lunedì 16 gennaio 2012

Shafiq Khamis del Partito Tahrir dichiara: "L'amnistia concessa al tiranno Saleh é contro la shariah, non si può perdonare chi versa il sangue del suo popolo!"



"Lo Yemen é un paese islamico e deve quindi impegnarsi a rifiutare e combattere decisioni e decreti che vadano contro lo spirito e la lettera della shariah, la legge islamica, l'amnistia concessa ad Ali Abdullah Saleh é irricevibile e illegale perché offende la memoria delle sue vittime e insulta il loro nobile sacrificio". Queste le parole con cui Shafiq Khamis, rappresentante del Partito Yemenita della Liberazione (Tahrir) ha stigmatizzato e denunciato la prevista concessione dell'immunità al Presidente Saleh e ai suoi collaboratori nel quadro dell'accordo per il passaggio dei poteri stilato dalle monarchie petrolifere del Golfo.

ONG come Amnesty International, Human Rights Watch e da ultima anche l'ONU nella persona della Coordinatrice dell'Ufficio Affari Umanitari Navi Pillay hanno severamente criticato l'accordo, che pure é stato firmato da Saleh in Arabia Saudita solo quando ogni possibilità di una sua permanenza al potere (dopo oltre trenta anni di regime pressoché assoluto) é sfumata di fronte alla grande e stoica determinazione della popolazione che in tutte le città maggiori é scesa mese dopo mese in piazza anche di fronte ai carri armati, ai cecchini e ai pretoriani del regime.

Fra i pochi difensori dell'accordo ci sono i Sauditi, sempre ansiosi di garantire l'immunità al loro burattino, dopo averlo ospitato per mesi provvedendogli cure mediche di prim'ordine per le conseguenze dell'attacco esplosivo che lo aveva quasi ucciso a giugno (mentre tutte le sue vittime hanno dovuto agonizzare su barelle appoggiate a terra in tendoni trasformati in pronto soccorso di fortuna) e anche gli Usa, il cui ambasciatore nel paese, Feierstein, é un membro di ferro di quella lobby sionista che ha ormai totalmente dirottato la politica estera statunitense.
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