lunedì 21 maggio 2012

Sacha Baron Cohen mette in scena una farsa anti-araba e islamofoba: una vera e propria valanga di cattivo gusto!

Alleged comedians Sacha Baron Cohen and Jerry Calà in similar mises; WARNING - Laughter will not ensue!
Sacha Baron Cohen é un commediante ebreo. Ogni affinità con suoi predecessori illustri come i Fratelli Marx, Jerry Lewis, Marty Feldman e Woody Allen si ferma qua perché, Sacha Baron Cohen é un commediante ebreo nella stessa maniera in cui Jerry Calà é un comico italiano: per premiare la sua "vis comoedica" con un riconoscimento bisognerebbe, come consigliavano Gino e Michele, "Assemblare un'apposita giuria di bugiardi". Orbene questo Massimo Boldi di Hammersmith ha recentemente rilasciato una pellicola che ha due peculiarità: riesce a essere tanto pretenziosa quanto vigliacca ed offensiva oltre che, naturalmente come il resto della produzione comica di Cohen, fallire miseramente nello strappare risate al suo pubblico.
Il "filmaggio", come lo definirebbe la macchietta di un comico italiano che fa ridere e anche molto, il Rokko Smitherson di Guzzantiana memoria (foto), si chiama "Il Dittatore" e fin dal titolo dimostra la pretesa (vedasi al titolo "uno") di essere "Il Grande Dittatore del Ventunesimo Secolo". In esso il protagonista veste i panni gallonati e passamanerati dell'uomo forte di una improbabile Ruritania araba: l'Ammiraglio Generale Hafez al-Adeen. La pretenziosità é evidente, mentre nel 'Grande Dittatore' di Chaplin si ride fin dal prologo con la 'Berta' che cerca di fare fuoco contro Notre Dame fino a quando Adenoid Hynkel in giacca a quadri da cacciatore di anatre viene arrestato e portato in uno dei suoi stessi campi di concentramento nel "Dittatore" Coheniano ci sono sì e no cinque battute che fanno sorridere e, peraltro, sono tutte comprese nel trailer che accludiamo, quindi se volete sentirle risparmiate i soldi del cinema e la banda del download, guardate il trailer e risparmiate anche il vostro tempo. Ma soprattutto la pellicola di Chaplin prendeva in giro Hitler e Mussolini all'apice del loro potere, mostrando anche un certo coraggio visto il successo che quei personaggi all'epoca riscuotevano in molti settori della società americana; Cohen invece fa una moscia e spenta macchietta di Gheddafi dopo che questi é stato bombardato e massacrato, comportandosi da vero Maramaldo, 'egli sbeffeggia un uomo morto'.

Inoltre lo humor ebraico é sempre stato caratterizzato dall'autodeprecazione, sia pure esagerata a fini comici, qui invece si assiste a qualcosa di inaudito, il 'comico ebreo' inanella "gag" di una scorrettezza e di un razzismo che fanno specie e che non verrebbero consentite a un comico negro che parlasse di bianchi, a un comico bianco che parlasse di asiatici ma, visto che a parlare é un Ebreo (popolo eletto!) e i suoi bersagli sono i "cattivi arabi e islamici" (che come ci spiegano i megafoni dell'Hasbara un giorno sì e l'altro anche stanno tutto il giorno a pensare come scatenare la "Gihàd" contro di noi e come imporre il 'ciàdor' e il 'burka' alle nostre donne) allora tutto va bene! Cohen mostra il suo dittatore arabo ossessionato dal procurarsi bombe atomiche, "scordandosi" convenientemente che il primo paese-canaglia mediorientale a dotarsi illegalmente di ordigni nucleari é stato Israele, quando mostra il dittatore pronto a rappresaglie indiscriminate contro civili si scorda che in dozzine e dozzine di episodi recenti e remoti é stato Israele a mostrarsi prontissimo a colpire obiettivi civili (villaggi, città, scuole, ospedali) senza preoccuparsi delle conseguenze e perfino, quando lo dipinge come un erotomane violento, dovrebbe ricordarsi che é l'Ex-presidente di Israele Moshe Katsaw in questo momento a trovarsi dietro le sbarre per stupro, non qualche leader arabo o musulmano.
Ancora più vile poi, é il "discorso politico" che Cohen cela dietro due sottotrame parallele del film: il tentativo del "visir" del dittatore (un Ben Kingsley che doveva avere dei conti da pagare) di tradire il suo capo e consegnare le risorse petrolifere del paese alle multinazionali Usa e l'improbabile odissea di una pacifista-femminista-ecologista newyorchese (raffigurata come una deficiente infantile dagli occhioni sgranati, che é come Cohen e i suoi amici sionisti filoisraeliani devono vedere gli attivisti di Sinistra) che, al momento della visita del dittatore in Usa, lo va "a contestare". Ora, i finti pacifisti e soprattutto le 'femministe' spesso sono stati utili idioti dell'imperialismo atlantico e sionista: vedasi le varie campagne per "salvare" le donne afghane dal Burka (cioé per imporre loro valori e culture aliene ed estranee in luogo della loro tradizione secolare) ma questo non interessa minimamente Cohen che anzi ne approfitta per imbastire questo sillogismo: le multinazionali Usa vogliono fare fuori 'il dittatore' per appropriarsi del suo petrolio, la femminista-pacifista-ecologista vuole la caduta del dittatore, quindi gli interessi delle multinazionali imperialiste e dei pacifisti-femministi-ecologisti coincidono!

Ed é questa, ovviamente involontariamente, la trovata più comica di tutto il penoso, vigliacco, razzista film di Sacha Baron Cohen.
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1 commento:

  1. Non lo andrò a vedere perchè mi è bastato "Borat" giustamente messo all'indice in Kazakistan come sommamente offensivo.
    Il motivo dominante resta l'amoralità assoluta ed una visione culi centrica dell'universo.
    In Indonesia hanno anche giustamente impedito un concerto di un altro agente culturale occidentale demoniaco e nihilista noto come Lady Gaga.
    Con tutto il rispetto della cosiddetta comunità LGBT se quattro puttanacce svestite entrano in una Chiesa a Mosca mezze nude possono dirsi fortunate se intervengono gli Omon e le sottraggono al sacrosanto linciaccio dei fedeli.
    I fini strateghi dei "serbatoi di pensiero" anglosassoni cercano di diffondere l'immoralità per smontare qualsiasi valore e coesione sociale.
    Hollywood è il principale canale di propaganda nihilista ma patisce la stessa crisi creativa e materiale della potenza imperiale morente.
    P.S.
    Non sono d'accordo su Jerry Calà, al confronto di Shasha Cohen è un gigante

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