giovedì 17 maggio 2012

I sunniti wahabiti vorrebbero scimmiottare Hezbollah a Tripoli e nel Nord del Libano, ma li aspettano solo delusioni e sconfitte!

Saad Hariri, figlio dell'ex Premier libanese morto in circostanze misteriose, probabilmente assassinato da Israele a causa del suo malvisto riavvicinamento al campo filosiriano e al Presidente Assad, che più volte abbiamo definito "Il Renzo Bossi Libanese" per la sua totale mancanza della perspicacia, dell'arguzia, del 'senso tattico' che fecero del suo genitore un fortunatissimo businessman prima ancora che un politico di successo, sta finalmente raccogliendo la messe della sua stupidità, della sua superficialità, del suo servilismo e della sua inanità. Il problema é che facendolo sta trascinando nella violenza e nella rovina l'intera città di Tripoli Siriaca e forse tutto il Nord del Libano.

Per anni e anni il mezzo-saudita Saad Hariri, capo del 'Movimento Futuro' era andato in giro in lungo e in largo per il Libano ripetendo "ad nauseam" che il suo partito e la coalizione di Destra di cui faceva parte (l'Alleanza 14 marzo) rappresentavano "l'unica alternativa alla crescita dell'influenza sunnita ortodossa, salafita e wahabita" nel Paese dei Cedri; oggi, con Tripoli in mano a gruppi armati di sunniti che non riconoscono alcuna autorità se non quella di qualche autoproclamato 'sceicco' wahabita o qualche capo terrorista attivo in Siria é dolorosamente, paurosamente evidente che quelle non erano altro che balle e fanfaluche e che anzi, dietro il comodo 'paravento' del Movimento Futuro e dell'Alleanza 14 Marzo loschi personaggi hanno trescato e tramato nel tentativo di preparare il 'momento propizio' per fare fuori l'utile idiota Hariri, metterlo all'angolo e fare esplodere l'insorgenza wahabita e qaedista nel Nord del paese, nel disperato tentativo di 'collegarla' alle azioni terroristiche degli altri estremisti sunniti e qaedisti attivi oltreconfine.

Ma quali sarebbero i piani di questi folli, di queste pedine degli Emiri Al-Thani e Al-Saoud, che non si rendono conto che, anziché partecipare (come molti di essi credono) a una 'jihad' in realtà si stanno trasformando in guardiani degli interessi di una piccolissima cerchia di ricchissimi e corrottissimi usurpatori?

Apparentemente, per quanto possa sembrare strano, essi vogliono imitare il successo della comunità sciita (attraverso le milizie e i partiti di Amal ed Hezbollah) per emergere come player maggiore della politica libanese, solo che, lungi dall'accontentarsi di reclamare il loro ruolo nel palcoscenico libanese secondo la saggia massima del 'vivi e lascia vivere' i sunniti estremisti vorrebbero imporre il loro credo wahabita a tutta la società, cosa che gli sciiti non hanno mai cercato di fare. Ovviamente non hanno alcuna speranza di riuscirvi, visto che mai e poi mai il wahabismo é stato in grado di mobilitare le coscienze, gli animi e i cuori del popolo come invece gli sciiti hanno fatto a più riprese, sia quando guidati dalla Rivoluzione Iraniana, sia da Amal ed Hezbollah, sia dagli esponenti della famiglia Al-Sadr (in Irak) si sono dimostrati capaci di fare in scenari e situazioni diversissime.

Il wahabismo é una malapianta che prospera solo se viene annaffiata dai dollari petroliferi Sauditi e Qatarioti, ma se viene privato di quella ruscellagione deperisce e muore in brevissimo tempo. Lo sciismo politico invece é in grado di resistere non solo senza sostegno esterno, ma soprattutto quando viene attivamente perseguitato e represso dalla SAVAK dello Scià, dal Mukhabarat di Saddam Hussein, dal Mossad israeliano e dai suoi lacché dell'SLA, e anche ora in Bahrein dagli sgherri di casa Al-Khalifa.

 I terroristi wahabiti in Libano potranno scatenare caos, violenza, fare poche o molte vittime, ma alla fine la superiorità di Hezbollah, Amal e dei loro alleati li ridurrà al silenzio e all'impotenza: i cristiani maroniti che fino ad oggi sotto leader impresentabili come Geagea e i Gemayel sono stati alleati del Movimento Futuro e del suo re-travicello Saad Hariri potranno scegliere se rimanere dove si trovano ora, a vedere crescere e svilupparsi la forza wahabita che li vuole tutti sottomessi o esuli o cercare un diverso posizionamento nello scenario politico, da cui possano impegnarsi ed eventualmente lottare per un Libano democratico, pluralista, dove tutti i gruppi etnici e religiosi abbiano pari dignità, diritti e doveri.
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