giovedì 3 maggio 2012

Nuovo articolo di Ali Reza Jalali: "La Connection tra Israele e fittizia 'opposizione' siriana!"

“Qualsiasi regime che rimpiazzi il presidente siriano Assad non potrà essere peggiore di quello attualmente in carica”. Questa non è la frase pronunciata da un qualche membro del cosiddetto Consiglio di Istanbul, ovvero del cartello che riunisce gli oppositori siriani all’estero, ma un proclama del signor Gabi Ashkenazi, colui che è stato il 19° Capo di Stato Maggiore generale dell’esercito di Tel Aviv, da noi 'affetuosamente' definito Troglodita in Uniforme. Questa affermazione, riportata anche dal sito internet del movimento Hezbollah, dimostra ancora una volte, se ce ne fosse ancora bisogno, l’auspicio delle autorità israeliane riguardo alle sorti di uno dei pochi regimi arabi, se non l’unico, che abbia effettivamente contribuito alla Resistenza contro il sionismo. Dispiace dover notare come altri movimenti politici del mondo arabo, anche con ideali rivoluzionari, siano ultimamente caduti nella trappola propagandistica occidentale, tesa a mettere sullo stesso piano personaggi come Ben Ali, Mubarak, Gheddafi, Saleh, tutti più o meno traditori della causa palestinese, e il presidente Assad.
Speriamo che queste persone si correggano, anche perché rifiutiamo di pensare che questi gruppi non riescano a distinguere la reazione dalla rivoluzione. Chi ha accolto i resistenti palestinesi quando furono cacciati dalla Giordania? Chi ha dato l’autorizzazione a Hamas, alla Jihad islamica e alla sinistra progressista palestinese di installare le proprie basi sul proprio territorio? Solo la Siria. In quei duri giorni, dov'erano il Qatar, l’Arabia Saudita e la Turchia (Paese quest’ultimo che ospita sul suo territorio perfino una ambasciata israeliana e che fino a poco tempo fa faceva affari coi sionisti)? Le autorità sioniste dopo un periodo di silenzio sono ormai chiaramente scese in campo e dichiarano il loro supporto alla cosiddetta opposizione siriana. Alon Liel, un ex dirigente del ministero degli esteri israeliano ha affermato, sempre in base a notizie in possesso a Hezbollah, di aver incontrato in Turchia dei membri dell’opposizione ad Assad e di aver riscontrato molti punti in comune con loro.
Egli inoltre ha ribadito che l’opposizione siriana è “diversa” da quella egiziana, con evidente riferimento al fatto che tra i nemici di Assad non si riscontrano particolari posizioni antisioniste. Isaac Herzog, membro del parlamento sionista, ha poi ammesso di aver incontrato membri dell’opposizione siriana in Europa e negli USA, riscontrando in essi “posizioni concilianti” con Israele. Concludo questo articolo augurando che certi rivoluzionari rivedano le loro posizioni sulla vicenda siriana. Una parola anche per coloro che hanno riconosciuto il complotto contro la Siria: può darsi che alcuni sbaglino ad interpretare gli eventi siriani, ma da qui a bollare tutti come traditori, c’è un “gap” di non poco conto. Errare è umano, una cosa è un traditore che complotta attivamente contro la Resistenza, un’altra cosa è chi, solo per un senso morale “manipolato”, prende posizioni che tra qualche tempo potrebbe rivedere. Non mandiamo i nostri fratelli nelle braccia della reazione, con le nostre stesse mani.
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1 commento:

  1. Ancora una volta ospitiamo con grande piacere uno scritto del giovane giurista Ali Reza Jalali, esperto di Storia e Diritto della Repubblica Islamica e analista delle recenti vicende mediorientali. Lo condividiamo in pieno, compreso il suo appello finale.

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