sabato 24 marzo 2012

L’embargo al petrolio iraniano è fallito, una analisi di Ali Reza Jalali

Nella nostra continua collaborazione col brillante Ali Reza Jalali, giovane giurista esperto della Storia e della struttura giuridica della Repubblica Islamica Iraniana, ci fa piacere ospitare una sua analisi sulla recente 'debacle' dei progetti di sanzioni UE contro l'industria petrolifera di Teheran

Nel mese di gennaio l’Unione Europea aveva deciso in modo unilaterale di interrompere l’acquisto di petrolio dall’Iran, ufficialmente per ritorsione contro il programma nucleare iraniano. L’obiettivo dichiarato era quello di costringere la Repubblica islamica a sospendere l’arricchimento dell’uranio, anche se il governo di Teheran ha sempre sostenuto che non è interessato in alcun modo all’arma atomica, ma semplicemente all’uso civile dell’energia nucleare. Si pensava quindi, che il boicottaggio del greggio iraniano avrebbe messo in difficoltà il Paese mediorientale.

Il risultato concreto però è stato ben diverso: da un lato le esportazioni verso i principali Paesi europei acquirenti dell’oro nero iraniano non si sono mai interrotte, anche perché gli Stati che comprano da Tehran sono quelli più inguaiati con la crisi economica (Grecia, Italia e Spagna), d’altro canto lo sterile provvedimento dell’UE ha avuto un effetto dirompente sui mercati internazionali, portando il petrolio a quota 126 dollari al barile, record dai tempi della guerra in Libia dell’anno scorso. Quindi, le sanzioni al petrolio iraniano si sono rivelate un vantaggio per l’Iran, che ha visto aumentare il prezzo del proprio greggio, e un danno per l’Europa, che è al momento costretta a proseguire le importazioni da Teheran, visto che la instabilità politica della Penisola Araba, con i tumulti in Bahrain e Arabia Saudita, sconsiglia di legarsi solo all’oro nero dei concorrenti regionali dell’Iran.

In realtà l’attuazione dell’embargo doveva avvenire dal mese di luglio 2012, ma quando mancano solo quattro mesi da quella data, le autorità europee e la stessa 'Strega dell'Ovest' Hilary Clinton, hanno ammesso che attuare le sanzioni da quella data sarebbe fantascientifico, col rischio di uno shock per i mercati impressionante. Il prezzo del barile potrebbe superare i 150 dollari, con la benzina che in Italia andrebbe abbondantemente sopra i 2 euro al litro.

Ancora una volta quindi, le sanzioni contro l’Iran, si rivelano più dannose per l’Occidente che non per la Repubblica islamica. Il fallimento delle politiche anti-iraniane è poi ancora più evidente nel momento in cui si nota che il programma nucleare iraniano, con finalità pacifiche, va avanti a gonfie vele, mortificando ancora di più gli USA e quanti, ostinatamente, continuano a legarsi mani e piedi alle loro iniziative da 'tardo impero', inconcludenti e fallimentari.
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