venerdì 11 maggio 2012

Ricercatori guidati da esperto italiano correlano l'uso sionista di fosforo bianco alle malformazioni subite dai neonati di Gaza!

Una pubblicazione scientifica rilasciata dal "Comitato per gli Studi sulle Nuove Armi" dimostra con evidenza di dati la molto probabile relazione tra il numero "innaturalmente alto" di difetti neonatali negli infanti della Striscia di Gaza e il ripetuto uso contro la popolazione civile della Striscia di armi chimiche con effetto teratogeno come l'uranio impoverito, il fosforo bianco e altri tipi di combustibili metallici. Dai dati raccolti dal team guidato dall'Italiano Fabio De Ponte risulta che ben il 27 per cento dei genitori dei bambini malformati nel reparto maternità dell'Ospedale al-Shifa ha dichiarato (prima della diagnosi del difetto neonatale) esposizione a fosforo bianco o altro agente chimico, contro una percentuale trascurabile tra i genitori di nati normali.
La ricerca é stata condotta tra maggio e settembre del 2011, a oltre due anni dal violentissimo 'pogrom' militare di Piombo Fuso, su un campione di 4028 neonati con un protocollo comprensivo di fattori ambientali, familiari, clinici e domeografici. Il numero di malformazioni é sensibilmente più alto a Gaza di quelli registrati in Egitto, in Giordania ma anche nella West Bank, dove gli attacchi aerei sionisti sono o sconosciuti o comunque non certo frequenti come sul ghetto palestinese assediato. Già studi precedenti condotti sulle ferite di vittime di 'Piombo Fuso' e sui capelli dei bambini di Gaza avevano segnalato un preoccupante accumulo di metalli pesanti ed altri elementi mutagenici e soprattutto carcinogeni e teratogeni.
Le dichiarazioni dei pazienti, ovviamente, sono state incrociate con le mappe delle zone bombardate da Israele redatte dall'Ufficio ONU per la Coordinazione dell'Assistenza Umanitaria (OCHA) e coi dati del Coordinatore Speciale ONU per il 'Processo di Pace' in Medio Oriente (Già 'Coordinatore Speciale ONU') e con la Squadra di Azione Antimina ONU a Gaza (UNMAS). Il lavoro del "Comitato per gli Studi sulle Nuove Armi" comporta principalmente la ricerca e l'analisi di dati e rapporti per tracciare profili e valutazioni di rischio riguardo gli effetti a medio e lungo termine per individui e popolazioni esposte a nuovi tipi di combustibili ed esplosivi militari.
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