domenica 8 luglio 2012

Le proteste in Arabia Saudita si diffondono a macchia d'olio, contro la corruzione di Casa Saoud insorge anche Medina, luogo sacro dell'Islam!

Massiccia manifestazione contro l'autoritarismo, la corruzione e la violenza esercitate da Casa Saoud e dai suoi sicofanti quella che ha animato le strade e le piazze nientemeno che di Medina, luogo sacro dell'Islam secondo soltanto alla Mecca per importanza, meta di pellegrinaggio per centinaia di milioni di musulmani ogni anno. Il fatto che la popolazione non abbia avuto paura nello scendere in strada contro i divieti e le minacce del regime dimostra come ormai non soltanto le minoranze (come gli Sciiti, in rivolta da mesi e mesi) ma tutta la cittadinanza non direttamente legata alla casa regnante e alla cerchia reale sia ormai al punto di non ritorno della pazienza e della sopportazione.

Inoltre vi é notizia di una manifestazione simile, ma meno imponente, anche a Riyadh; la conferma di questa notizia segnalerebbe che neppure la capitale ormai é immune dal contagio della protesta e della rivendicazione di Diritti e riforme.

Sarebbe veramente il colmo se, dopo oltre un anno di presenza in Barhein per reprimere nel sangue la rivolta che minaccia i tiranni Al-Khalifa, dopo oltre sedici mesi di sostegno e finanziamento ai terroristi sunniti scatenati contro il popolo siriano, la corrotta dinastia Al-Saoud dovesse soccombere a una rivolta interna, che sarebbe certamente l'evento più clamoroso e irreparabile del 'Risveglio Musulmano' e della 'Primavere Araba', perché priverebbe gli Usa di Obama del loro 'lynchpin' nella regione, lo snodo cruciale delle loro declinante egemonia mediorientale.

E' da giugno che l'ultraottuagenario Re Abdullah ha messo "in massima allerta" Esercito e Forze di Sicurezza, temendo una esplosione del malcontento popolare contro la sua persona, la dinastia e l'istituzione della monarchia assoluta, di cui Riyadh é rimasto l'ultimo esempio sulla faccia del pianeta Terra. Soltanto avantieri l'analista politico Hasan Khakrand aveva sottolineato in una intervista con ABNA.ir la possibilità che il regno saudita implodesse improvvisamente lacerato dalle sue profonde contraddizioni interne.
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