domenica 22 aprile 2012

Ferve il dibattito in Libano sulla necessità di una radicale riforma del sistema elettorale!

Partiti, fazioni e comunità etniche e religiose libanesi sono impegnate in questi giorni in un serratissimo dibattito riguardo la necessità di sostituire completamente l'attuale ordinamento elettorale con uno nuovo prima delle elezioni politiche del 2013. Il vecchio sistema prevede collegi maggioritari uninominali con premio di maggioranza e risale addirittura al 1920 (venne parzialmente correto nel 1960 con l'introduzione di qualche quota proporzionale) ed era stato studiato dagli occupanti coloniali francesi insieme con i rappresentanti della comunità cristiano-maronita per permettere a quest'ultima (che all'epoca aveva la maggioranza della popolazione) di occupare indefinitamente il potere. Del resto lo stesso Libano é una nazione artificiale ottenuta "ritagliando" dalla Siria le province a maggioranza maronita (denominazione cristiana cattolica sui iuri) in maniera da ottenere uno Stato dove i Francesi avrebbero sempre potuto contare su interlocutori cristiani e cattolici.
Ma ormai la demografia é cambiata e il 41% della popolazione é sciita, inoltre i maroniti non sono più uniti sotto un'unica bandiera ma si differenziano tra i neofascisti di Geagea e Gemayel, venduti a Israele e agli Usa, alleati coi sunniti del mezzo-saudita Saad Hariri (il Renzo Bossi libanese) e i progressisti dell'LMP dell'Ex-generale Aoun e il Marada della famiglia Franjeh, separato dai falangisti dall'odio incolmabile per la strage della famiglia Franjeh compiuta dai loro miliziani nel 1978 (quando i falangisti cercarono di distruggere militarmente ogni altro gruppo cristiano maronita -Guardiani dei Cedri, Tigri Ahrar, Marada e altri- in maniera da instaurare una loro egemonia).
Il Ministro dell'Interno Marwan Charbel ha proposto un sistema proporzionale secco che garantisca a ogni gruppo etnico e religioso una rappresentanza in base alla sua consistenza numerica; resterebbe da decidere come riorganizzare i collegi elettoriali che dovrebbero dividere il Libano in un numero di circoscrizioni variabile dalle 10 alle 14. Ovviamente decidere dove far passare i confini tra l'una e le altre potrebbe avere drammatica influenza sul peso numerico della rappresentanza elettorale di questo o quell'altro gruppo o setta. In Libano esistono circa 17 diverse comunità che vanno dai 'player maggiori' (Maroniti, Sunniti, Sciiti) a gruppi di media entità (Drusi, Greco-Ortodossi, Alawiti) a piccolissimi gruppi (Armeni, Yazidi, Curdi) che però magari costituiscono la maggioranza assoluta di una cittadina o di una provincia.
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