo umano africani (già di per sé non esaltanti) continua a precipitare? In Sud Sudan, tanto per fare un esempio, un bambino ogni sette muore prima di aver raggiunto l'età scolare.
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La Marina iraniana é stata completamente equipaggiata coi nuovi missili da crociera "Qader"!


Nel corso di una recente conferenza stampa il Comandante in capo delle forze navali della Repubblica Islamica, Contrammiraglio Habibollah Sayyari, ha dichiarato che le unità della flotta di Teheran sono state equipaggiate con il nuovo vettore balistico Qader, missile da crociera a corto raggio la cui produzione in serie é stata inaugurata solo pochi mesi addietro.


Il Contrammiraglio Sayyari ha confermato ai rapporti dell'Agenzia di stampa 'FARS' che il Qader già nel corso della batteria di test cui é stato sottoposto prima dell'OK per la produzione in massa si é imposto come uno dei sistemi di punta del variegato e diversificato arsenale missilistico iraniano, mostrando eccellenti qualità sia nell'impiego Superficie-superficie che in quello Superficie-aria.

Oltre che sui natanti il Qader può venire montato e impiegato anche sui velivoli ad ala rotante anche se non é chiaro se, finora, lanciatori di questo tipo siano stati adattati sugli elicotteri dei servizi militari iraniani, Sayyari ha comunque voluto rimarcare ancora una volta che anche questo nuovo sistema d'arma non é stato sviluppato dall'Iran con intenti minacciosi offensivi ma bensì "come parte integrante di una dottrina difensiva basata sulla deterrenza".


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Rachid Ghannouchi, fondatore di Ennahda, si trova adesso negli Stati Uniti in visita ufficiale!


Fonti tunisine confermerebbero la voce secondo la quale il fondatore e leader storico del Partito del Rinascimento musulmano, Rachid Ghannouchi si troverebbe in queste ore a Washington per una visita ufficiale; ulteriore testimonianza di quanto rapidamente cambi il panorama degli equilibri politici nel Nordafrica soggetto al benefico soffio della "Primavera Araba", soltanto pochi anni fa Ghannouchi era incluso in una lista di 'indesiderabili' cui era precluso l'accesso agli Usa, da cui é stato rimosso appena il suo movimento ha trionfato nelle elezioni per l'Assemblea costituente.

Secondo il commentatore politico Lutfi Hidouri: "E' certo che lo Sceicco Ghannouchi avrà incontri ai massimi livelli durante questo suo soggiorno americano". Non é chiaro tuttavia se la massima personalità che incontrerà sarà il Segretario di Stato Clinton o il Presidente Barack Hussein Obama in persona. Questa é la seconda visita americana da parte di un dirigente di Ennahda, in precedenza era toccato all'ora Neopremier Hamadi Jebali recarsi negli Usa.

L'amministrazione americana, messa di fronte al vero e proprio trionfo politico dei musulmani tunisini deve fare buon viso a cattivo gioco, dicendosi "felice" del risultato delle elezioni, anche quando era chiarissimo che la Casa Bianca aveva puntato (sbagliando disastrosamente) su una affermazione del PDP, la fasulla 'opposizione addomesticata' cui veniva concesso di esistere ufficialmente durante il regime di Ben Ali, ma che faceva comunque parte del suo sistema di potere.
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Mishaal: "E' nostro dovere verso il Popolo di Palestina portare avanti la battaglia all'occupazione sionista con ogni mezzo!"


"Repetita iuvant", cara vecchia saggezza latina che non passa mai di moda; certo, ci piacerebbe che anche in una arena complessa e poliforme come quella mediorientale le cose bastasse dirle una volta per ottenere la certezza che il messaggio voluto sia arrivato a chi di dovere in maniera forte e chiara, purtroppo tra i nostri desideri e la realtà esiste ancora un certo qual margine di differenza e, per questo motivo, ripetiamo per la terza volta in quasi altrettanti giorni una dichiarazione di un alto dirigente di Hamas, anzi, del più alto in grado in assoluto, il Segretario del Politburo Khalid Mishaal, per rassicurare tanto i nostri sostenitori quanto i nostri avversari una volta per tutte che, nella maniera più assoluta, l'incontro di venerdì scorso al Cairo con la leadership di Fatah non ha segnato l'inizio di nessun percorso di 'ammorbidimento' delle posizioni della Resistenza musulmana, né tantomeno ha segnato decisioni contrarie o temporeggiatrici nella decisa prosecuzione delle operazioni di lotta armata.

Parlando ai microfoni del sito-web "Sudaneseonline" durante la sua breve permanenza a Khartoum (dove ha incontrato il Presidente Omar Bashir) Mishaal non ha nascosto che il cammino ancora da percorrere in direzione di una effettiva riconciliazione e di una radicale ristrutturazione dell'OLP é ancora lungo e lo spettro del fallimento, di un nuovo 'impantanarsi' del processo non é stato definitivamente esorcizzato ma che tuttavia, anche basandosi sulle sue esperienze precedenti di meeting poi rivelatisi infruttuosi e di accordi sfumati, non vi sono ragioni per dichiararsi aprioristicamente pessimisti, soprattutto tenuto conto di quanto intensamente la popolazione di Gaza e soprattutto della Cisgiordania (sottoposta quotidianamente agli aribitri e agli abusi dei coloni ebrei e delle forze di occupazione militare) desideri una definitiva ricomposizione del fronte politico interno palestinese.

Meno che nulle sono le preoccupazioni riguardanti 'reazioni negative' all'accordo da parte di Tel Aviv, come Mishaal subito giustifica: "L'occupazione sionista é sempre stato il nostro Nemico Numero Uno; sono stati i sionisti a invadere, attaccare, massacrare, deportare la nostra gente e la sua terra, dai sionisti non possiamo mai aspettarci altro se non ostilità e offese, se dovessimo iniziare a pensare come agire per provocare in loro una reazione 'positiva' ci ridurremmo all'inazione. E' nostro dovere verso il nostro popolo di portare avanti la battaglia contro i sionisti con ogni mezzo necessario: sia esso di resistenza civile passiva o di lotta armata, di iniziativa diplomatica internazionale o di riconciliazione interna con le altre fazioni e gli altri partiti palestinesi".
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mercoledì 30 novembre 2011

Il regime ebraico nel panico, atterrito dalla prospettiva che la Tunisia approvi l'antisionismo come 'valore fondamentale' della sua nuova Costituzione!


Si vedono finalmente i primi, positivi frutti della chiara e netta vittoria del Partito del Rinascimento musulmano nelle elezioni tunisine del 23 ottobre scorso; veniamo a sapere attraverso fonti dell'Assemblea costituente di Tunisi che l'Ennahda abbia proposto l'inserimento dell'antisionismo come 'valore cardinale e irrinunciabile' della nuova Tunisia democratica post-Ben Ali, proponendo ai suoi alleati di coalizione (CPR ed Ettakatol) di consacrarlo come tale nella stessa Carta che risulterà dai lavori della camera ove riuniti i tre partiti progressisti godono di una schiacciante maggioranza.

Riceviamo questa notizia con il massimo favore e il massimo entusiasmo; tutte le costituzioni veramente democratiche dovrebbero essere dotate di un simile articolo giacché é fin troppo evidente come il Sionismo, postulando che esistano 'popoli eletti' che hanno il diritto di invadere con la forza e l'occupazione militare le terre da sempre appartenute ad altre genti sia di per sé totalmente incompatibile con la Democrazia. A stretto giro registriamo anche la scomposta reazione dei sionisti che, tremanti come non mai di fronte a un'agenzia proveniente per di più da un paese arabo del Nordafrica molto lontano e remoto dai confini della Palestina occupata si danno a un tremar di ginocchia e a un profondere di sudori freddi nemmeno se avessero visto le divisioni corazzate egiziane e siriane far capolino nel Sinai e sul Golan.

Il foglio sionista 'Israel Haiom' nella sua edizione di ieri lancia l'allarme riguardo la possibiltà che "dopo la Tunisia altri stati arabi seguano il suo esempio, dichiarandosi esplicitamente antisionisti nelle loro costituzioni", ovviamente il redattore di Haiom non si rende conto che, prima che nelle costituzioni i paesi arabi sono antisionisti per passione, convinzione e sentimento nelle loro popolazioni e che solo l'instaruazione di tiranni e regimi-fantoccio remoti dai sentimenti e dalle passioni popolari come quelli di Mubarak, Ben Ali, Saleh e loro consimili ha evitato finora che il profondo antisionismo di tutto il Mondo Arabo trovasse espressione e applicazione, le Costituzioni sono solo una conseguenza e a esse terranno dietro molto presto i fatti concreti che colpiranno il regime ebraico con tutta la loro ineluttabilità.

In definitiva Israele é come al solito causa del suo male, il vero responsabile delle attuali ambasce di Israel Haiom e dei suoi lettori non é altri che Teodoro Herzl nel momento in cui postulò che fosse possibile per i khazari tedeschi, polacchi, russi, ucraini, francesi, inglesi e americani invadere e colonizzare la Palestina, scacciandone o distruggendone il popolo. Forse era un progetto fattibile alla fine del 1800, quando in tutto il mondo i bianchi occidentali invadevano, razziavano, colonizzavano, sradicavano e cancellavano intere popolazioni con l'oppio, il vaiolo, le carestie artificali, la distruzione delle economie che facevano da corollario al colonialismo imperialista...ma nel Ventunesimo Secolo a Israele non resta che la scelta tra lo smettere di essere sionista, accettare le regole della Democrazia e concedere a tutti gli abitanti della Palestina "un voto per ogni uomo" o continuare come sta facendo lungo la strada delle conseguenze inevitabili e definitive, che lo porterà alla totale distruzione.
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Deputata turca tornata dalla Siria mette in guardia contro la propaganda occidentale: "Nessuna repressione, solo provocatori e gangster stranieri dietro gli scontri!"


La deputata turca Birman Ayman Guler, rappresentante del Partito Popolare Repubblicano, recentemente rientrata da una visita in Siria ha rilasciato numerose interviste e dichiarazioni per mettere in guardia l'opinione pubblica internazionale, e in particolare quella europea e occidentale, dai pericoli del prestare cieca e acritica fede alla propaganda imperialista e filosionista in merito a una presunta "repressione" in atto nel paese mediorientale.

"A sentire certi reportage interessati, come quelli della CNN, della BBC o della stessa Al-Jazeera, allineata agli interessi degli sceicchi del Golfo, sembrerebbe che in Siria sia in atto chissà che movimento di piazza ostacolato dal Governo; in realtà tutte le città maggiori come Aleppo, Damasco, Latakia, Tartous, sono perfettamente pacifiche e tranquille, soltanto a Homs e ad Hama vi sono stati incidenti ma tra le forze dell'ordine e gruppi di fanatici ed estremisti che volevano attaccare la popolazione civile. Si sospetta che questi ultimi siano stati aiutati e riforniti da provocatori stranieri".

"Tornata in Turchia coi miei colleghi e i nostri accompagnatori abbiamo immediatamente sentito il bisogno per attivarci e contrastare l'inondazione di mendace propaganda mirata a far precipitare la Siria nel caos e il suo popolo nell'insicurezza e nel terrore per il guadagno esclusivo di poche potenze arroganti che sperano di poter approfittare per imporre un 'regime change' di loro gusto in mezzo alla grande ondata di risveglio resistenziale antisionista e anti-imperialista della recente Primavera Araba".
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Il capo del Partito musulmano marocchino é il nuovo Primo Ministro del paese!


Il leader del Partito di Giustizia e Sviluppo uscito premiato dalle urne in Marocco nonostante l'affluenza molto bassa per il boicottaggio delle elezioni dichiarato dal Movimento 20 febbraio é stato nominato dal Re Mohammed VI nuovo Primo Ministro incaricato della formazione di un esecutivo, insieme ai tre partiti dell'Istiqlal, dei Socialisti e dei Comunisti, formanti in totale una maggioranza parlamentare di 224 deputati su 395.

Il Partito musulmano é il cardine della coalizione, con ben 107 deputati, senza il suo decisivo contributo l'alleanza di forze monarchiche che ha racimolato 150 deputati avrebbe avuto la strada spianata. Come previsto tra le riforme parzialmente introdotte nello stagnante panorama politico marocchino la scorsa primavera Re Mohammed é stato costretto ad affidare il mandato governativo a un rappresentante della forza politica più votata, indicando senza indugio il suo stesso segretario, Abdelilah Benkirane.

Nonostante le condizioni diversissime, quello marocchino é il secondo caso in poche settimane in cui il Governo di un paese del Nordafrica viene affidato a una formazione politica di ispirazione religiosa; diversi osservatori e analisti politici ritengono che molto presto anche la Libia e l'Egitto avranno partiti musulmani insediati al potere.
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Aggressione sionazista ai terreni agricoli di Gaza con tank e bulldozer; il regime ebraico tenta di affamare il ghetto palestinese!


Non conoscono soste o tregue i vili tentativi dell'occupazione sionista di aggravare ulteriormente la perdurante emergenza umanitaria nella Striscia di Gaza; oltre che continuando a imporre l'illegale strangolamento economico Tel Aviv si perita di spedire truppe e mezzi militari ad attaccare scientemente e volutamente proprio le risorse alimentari autonome del ghetto litoraneo, nella speranza di far scoppiare una vera e propria carestia che nemmeno i pur numerosi convogli di aiuti umanitari riescano a mitigare.

Nell'ambito di questa politica nazista stamattina almeno tre carri armati Merkaba e numerosi veicoli blindati Achzarit carichi di truppe hanno scortato quattro bulldozer corazzati oltre il confine della fascia centrale della Striscia di Gaza, poche centinaia di metri ad Est del campo profughi di Breij. Sotto la copertura di un vero e proprio diluvio di cannonate, colpi di mitragliatrici e armi automatiche i cingolati hanno devastato con precisione sadica diverse centinaia di metri quadrati di colture.

Solo per fortuna, grazie alle precauzioni affinate in dozzine e dozzine di raid precedenti, non si sono registrate vittime tra la popolazione civile, pure fatta segno del fuoco indiscriminato delle SS sioniste. La Resistenza armata palestinese ha fatto sapere che prenderà "appropriate e commisurate" misure di rappresaglia contro questa azione gratuita e proditoria.
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L'esercito sionista cannoneggia il Libano meridionale, la denuncia di Beirut e dell'UNIFIL!


Sia l'Esercito libanese che le truppe UNIFIL schierate sotto egida ONU hanno denunciato che nella giornata di ieri almeno quattro colpi di artiglieria siano stati esplosi dalle forze militari sioniste attraverso il confine; evidentemente, non più contento di violare su base quotidiana lo spazio aereo del Paese dei Cedri e di tanto in tanto di attraversare anche il confine di terra con pattuglie e ricognitori lo Stato ebraico ha deciso di incrementare e aggravare il tasso delle proprie provocazioni, visto che nessuna sanzione o provvedimento viene mai elevato contro le sue altre iniziative avventuristiche.

Secondo quanto riportato dall'emittente iraniana di lingua inglese PressTV le forze militari sioniste avrebbero cercato di giustificare il loro inqualificabile comportamento adducendo "il lancio di un razzo" a scusante; ovviamente nessuna iniziativa di questo genere risulta essere stata presa, tantopiù che, a cinque anni dalla grande vittoria di Hezbollah che respinse nell'estate 2006 la proditoria invasione del regime ebraico, le forze della Resistenza libanese non hanno alcun interesse a lanciare un singolo razzo in direzione della Palestina occupata.

Il Presidente libanese Michel Suleiman ha dichiarato che l'attacco militare israeliano é stata una palese e blatante violazione della risoluzione ONU 1701, che pose fine al conflitto di 5 anni fa e che prevedeva la completa cessazione di ogni atto ostile e il rispetto reciproco dei confini internazionali, indicazioni costantemente e pervicacemente violate da parte sionista.
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Lavrov: "Basta coi 'tamburi di guerra' imperialisti contro la Siria!"


Forte presa di posizione del Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov che, dimostrando come Mosca abbia pienamente assorbito la lezione dopo che la sua inattività (o addirittura connivenza) nel caso della crisi libica ha permesso all'avido e guerrafondaio Occidente imperialista di immischiarsi nelle faccende interne di un paese terzo cercando di portare avanti le proprie agende di sfruttamento e assoggettamento, sta spendendo tutte le proprie energie, diplomatiche ma sostenute anche dal peso economico e militare necessario a dar loro maggior forza, per evitare che qualcosa di simile possa accadere anche con la Siria, sottoposta ormai da mesi a uno stillicidio di attacchi terroristici da parte di agenti provocatori infiltrati appoggiati a pochi estremisti (perlopiù islamisti di matrice wahabita) avversi al Presidente Bashir Assad.

"L'Occidente e i paesi a esso allineati devono capire che non é tempo di perentori quanto vacui ultimatum, ma di ingaggiare un dialogo politico, il più aperto e conciliante possibile, che possa portare a quelle riforme effettivamente desiderate dal popolo siriano senza lasciare spazio di manovra a coloro che sono semplicemente interessati a spargere violenza e terrore nella speranza di guadagnare influenza o potere", queste le chiare, piane parole del capo della diplomazia di Mosca, riportate dall'Agence France Presse poche ore orsono.

Lavrov non ha mancato di criticare e stigmatizzare come "avventuristiche e improduttive" iniziative come quella sponsorizzata dai paesi filo-occidentali della Lega Araba (in maggioranza monarchie assolute impegnate attivamente nella repressione sanguinosa di manifestazioni di protesta della loro popolazione) o dalle stesse potenze imperialiste occidentali presso il Consiglio dei Diritti Umani dell'ONU, nel tentativo di isolare, mettere sotto accuso o comunque screditare e colpire Damasco e il suo Governo, impegnato invece a portare avanti il processo di riforma e democratizzazione dell'apparato statale combattendo le gang di terroristi e difendendo contro le loro azioni la popolazione civile.
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martedì 29 novembre 2011

Centinaia di studenti iraniani strappano la bandiera britannica dall'ambasciata, in attesa dell'espulsione della missione!


In seguito all'approvazione da parte del Parlamento iraniano della misura di espulsione contro l'ambasciatore di Londra a Teheran e la riduzione di tutti i rapporti diplomatici tra il Regno Unito e la Repubblica Islamica a livello di semplice segretariato diplomatico una enorme folla di studenti si é radunata di fronte alla missione inglese, scandendo slogan contro l'imperialismo occidentale e contro l'inammissibile ingerenza inglese negli affari interni iraniani, esercitata per conto degli Stati Uniti e di Israele e arrivando poi a staccare e stracciare il vessillo britannico dalla facciata dell'edificio.

Per essere ormai una nazione europea di secondo piano, piagata da gravissimi problemi economici e sociali come confermato dai disordini e dai saccheggi che hanno attraversato tutte le maggiori città inglesi alla fine dell'estate scorsa la Gran Bretagna mantiene un attivismo totalmente fuori luogo nel cercare di mettersi al servizio di Usa e stato sionista in senso anti-iraniano, la richiesta di sospendere i rapporti diplomatici ed espellere l'ambasciatore è infatti in discussione non per la recente (vergognosa) partecipazione di Londra alla cagnara anti-iraniana riguardante il legittimo e trasparente programma nucleare di Teheran, ma fin dal 2009, quando Londra si impegnò in prima linea nel cercare di fomentare sedizione e scontri in Iran a seguito del tentativo di contestazione dei risultati elettorali presidenziali che videro la riconferma a larga maggioranza di Mahmoud Ahmadinejad.

La richiesta, approvata all'unanimità anche dal Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione, é finalmente operativa, presto Dominic Chilcott dovrà far le valige e tornarsene in Inghilterra a riferire a Cameron e Clegg come i tentativi di delegittimare e destabilizzare la Repubblica Islamica non passino né inosservati, né tantomeno impuniti.
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Il Nobel per la Pace yemenita tenta di deferire il tiranno Saleh alla Corte penale internazionale!


"Missione impossibile" della nobile e coraggiosa avvocatessa yemenita Tawakkul Karman, insignita dalla Reale accademia di Svezia del Premio Nobel per la Pace appena pochi mesi fa, all'Aia, in Olanda, dove, durante un incontro di una quarantina di minuti con Luis Moreno Ocampo ha tentato di convincere la Corte penale internazionale della necessità di incriminare Ali Abdullah Saleh, dittatore di Sanaa in apparenza sul punto di lasciare il potere, per oltre trent'anni di crimini contro l'Umanità culminati nei sanguinosi tentativi di repressione delle proteste di cui lei stessa é stata icona e portavoce.

Missione impossibile perché un tale invito avrebbe senso solo e soltanto se la Corte penale internazionale fosse un vero e autonomo organismo di ricerca della Giustizia e difesa dei Diritti dell'Uomo, anziché una congrega di giullari e buffoni al soldo delle ubbìe e delle convenienze delle potenze occidentali, che la usano come comoda 'foglia di fico' per giustificare i loro interventisimi e le loro ingerenze di matrice puramente imperialistica.

La Corte penale internazionale, siamo certi che la Karman lo imparerà dopo questa sua infruttuosa trasferta, non serve a condannare i Mubarak, i Saleh, i Ben Ali, i Re Saoud, i Re Al-Khalifa di cui l'Occidente avido e corrotto si serve per umiliare e sfruttare i popoli del Terzo Mondo, essa serve invece a perseguitare i Milosevic, gli Omar Bashir, i Gheddafi (eventualmente) che all'avido Occidente o si oppongono oppure non permettono completamente i propri comodi, nel qual caso si trova sempre qualche accusa fasulla o dimolto gonfiata in base alla quale imbastire l'ennesima "guerra umanitaria" secondo la definizione Blairiana.

Gli unici che possono far pagare a Saleh il fio dei suoi crimini sono le sue stesse vittime, sgretolando il suo potere e portandolo nella più vicina approssimazione yemenita di Place de la Concorde.



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