mercoledì 7 marzo 2012

Il quotidiano sionista Haaretz titola: "La leadership militare israeliana é marcia fino al midollo!"


Non capita molto spesso di leggere sulle headline del giornale 'Haaretz' il dolciastro e ipocrita straccio dei "sionisti di sinistra" (una vera e propria contraddizione in termini, usata per ingannare le ignoranti e superficiali opinioni pubbliche di Europa e Nordamerica) dei titoli che starebbero benissimo sul nostro "Palaestina Felix", quotidiano online anti-sionista per genesi e convinzione.

Ovviamente l'elzeviro che portava un titolo tanto ruspante e netto, pubblicato senza firma quindi ritraente il punto di vista della Direzione ci ha subito incuriosito e ci siamo immediatamente immersi nelle sue righe per scoprire cosa di tanto 'marcio' Haaretz trovi nelle alte sfere dell'IDF. Ebbene, niente di più che beghe da ballatoio; praticamente sembra che sia in corso di svolgimento un'indagine di una commissione d'inchiesta ministeriale per accertare come e quanto il neandertalesco ex-Capo di Stato Maggiore di Tsahal, Gabi Ashkenazi abbia tentato di impedire con mezzi eticamente poco leciti la promozione del rivale Yoav Galant, usando a tale scopo un ambiguo ufficiale della riserva di nome Boaz Harpaz.

Mischa Lindenstrass, capo della Commissione d'indagine ha dichiarato che, lungi dall'essere conclusive le indagini finora svolte hanno tuttavia scoperchiato un verminaio malsano dalla cui analisi risulta evidente che, lungi dal rispettare la scala gerarchica, che vuole il Capo di Stato Maggiore sottoposto alla superiore autorità del Ministro della Difesa (Ehud Barak in questo caso) Ashkenazi, che disistimava il titolare del dicastero per le sue sconfitte in Libano del Sud nel 2000 e nel 2006 avrebbe costantemente cercato di danneggiarne l'immagine arrivando persino a far fabbricare da Boaz Harpaz un finto documento dal quale sarebbero risultate manovre poco corrette di Barak per fare promuovere il Generale Galant a nuovo Capo di Stato Maggiore.

Di cosa si stupisce Haaretz? Uno Stato fondato sull'immoralità della guerra, dell'aggressione, dell'occupazione, della persecuzione etnica e dell'apartheid non può che produrre figure patetiche e miserevoli come Barak e Ashkenazi, non certo modelli di virtù, esattamente come un Pero non può che dare pere.

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