sabato 25 febbraio 2012

I macellai di Re Saoud aprono il fuoco a raffica su una folla di dimostranti disarmati: numerosi i feriti

Forze militari del regime di Riyadh hanno aperto il fuoco contro dimostranti antigovernativi di etnia sciita che stavano marciando, pacificamente e disarmati, lungo una strada della città orientale di Qatif, da molti mesi epicentro delle proteste che sollevano gli abitanti delle province saudite affacciate sul Golfo Persico contro il monarca assoluto che arricchisce sé stesso e la sua sardanapalesca corte di parenti e sicofanti con il petrolio estratto proprio da sotto i piedi degli sciiti che poi fa opprimere e trattare come cittadini di seconda classe.

Le proteste, originariamente incentrate su richieste moderate, come la fine delle discriminazioni economiche e sociali, il rilascio dei prigionieri politici e una maggiore equità nel reinvestimento dei proventi petroliferi, hanno gradualmente ma inesorabilmente cambiato segno e ormai chiedono apertamente la caduta della Casa di Saoud, corte di nobili fannulloni e parassiti, o, in alternativa, la secessione dei territori sciiti dal Regno di Riyadh.

Ormai ripetute a ciclo continuo le proteste si sono estese anche all'Isola di Tarut e comprendono convinte e sentite testimonianze di solidarietà ai vicini abitanti (sciiti anch'essi, a maggioranza) del Bahrein, oppressi da una dinastia sunnita (gli Al-Khalifa) sostenuta e spalleggiata, anche con truppe occupanti, proprio dai reali sauditi, che temono che il rovesciamento dei monarchi vicini possa fare suonare la campana a morto anche per loro. I rapporti della giornata di proteste di oggi parlano di tre feriti, ma la cifra non é attendibile visto che ormai é noto che sia pericoloso presentarsi a pronto soccorso e ospedali con ferite da proiettile dopo le manifestazioni, visto che gli sgherri dei Saoud entrano spesso nelle strutture sanitarie arrestando coloro che presentano segni di aver preso parte alle manifestazioni.
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