sabato 21 luglio 2012

Anche Nabih Berri e l'Ex-presidente Gemayel sull'attacco di Damasco: "Azione compiuta per servire interessi sionisti!"

 
Dopo il messaggio del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah anche altri esponenti politici libanesi si sono affrettati a estendere le loro condoglianze e a esprimere le loro considerazioni in merito al vigliacco attentato terroristico che ha colpito la sede del Ministero della Sicurezza a Damasco, causando vittime tra le più alte autorità del Governo. Nabih Berri, leader del partito sciita Amal e Presidente del Parlamento di Beirut ha condannato l'atto eversivo indicando come la speranza di chi lo ha perpetrato fosse quella di spaccare l'Esercito siriano, baluardo di difesa e protezione dello Stato e della popolazione.
Nonostante che le fonti di informazione vendute agli interessi del complotto anti-siriano che vede coinvolti Usa, paesi NATO, Israele, Turchia, Qatar e Arabia Saudita parlino ogni giorno di 'defezioni' e 'rivolte' in realtà l'Esercito del Presidente Assad é rimasto fedele alla sua consegna e ha inflitto gravi perdite mese dopo mese ai mercenari e ai terroristi foraggiati dalla cricca imperialista, per questo i servizi segreti occidentali, turchi e sauditi si sono mobilitati a colpire la capitale siriana, tentando disperatamente di indebolire la macchina bellica di Damasco. Nessuno infatti deve dare credito alla versione secondo cui il Ministro della Difesa Rahija e gli altri dignitari sarebbero stati traditi da una loro guardia del corpo. Tale affermazione é destituita di ogni fondamento e costituisce un'ennesimo tentativo di "Psywar" della NATO e dei suoi ascari locali.
Ma se la solidarietà e la denuncia di Amal, formazione da sempre filosiriana, che negli anni '80 non esitò a prendere le armi contro il neonato Hezbollah che inizialmente si opponeva alla presenza delle truppe di Assad padre in Libano, era logica e prevedibile ben maggiore sorpresa a un primo acchito potrebbe suscitare la lettura delle dichiarazioni rilasciate da Amin Gemayel, fratello del falangista Bachir, che, come Piero dé Medici di fronte a Carlo VIII, aprì le porte del Libano all'invasione sionista nel 1982. Già Presidente del Libano tra il 1982 e il 1988 (il periodo più caotico e sanguinoso della tragica Guerra Civile Libanese) Gemayel col suo ultimo atto ufficiale diede il "la" alla (tuttora perdurante) carriera politica di Michel Aoun e certo può considerarsi profondo conoscitore non solo del Paese dei Cedri ma degli schieramenti e delle manovre politiche dell'intera regione.
Gemayel ha candidamente dichiarato ai microfoni dell'iraniana PressTV che l'attacco terroristico di Damasco, così come tutto il sostegno all'insorgenza wahabita nel paese é portato avanti in nome degli interessi sionisti, avendo Tel Aviv ogni interesse a indebolire il vicino di cui ancora occupa le alture del Golan, 45 anni dopo l'attacco a tradimento del 1967. Tale é l'evidenza dei fatti che persino un membro del 'clan' mafioso e fascista dei Gemayel non ha altra scelta se non riconoscerla apertamente.
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