sabato 28 luglio 2012

Come é fallita la "Offensiva d'Estate" imperialista e sionista contro la Siria di Assad

Siamo in grado di delineare al nostro magari limitato ma sicuramente affezionato pubblico di lettori un quadro piuttosto dettagliato e fedele della complessa e invero anche ingegnosa strategia messa in atto da Usa e Israele (tramite i loro burattini turchi, sauditi, qatarioti e ai mercenari wahabiti raccolti in ogni angolo del mondo) per tentare di far collassare la Repubblica Araba di Siria; un tentativo, siamo lieti di dirlo, che si é risolto in una colossale e cocente sconfitta: la 'campagna d'estate' anti-Assad non solo non ha conseguito i risultati previsti, ma ha comportato perdite enormi che lasciano il fronte imperialista e sionista molto più debole sul terreno di quanto non fosse soltanto a inizio luglio.
La prima fase del piano consisteva nel tentativo di interrompere i vitali collegamenti tra la Siria e la Repubblica Islamica dell'Iran, che ha sempre mantenuto alto il suo sostegno ad Assad e al Governo legittimo. Diplomatici e ambasciatori americani avvicinarono nella prima decade del mese i Governi irakeno ed egiziano cercando di convincerli a negare il permesso di sorvolo della Mesopotamia agli aerei iraniani diretti in Siria e a chiudere il Canale di Suez (violando così la libertà di navigazione e commercio) alle navi di Teheran. Da subito le cose iniziarono a marcare male per gli imperialisti visto che ambedue le richieste vennero respinte e così l'Iran fu libero di continuare ad aiutare la Repubblica Araba nella sua lotta contro il terrorismo.
La seconda fase, questa purtroppo riuscita, consisté nel tragico attentato al Ministero della Sicurezza di Damasco, organizzato da CIA e Mossad e materialmente eseguito da agenti turchi e sauditi, nel quale trovarono la morte molti alti dignitari del Governo siriano; subito dopo numerosissimi gruppi di terroristi con pochissimo addestramento vennero scatenati contemporaneamente ai confini e contro le due più grandi città del paese (Aleppo e Damasco), in una imitazione della tattica da videogioco chiamata 'Zerging' (dal nome di una fazione del celebre RTS 'StarCraft') questi gruppi numerosi ma in realtà deboli avrebbero dovuto mettere in crisi il sistema difensivo siriano sviando le truppe in due diverse direzioni (i confini da una parte, le metropoli dall'altra) in maniera da lasciare i primi sguarniti per una ulteriore iniezione di mercenari stranieri oppure da causare il collasso e la caduta o della capitale politica o del principale centro demografico ed economico del paese.
Quarta fase: i canali televisivi siriani vennero tolti dalle piattaforme satellitari Arabsat e Nilesat, di proprietà dei corrotti plutocrati del petrolio oppure di imprenditori legati al passato regime di Mubarak (quindi asserviti ai desiderata di Washington e Tel Aviv) e sostituiti da canali-civetta che iniziarono a trasmettere falsi 'documenti filmati' girati in appositi set e 'villaggi Potemkin' in Turchia e Israele dove comparse travestite da 'guerriglieri' venivano mostrate nell'atto di distruggere corazzati (ferrivecchi presi dai depositi di residuati o supersiti dell'esercito di Saddam prelevati dagli Americani nel 2003) e mettere in fuga altri figuranti travestiti da militari siriani. I canali tv siriani però, messi sull'avviso da servizi segreti amici, mandarono in onda avvisi e avvertimenti prima di essere silenziati, spiegando agli spettatori come modificare le impostazioni delle loro parabole e dei loro decoder per continuare a ricevere le vere trasmissioni e di non fidarsi di quanto avrebbero visto sulle vecchie frequenze.
Così, mentre sul campo la Quarta Divisione Corazzata e la Guardia Repubblicana facevano piazza pulita a Damasco ed Aleppo, mentre le frontiere venivano bonificate da altri reparti dell'Esercito ed elicotteri e aviazione si alzavano in volo per colpire dall'alto i gruppi di terroristi mercenari in rotta dalle città verso le campagne e le zone provinciali, anche il complotto mediatico naufragava miseramente; tanto rapida é stata la rotta dalle aree metropolitane degli insorti che soltanto a Damasco gli artificieri dell'Esercito hanno trovato ben otto enormi bombe collocate in punti strategici della città e abbandonate con i detonatori parzialmente innescati o non ancora applicati, segno di quanto precipitosamente i loro costruttori sono stati costretti ad abbandonare la piazza.
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