martedì 21 febbraio 2012

A cinque giorni dal processo viene fuori che anche il figlio di un Ministro Usa andrà alla sbarra in Egitto!


Continuano ad aumentare ed approfondirsi le tensioni e le fratture tra Usa ed Egitto alla vigilia del procedimento giudiziario che domenica 26 vedrá imputati numerosi cittadini Usa al servizio di ambigue ONG legate alla Cia e al Pentagono, tra cui anche il figlio dell'attuale Ministro dei Trasporti Usa Sam LaHood, evidentemente già bene introdotto da "paparino" nell'ambiente delle 'operazioni coperte' e della sovversione internazionale.

Le rozze minacce Usa di tagliare gli 'aiuti' al Cairo (da sempre usati da Sadat e Mubarak per beneficiare i sostenitori e foraggiare l'apparato repressivo e poliziesco) ha spinto il partito musulmano ortodosso 'Al-Nour' a lanciare una sottoscrizione popolare che uguagli e superi l'ammontare degli emolumenti Usa in maniera da permettere al paese di farne a meno di sua spontanea volontà.

L'iniziativa ha riscosso il plauso di tutti gli strati della società civile e di tutti gli esponenti politici del paese, che vedono l'indipendenza da ogni forma di condizionamento straniero come un obiettivo fondamentale per l'Egitto post-Mubarak e anche post-SCAF. Oltre alla sottoscrizione popolare anche altre iniziative mirano a escludere finanziamenti esteri dalle prospettive future dell'Egitto, come quella lanciata dall'Università islamica di Al-Azhar per studiare tagli, risparmi e razionalizzazioni della spesa per l'esplicito scopo di dire "No, thanks" al denaro Usa.
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1 commento:

  1. Perchè in via eccezzionale gli Egiziani non riprendono a costruire le piramidi?!
    Qualche spia occidentale, e penso che ce ne sia un discreto numero, potrebbe fornire una qualificatissima manovalanza.
    Da "Le mie prigioni" a "Le mie piramidi"

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