sabato 28 gennaio 2012

I sionazisti israeliani festeggiano il "Giorno della Memoria" sparando una cannonata in una cucina palestinese: famiglia miracolosamente illesa!


Nella giornata di ieri, mentre tutti i giornali, le radio e le televisioni controllate dalla lobby sionista internazionale ci trituravano i suddetti con le geremiadi e le giaculatorie del "Giorno della Memoria", ricorrenza inventata a unico ed esclusivo beneficio del regime ebraico di occupazione della Palestina (scordandosi peraltro con comoda ipocrisia le posizioni di aperto disprezzo di Ben Gurion, Jabotinsky e altri sionisti nei confronti delle vittime dell'Olocausto, che secondo loro "meritavano di morire" perché non si erano trasformati in invasori e predoni delle terre altrui) i militari dell'IDF decidevano di celebrare "a modo loro" la ricorrenza puntando la canna lunga sei metri del loro obice cingolato M109A5 ("regalo" delle amministrazioni Usa, pagato coi soldi degli 'aiuti al terzo mondo') contro una casa del ghetto di Gaza, mirando accuratamente e facendo fuoco.

La granata dirompente da 155mm é piovuta in casa Hajjaj direttamente attraverso il tetto al centro esatto della cucina; il caso ha voluto che quella sera (forse avendo meno da mangiare del solito, "cortesia" dello strangolamento economico della striscia portato avanti da quasi sei anni dagli Shylock sionisti) la famiglia avesse già lasciato il locale, che é andato completamente e totalmente distrutto.

Il capofamiglia Haithem Hajjaj, ancora scioccato per l'accaduto, ringrazia la provvidenza che ha voluto che nessuno rimanesse vittima della cannonata, anche se ovviamente rimanere con un'ala di casa propria distrutta nel bel mezzo del periodo più freddo dell'anno non é certo motivo di gioia, meglio comunque che avere la moglie assassinata o i figli mutilati. Le Brigate Abu Ali Mustafa, braccio armato del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina hanno risposto con il lancio di quattro proiettili di mortaio contro installazioni militari sioniste all'aggressione barbara e ingiustificata subita dalla famiglia Hajjaj.
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