sabato 5 maggio 2012

Anche Hamas avverte il regime ebraico: "Un solo morto tra i detenuti e vi troverete a fronteggiare un'insurrezione senza precedenti!"

Nella giornata di ieri la leadership del Movimento musulmano di Resistenza Hamas ha avvertito i dirigenti dell'occupazione sionista di 'gravi conseguenze' nel caso che 'anche uno solo' dei prigionieri politici attualmente in sciopero della fame muoia nelle galere di Israele. "Siamo pienamente consci" si legge nella dichiarazione di Hamas "dei rischi e dei pericoli di una protesta così estrema e che uno o più partecipanti, a partire da coloro che hanno iniziato prima a digiunare, potrebbero morire".
"Se questo accade" prosegue il comunicato "I sionisti dovranno aspettarsi di tutto da noi, il previsto e l'imprevisto, compresa una mobilitazione armata e attacchi ad ampio raggio, come non se ne ricordano da anni a questa parte". L'attuale sciopero della fame dei detenuti palestinesi ha preso il via quando Bilal Diab e Thaer Halhalah hanno iniziato, ormai 66 giorni orsono, a rifiutare il cibo. La grande massa dei detenuti politici però non ha iniziato a imitarli fino al 17 aprile scorso. Avendo ormai superato in durata anche il digiuno di Khader Adnan si teme molto per la vita dei due pionieri della protesta.
La dichiarazione di Hamas ne segue una simile del Movimento per la Jihad Islamica in Palestina, che ha annunciato pesanti attacchi e ritorsioni armate nel caso di morti tra i protagonisti dello sciopero della fame. Nella giornata di ieri, venerdì di preghiera, in tutta la Palestina, territori del 1948, Cisgiordania e Gaza si sono tenute imponenti manifestazioni di solidarietà con i detenuti politici che stanno protestando trasformando i loro stessi corpi in campi di battaglia.
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