mercoledì 28 marzo 2012

Hana'a Shalabi, martire moderna, si sta dando la morte per digiuno, ma non demorde!


Una giovane di ventinove anni avrebbe il diritto di vivere una vita ricca di amore, una vita consacrata alla famiglia, all'affetto materno e filiale.

Invece, a causa della disumanità e della crudeltà del regime ebraico di occupazione della Palestina, Hana'a Shalabi sta giacendo in un letto dove per la maggior parte del tempo non riesce nemmeno a dormire per gli atroci crampi indotti dall'atrofia muscolare, le carni, il grembo, il seno scavati e rinsecchiti dal digiuno usato come arma per protestare contro la negazione dei diritti suoi e degli altri prigionieri politici palestinesi che hanno subito arresti, percosse, torture e nuova prigionia dopo che, mendacemente, Israele aveva promesso che non li avrebbe perseguitati dopo il rilascio, questo autunno, in cambio dell'Ebreo francese Gilad Schalit.

 Recentemente visitata da un gruppo di ispezione della Società per i Diritti dei Prigionieri Palestinesi accompagnato da uno dei suoi rappresentanti legali, l'avvocato Jawad Boulos, la Shalabi ha espresso risentimento e rabbia per il trattamento cui é stata sottoposta finora e che ha incluso vere e proprie angherie proseguite anche con il peggiorare delle sue condizioni di salute, attualmente la giovane é talmente indebolita da avere sviluppato piaghe su tutta la superficie interna della bocca e da soffrire costanti emorragie dal naso, che contribuiscono a prostrarla.

L'equipe di Clinici per i Diritti Umani l'ha implorata di aggiungere vitamine solubili all'acqua che ingerisce, ma la Shalabi non si é ancora risolta a farlo giacché teme che un simile gesto possa essere interpretato come un 'allentamento' della sua lotta e una diminuzione nella sua determinazione a protestare mettendo in pericolo la sua stessa vita.
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